Francamente questa è la realtà. Ognuno dovrebbe fare quello che è capace con competenza ed onestà ed anche capire quando è arrivato il tempo di pensionarsi. E di fare un’altra attività. L’unico punto interessante di queste elezioni è che si vince con il 50%+1. Niente più come prima che vinceva chi prendeva più voti. Certo che il Mozzo stavolta si presenta con anche il simbolo di Fratelli d’Italia, preso sul mercato libero e togliendo di mezzo Scettro e la Costa, che avevano cercato di rientrare iscrivendosi ai neo fascisti. FdI alle ultime politiche era il primo partito a Marostica che sembra ormai votata appunto al neo fascismo, al di là di retoriche manifestazioni degli ultimi appartenenti alla Resistenza.
Invece Santini alla prova dei fatti fa la Grande Alleanza con il “cadavere” vivente dei 5 Stelle, rappresentati dal solito Gedorem, che alle ultime elezioni valevano circa il 4%. Nella sostanza le due liste si misurano solo sulla capacità di operare, perché quello che c’è da fare a Marostica lo sanno anche i gatti. È qui che gli elettori sono chiamati a scegliere.
Ed in entrambe non c’è progettualità. Cioè cosa vogliamo che sia Marostica? Anche dal punto turistico non c’è nessun accenno al recupero del Convento di San Benedetto ed ad un ruolo che Marostica potrebbe avere nel turismo di transito, escursionistico. Occorrono tanti soldi per ristrutturare il convento e trasformarlo in un ostello di ottimo livello? Ma almeno proviamo intanto con un progetto. Cominciamo un percorso. Per non parlare poi del restauro delle Mura o dell’area ex Azzolin.
Quindi alla fine dobbiamo scegliere tra Mozzo e Santini perché il menù è questo. Per quel che ci riguarda non possiamo neanche lanciare una monetina, come avremmo voluto fare, ma siamo costretti a votare Santini, perché il Mozzo è uno che querela con i soldi della Comunità chi dissente e ha coperto anche la vergognosa truffa del gas con i suoi amici della Giunta leghista. Diciamo che non abbiamo scelta. Ma almeno siamo in un regime in cui si può ancora votare. Finora.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica