Sembravano tutti “rincitrulliti” quelli della Pro Marostica con la Bianchin, assessore alla non cultura. Parlavano solo degli scacchi e dell’inutile museo, incantati da un furbo collezionista di scacchiere intento a creare un monumento per se stesso. Poi finalmente ci hanno ascoltati. Tutto quello che c’è nella Partita a Scacchi è una incredibile rappresentazione della Venezia del 1400. Hai l’oro in mano e parli solo degli scacchi e festeggi un evento il cui centenario non è altro che il ricordo di una intelligente goliardata.
Dopo tanta nostra insistenza hanno capito. Un grande artista Mirko Vucetich aveva avuto nei primi anni ‘50 un’idea geniale. Rendere Marostica con la sua Piazza, Castelli e Mura la finestra degli usi e costumi di Venezia del 1400. L’idea della Partita a Scacchi con personaggi viventi poteva essere il “brand”, il marchio da utilizzare. Dietro non c’era nulla, non c’era una storia, un racconto. Vucetich ha creato il grande evento. Poi qualche marosticense coprendosi di ridicolo dice che c’era un brogliaccio scritto dall’allora assessore alla cultura. In realtà c’era solo un briefing dato intelligentemente dalla Pro Marostica a Vucetich: anima la partita, trova una idea di racconto. Così come era, statica, la Partita era morta.
Con le iniziative di conferenze in programma finalmente si esce da uno sterile campanilismo locale per affermare solo “quanto siamo bravi“, a muovere le pedine, a fare gli sbandieratori, gli arcieri ecc.
Quindi il programma presentato per festeggiare il centenario dell’idea di una Partita a Scacchi con personaggi viventi è assolutamente da condividere. Tant’è che sabato scorso la sala consigliare al Castello era strapiena. Si è aperta la finestra perché Marostica continui a ricostruire la Storia del 1400 veneto. Si è cominciato con “le donne di San Marco”, a seguire “il mito della Serenissima” ed altri incontri. Sempre seguendo l’idea di Marostica protagonista con la Partita a Scacchi della divulgazione della vita di Venezia nel 1400.
Certo che questa idea non deve restare a se stante, ma coinvolgere anche le istituzioni culturali come le scuole e l’Università degli Adulti.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica