Sarà solo una esposizione di scacchiere dono di un furbo collezionista che ha convinto la Bianchin & C. a prendersi a carico la sua collezione di scacchiere. In realtà Marostica non è la città degli scacchi come si vuol far credere e non viene svolto alcun torneo di rinomanza nazionale o internazionale, che meriti tale definizione. È la Città della Partita a Scacchi, che è una cosa diversa. Opera del geniale Vucetich valorizza Castelli, Piazza e Mura di Marostica con un grandioso spettacolo che si ricollega alla Venezia del 1400. La Partita a Scacchi è solo il pretesto per la sfida tra i due contendenti. Poteva essere un altro gioco.
Ma fare un museo “statico” delle scacchiere è una cosa fuori dal tempo. Oggi un museo per aver successo deve essere interattivo, coinvolgere il pubblico, non può appunto essere statico. Il più importante esempio di tale tipo di museo è il Muse di Trento che al visitatore fa intraprendere un viaggio tra natura, sostenibilità e tecnologia. Quindi non semplice visita di una esposizione di oggetti, ma partecipazione attiva del visitatore. E può essere fatto un museo della Partita a Scacchi, in cui alcune scacchiere possono giocare un ruolo coreografico.
Dietro al museo delle scacchiere invece non esiste alcuna progettualità e coinvolgimento del pubblico. Non è stata fatta alcuna ricerca. La giunta leghista si è fatta abbindolare da un suonatore di piffero che colleziona scacchiere, senza alcuna riflessione o consultazione di esperti di musei.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica