Ci troviamo dentro tutti i soliti: il Bucco, la Bianchin, il Mozzo per non dimenticare Cortese e Xausa ed i Vedovello della Casa del Caffè. Ma in questo caso è comprensibile: business is business, cioè gli affari sono affari. Invece di fare una Confraternita aperta a tutti, la Cuman fa l’Accademia con delle pompose divise e medaglie farlocche. Tutto per intortare i suoi amiconi (la selezione è “rigorosa”) con il titolo di accademico che in pratica è una bugia colossale ed un uso illegale del linguaggio.
Già questo uso improprio del linguaggio era avvenuto con la Fondazione Banca Popolare di Marostica-Volksbank, che non è una fondazione perché non possiede azioni della banca. Un uso del linguaggio per mascherare una realtà che non esiste. È solo una Opera Pia per fare marketing sociale per la Volksbank. E non fraintendiamoci, la carità è una cosa nobilissima. Ma non c’è nulla di progettuale per la comunità.
Anche in questo ultimo caso non troviamo il nome di Muraro, che ben si è guardato a prestarsi a simili operazioni. E da quel che sappiamo gli avevano offerto il posto in Consiglio di amministrazione.
E dobbiamo dare atto che nell’ambito marosticense il prof. Antonio Muraro è uno dei pochi che mantiene una rigorosa etica facendo solo lo studioso e non prestandosi a diventare “paggetto” della “vecchia” politica della Cuman.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica