È un giornalista rappresentativo del cattolicesimo conservatore (è anche nel Consiglio Nazionale della Unione Cattolica della Stampa Italiana), onnipresente da anni nella realtà culturale ed associativa locale. Dalla così detta Fondazione Volksbank – Popolare di Marostica con Xausa presidente, al Museo Hemingway della Fondazione Luca, alla pseudo Accademia del Caffè della Cuman, a presidente del Consiglio di Amministrazione della società editrice la Voce dei Berici (settimanale diocesano) e di Telechiara. È stato anche corrispondente del Gazzettino e dell’Avvenire. E chi ne ha più ne metta.
E siccome parliamo di un un giornalista in “pantofole”, non certo di uno in prima linea con ricerche, inchieste (e magari querele) e chiare prese di posizione e poi scrive…scrive su tutto e di tutto. Sembra un tuttologo. Ovviamente sempre allineato col potere ed in sostanza per il consenso di chi ce l’ha. Insomma più che un giornalista è uno scrittore cattolico-conservatore che sembra onnisciente, ispirato dal Signore. Ma è anche maestro cerimoniere di moltissime manifestazioni culturali di cui sembra il riferimento a Bassano e Marostica. Non sappiamo se questo valga anche per i matrimoni locali.
E questo è un grosso guaio per quel pluralismo culturale a Bassano e Marostica che noi auspichiamo. Tant’è che con i giornalisti del tipo di Cortese la stampa locale è morta, fallita e non esiste più, se non con le ormai poche copie del Giornale di Vicenza di proprietà di Confindustria. E non c’è neanche un serio settimanale o un mensile con un minimo di dibattito informativo.
In realtà l’unica attività culturale credibile e “laica” in zona è quella svolta dalla Biblioteca e dal Museo di Bassano. Senza per fortuna la presenza di Cortese.
Per Marostica l’assessore alla Cultura, che di nome fa Mozzo, ha comunicato che sarà assunto un responsabile della biblioteca. Dopo anni di attesa. Speriamo bene. Ma si sa la Cultura fa immagine anche senza sostanza.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica