Anni fa definimmo con un articolo “mafiosa” una persona che continuava su varie pagine di fb ad insultarci e denigrarci. Eravamo all’inizio della nostra attività informativa a Marostica e avevamo ricevuto inaspettatamente le prime lettere verdi di querele intimidatorie per fermarci (per la Biblioteca, Territori del Brenta e appalto truccato del gas). Un personaggio locale di sesso femminile comincio’ a denigrarci ed insultarci sulle varie pagine fb e a “starnazzare” che avevamo un sacco di querele. Come avessimo un sacco di condanne. E ci espulse dalla pagina fb di cui era amministratrice perché si arrogò il diritto di pronunciare la sentenza prima del tribunale accusandoci di dire falsità. Per un breve periodo abbiamo risposto. Poi, davanti ad una continua attività provocatoria di insinuazioni nei nostri confronti per difendere i propri interessi familiari, la definimmo mafiosa in un momento di non ulteriore sopportazione e per chiudere ogni replica. Ora questo personaggio ci ha portati davanti al giudice per appunto averla definita mafiosa. Noi facciamo due osservazioni: 1. La nostra è una risposta alla continua provocazione diffamatoria. Non ne potevamo proprio più. 2. Il significato di mafiosa è ben preciso nel linguaggio comune e ben esplicitato nel dizionario della lingua italiana: “ Chi al potere della legge tende a sostituire il potere o l’autorità o il prestigio personale imponendo agli altri gli interessi propri o di un gruppo ristretto e difendendo a oltranza i propri amici, a danno d’altre persone”. Ora questo personaggio si è presentato davanti al giudice per averla definita mafiosa con incredibili dichiarazioni contro di noi. Risponderemo a davanti al giudice in febbraio. Vedremo.
La Curia Vescovile di Vicenza ha autorizzato la stipula del contratto tra Comune di Marostica e Parrocchia di Santa Maria per l’utilizzo in locazione dell’edificio del Centro Parrocchiale per il trasferimento della Scuola Primaria per 14 mesi. Tempi necessari per i lavori di adeguamento sismico della Scuola Primaria. L’inizio del contratto parte dal bimestre novembre/ dicembre 2022 con il pagamento della prima rata di 5.000 euro. Il termine dell’affitto è fissato a dicembre 2023 per un esborso totale da parte del Comune di 35.000 euro. Evidentemente i tempi da rispettare per i lavori sono rigorosi.
Probabilmente non hanno mai chiesto ad alcun ospite: “cosa ti è piaciuto della partita?” Lo si comprende dalla riunione convocata giovedì 3 novembre dalla Bianchin su mandato della Giunta con le Associazioni della Biblioteca. Si comunica il diktat culturale di Mozzo & C. per il 2023: in occasione dei 100 anni della prima Partita a Scacchi, che appunto data 1923, tutte le iniziative culturali devono avere un orientamento scacchistico. Una incredibile “pensata” culturale.
Quella partita a scacchi del 1923 era morta e sepolta perché così non era riproducibile. Era una idea senza storia e vita.
Poi nei primi anni ‘50 un gruppo di intelligenti marosticensi volle riprendere il progetto con un approccio completamente diverso. Non certo per mostrare il gioco degli scacchi, ma mantenendo l’elemento partita. Ed il bravo Festa della Belfe, avendo esperienza aziendale, trasformo’ questa idea in un briefing per l’arch. Mirko Vucetich. Da bravo artista egli realizzò il progetto prendendo a riferimento usi e costumi di Venezia e stupendo gli spettatori valorizzando Castello, Piazza e Mura di Marostica. Così è nata la leggenda: un grandioso spettacolo con oltre 600 figuranti su un palcoscenico unico al mondo. Certo il titolo è rimasto perché c’è la sfida con gli scacchi e sulla scacchiera sulla piazza per alcuni minuti si muovono le pedine viventi. Ma i nostri invitati sono abbagliati dalla magnificenza dello show, dall’incredibile incendio del Castello, dallo sfarzo die costumi, dai suoni di un’altra epoca. Insomma Vucetich ha aperto a Marostica una finestra sul mondo veneziano del ‘400. Tutte cose che non hanno niente anche a vedere col mondo degli scacchi e che Venezia stessa ha perso. Oggi non esiste nulla di simile. Quindi è lo spettacolo storico costruito da Vucetich che attira il pubblico. Non certamente il gioco degli scacchi di per se’. La Partita a Scacchi rimane un titolo. Per questo il progetto di un museo delle scacchiere ha un senso molto marginale. Ha senso invece il museo dei costumi, dei personaggi, del legame con Venezia e della capacità di saper ancora creare con le aziende locali in modo artigianale tutto ciò che serve per il grande show di Marostica. Unico al mondo. Lo capiranno i nostri amministratori?
L’affido alla Pro Marostica del Castello Inferiore, senza il dovuto dibattito comunitario in quanto il maniero è proprietà dei “marostegani” (cfr. Decreto 1894), ha comportato alcune scelte, che potevano, perlomeno, essere messe in discussione prima della definizione, come previsto dal patto 11 maggio 2018 del sindaco Matteo Mozzo con gli elettori. Ora, giusto mettere una barriera all’ingresso; anche per evitare occasioni di danneggiamento o di sottrazione: cfr. la pergamena per la Partita a Scacchi 1923 di Gabriele D’Annunzio – l’anno prossimo celebreremo il centenario; i gessi della gipsoteca del grande scultore cittadino Bartolomeo Ferrari; i ricordi della Marostica Umbertina; le “prove” di Mirko Vucetich. Ma – io insisto – occorre arrivare ad una scelta “globale”, sostitutiva degli interventi e dei progetti parcellizzati ai quali assistiamo negli ultimi anni, dopo il completamento del lungo restauro (1990-2008) della fortezza. Nel frattempo sono ignorate le indicazioni dei gruppi di lavoro e delle commissioni comunali per “la salvaguardia e la valorizzazione del Castello da Basso”: “monumento a ricordo dei Martiri della Resistenza” – lo spazio nel cortile è stato lasciato vuoto, dopo l’intervento Xausa 2012 per la pavimentazione; “Il Castello restituito racconta la storia, la vita e le proposte della Città”, con stesura progettuale indicativa e stampa a spese personali, non rimborsate; “Uso degli spazi monumentali”, con privilegi per i cittadini. Il sindaco Matteo Mozzo si è guardato bene dal convocare le stesse commissioni, preferendo affidarsi all’estro del momento, non ipotizzando la visione di Marostica futura, non affrontando il superamento del turismo “mordi e fuggi”. Tornando all’argomento titolato, ricordo che la commissione specifica, di cui facevo parte, aveva proposto la visione gratuita almeno del piano terra (cortile, porticato, mastio) e il servizio wc per tutti (come avviene nei castelli scaligeri di Verona e di Soave). La foto riportata annulla l’intenzione comunitaria. Andrebbe, poi, discussa la decisione di Giunta di questi mesi, che prevede l’utilizzo del Castello per ospitare il “Museo degli Scacchi” con condizioni pesanti per la Comunità: investimento finanziario di 465.000 euro, senza che sia stata effettuata un’analisi di mercato sulla reale attrattiva di un simile museo, con un dubbio ritorno positivo di pubblico (cfr. l’esperienza di Heves, Ungheria, di cui sono testimone); affido decisionale della gestione ad un comitato presieduto dal donatore delle scacchiere, il quale imporrà il suo nome museale scavalcando la proprietà e la decisionalità comunale ed esigerà lo stanziamento di 10/15.000 euro l’anno “per lo sviluppo e l’incremento della collezione” (cioè soldi pubblici per scelte private gratuite).
Purtroppo, dobbiamo constatare che questo è il destino “foresto” delle iniziative originate all’interno della nostra Comunità per il fatto di non averle localmente sapute gestire: v. Opificio Chiurato (“il bubbone del centro storico”, Renato Cevese – abbattuto e ricostruito contro la decisione del PRCS, approvata dal Consiglio Comunale, spesa 12 miliardi di vecchie lire + arredo + pertinenze); Mercatino dell’Antiquariato (diventato, di fatto, dell’usato); Marostica Summer Festival (con sede organizzativa trasferita dall’opulenta Thiene alla modesta Piazzetta Filippi nostrana, senza pubblicizzazione di spesa gravante sulla Comunità …); la futura gestione “romana” del Politeama; soprattutto, la rinuncia alla gestione diretta della Biblioteca Civica e dell’Archivio Comunale. Ciononostante, l’intrepida direttrice della piazza Ylenia Bianchin annuncia alla stampa: con il Museo degli Scacchi… “Siamo all’inizio di una nuova vita per la Città di Marostica e questa è una sfida che coinvolgerà tutta la città, la regione e l’intera nazione”. Sarà?… Vedremo!..
Certo la vendita delle cartelle ha dimezzato i costi della manifestazione domenica scorsa in Piazza. Manifestazione che indubbiamente ha avuto una grande affluenza di pubblico. La Pro Marostica ha chiesto al Comune il pagamento della differenza dei costi con i ricavi per 3.470,00 euro. Il Comune ha deliberato il pagamento a firma Dr. Gabriele Dal Zotto. Ma è giustificato che il Comune, cioè noi, paghiamo anche la Tombola? Di solito queste iniziative dovrebbero andare in pari o guadagnare per qualche iniziativa benefica. Altro che pagare! Anche perché la Piazza era stracolma e tutti gli operatori presenti hanno guadagnato ed al limite avrebbero dovuto pagare loro. Ma una seria “moralità “ non esiste ed paga sempre Pantalone, cioè noi cittadini, addirittura anche la Tombola. Pro Marostica ridicola.