LA LAUREA DI ASTUNI È PROPRIO FALSA. LO CONFERMA IL TRIBUNALE. NOI COMPLETAMENTE ASSOLTI: ONORE ALLA VERITÀ, DISONORE ALLE MENZOGNE

Una vicenda a dir poco vergognosa il tentativo di Astuni di farci passare per diffusori di menzogne e addirittura chiederci i soldi per il danno. Noi abbiamo detto tutta la verità e ciò viene confermato da una articolata e meravigliosa sentenza del tribunale, appena emessa.Siamo ancora attoniti dall’articolarsi della sentenza che in ben 12 pagine coglie in in pieno la correttezza informativa del nostro comportamento.
Noi abbiamo rispettato i tre requisiti del diritto di critica sancito dalla Costituzione Italiana. Riportiamo quanto affermato dal Tribunale.1. LA VERITÀ “Infatti , Morello, sì è limitato a trarne le conseguenze della falsità della laurea conseguita da Astuni sulla base di alcuni elementi carichi di valore sintomatico, come le sgrammaticature contenute nel documento ufficiale redatto in lingua inglese, la mancanza di traccia nel web di tale università, la non verosimiglianza del certificato emesso ad Honolulu e la sua asseverazione presso il Tribunale di Roma due giorni dopo ed infine la presenza nell’indirizzo della sede indicato nel certificato di laurea di un magazzino per merci”.
2. LA CONTINENZA“Nel caso in specie le considerazioni svolte da Morello, pur sferzanti ed aggressive, non presentano il carattere della gratuità, in quanto si inseriscono in un ampio giudizio critico, basato su precisi elementi, e sono del tutto pertinenti rispetto al tema in oggetto di discussione: le espressioni usate appaiono cioè funzionali alla finalità di disapprovazione oggetto della valutazione critica svolta da Morello e non si traducono in immotivati attacchi denigratori. Anche il limite della correttezza espositiva risulta quindi rispettato”.
3. IL DIRITTO DI CRONACA“Anche tale requisito risulta rispettato nel caso di specie. Giova ricordare che Astuni all’epoca dei fatti era personaggio noto – almeno a livello locale – in quanto impegnato in ruoli di spicco all’interno della comunità bassanese.Ne discende quindi l’interesse oggettivo alla conoscenza da parte dei consociati delle sue qualifiche e delle sue competenze, mentre appare irrilevante che Astuni non fosse solito nelle sue relazioni sociali e politiche avvalersi di tale titolo: infatti a prescindere da tale circostanza, il riferimento al conseguimento del titolo di laurea era inserito nella pagina LinkedIn, di pubblico accesso, e quindi fruibile da chiunque.
In conclusione, la condotta di Morello risulta scriminata dall’esercizio di critica: di conseguenza si impone una sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce reato”.
Sentenza depositata il 21 gennaio 2022.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica