Daniela Bassetto con una interpellanza nell’ultimo Consiglio Comunale chiede come mai a fronte della richiesta urgente del Sindaco di fine luglio 2023 di indicare i nomi della minoranza per i vari enti e la biblioteca, ancora non sia stato fatto nulla, mettendo anche in crisi le varie gestioni che sono di fatto senza organi di governo. Eppure non ci sono problemi per far passare i candidati della Lega di Marostica avendo ottenuto il 63% dei voti assieme ai neofascisti di Fratelli d’Italia. Ma noi riteniamo che il problema sia molto più grave per la rottura sociale che la Lega ha attuato in questi anni al Comune di Marostica.
Infatti la Lega non trova adesione nei ceti sociali più istruiti con capacità reali e competenze. Buona parte di queste persone non accetta il leghismo del “adesso comandiamo noi e fate quello che noi diciamo”. Si astiene, è da notare, anche nei confronti del Pd incapace di uscire dalla logica “Santini o muerte”. Ma di “intellettuali“ il Pd ne pesca parecchi.
Sta di fatto che sembra proprio che i possibili candidati ben si guardino dall’impegnarsi per la Lega. Una situazione, quella che del governo della città, capovolta rispetto al passato quando la popolazione sceglieva di essere rappresentata dalle migliori persone acculturate della città. Oggi è come se i professori di una scuola avessero come capo il bidello. Si può essere democratici quanto si vuole, ma per avere adesione di competenze bisogna essere competenti.
E siccome i vari periti, geometri e ragionieri si vogliono laureare con l’esperienza della strada, ci sarà sempre più una spaccatura tra cultura professionale e governo della città.
E non sarà facile un cambiamento in questo senso anche perché per trovare l’assessore al bilancio, per fare un esempio eclatante, Mozzo ha dovuto pescare un ragioniere a Villaverla, non un dottore commercialista. Il che è tutto dire.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica