Sabato al convegno organizzato dalla prof.ssa Mariangela Cuman per ricordare la Serafini, Giorgio Bonotto, presidente del locale circolo scacchistico ha ripreso il libro dell’insegnante “Marostica – Scacchi nel XX secolo CIRCOLO SCACCHISTICO “CITTÀ DI MAROSTICA”.
La rilettura è stata oltre modo interessante ed ha confermato una serie di intuizioni che avevamo avuto. Il primo punto è l’esistenza di un gruppo di appassionati degli scacchi con Francesco Pozza come riferimento che “aveva visto sul retro di una copertina di un giornale una riproduzione della fotografia di una partita a scacchi con personaggi viventi, giocata, pare, in una città della Germania o del Canada. Da questa visione all’idea di realizzare una rappresentazione simile, anche a Marostica, il passo fu breve”.
E così nacque il 2 settembre 1923 la partita a scacchi con personaggi viventi. Ma la semplice rappresentazione di una partita era troppo orientata ai soli appassionati.
Infatti poi non ci fu alcun seguito. Ma rimase sempre presente il ricordo.
Le cose cambiarono con la fondazione della Pro Marostica l’8 dicembre 1951 e la fondazione del Circolo Scacchistico Marosticense nel 1953. Poi il sindaco Marco Bonomo con il soldi ricevuti come danni di guerra propose di costruire sulla piazza una scacchiera di marmo con lo stemma degli scaligeri e la giunta approvò. C’era un clima per riprendere l’idea della partita a scacchi vivente. Quindi c’era il cosiddetto briefing, come quando si vuole fare una campagna pubblicitaria, mancava però qualcuno che realizzasse la storia, essendo improponibili come spettacolo le semplici mosse di una partita. “Il personaggio lo propose il dott. Angelo Carlo Festa: Mirko Vucetich. Il Vucetich accolse l’invito, fece sue le idee del comitato, scrisse il libretto e divenne regista e coreografo della ”Partita”.
Il prof. Francesco Pozza, non solo diede il consenso, ma fu prodigo di consigli e di incoraggiamenti, come ebbe a dirmi il geom. Parolin”.
La leggenda inventata da Vucetich ebbe un clamoroso successo mondiale in quanto rappresentava il mondo veneziano del 1400 trasferito nella stupenda piazza di Marostica con una spettacolare rappresentazione di centinaia di figuranti in costumi del tempo disegnati dallo stesso Vucetich con ricerche fatte a Venezia.
Quindi la Partita pur incentrata sul gioco degli scacchi era aperta a tutto il pubblico che voleva scoprire la realtà dello spettacolare mondo veneziano del 1400.
È per questa ragione che concordiamo con le iniziative attuali di conferenze che facciano conoscere storia e costumi della Venezia del ‘400 promosse dalla Pro Marostica. Certo non trascurando gli scacchi che però nella leggenda di Vucetich diventano uno strumento di racconto. Non un momento di conoscenza del gioco degli scacchi. Per questa ragione il museo degli scacchi a se stante come proposto dalla giunta leghista è ridicolo, non rappresenta una unicità come lo spettacolo degli usi e dei costumi veneziani, ma una trovata di chi non si rende conto che stiamo parlando della Partita a Scacchi, non del gioco degli scacchi. E questo diventa ancora più pericoloso se Marostica diventa nella comunicazione che viene fatta l’anonima città degli scacchi, come ce ne sono tante, e non della Partita a Scacchi, che è unica, con figuranti viventi.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica