Marino Ziliati mi cancello’ dall’Anpi di Marostica quando gli ricordai anni fa su queste pagine in modo molto ironico che non era il caso i denunciare l’artista Chiurato per le svastiche esposte in via Mazzini. Era una vera provocazione culturale per ricordare il fatto che la croce uncinata fu un simbolo rubato dai nazisti alla cultura induista e che in realtà non è simbolo di morte, ma di vita, felicità e pace. Ma si sa anche a sinistra esistono i piccoli dittatori. Per fortuna c’è l’Anpi anche a Bassano. Anche perché ci tengo ad essere iscritto per ragioni familiari. Mio papà fu tra quelli (furono oltre 600.000!) che come soldato si rifiutò di aderire alla repubblica fascista di Salo’ dopo l’armistizio del ‘43. E si fece due anni di campo di concentramento.
Con la tessera ANPI in tasca fu alquanto divertente quando ad una cena Rotary a Milano, mi trovai con i commensali tutti esaltati per le prospettive che si aprivano con l’arrivo di Berlusconi in politica. Ad un certo punto stanco di tutte le storie che raccontavano dissi che l’unica tessera che avevo era quella dell’Anpi e la mostrai. Tutti impallidirono quasi convinti che alla domenica partecipassi alle esercitazioni in armi della brigata partigiana Anpi.
Comunque l’Anpi ha uno statuto ben diverso da quello degli Alpini. Infatti fondata nel 1944 dai partecipanti alla Resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista della seconda guerra mondiale, è aperta a chiunque condivida i valori della Resistenza.
Quindi , assieme alla “cattolica” Associazione Nazionale Volontari della Libertà nata nel 1948 come scissione dall’Anpi, opera con 140.000 iscritti in Italia a difendere le libertà democratiche ottenute combattendo il nazi-fascismo.
Che poi lo faccia realmente con la giusta incisività è un altro discorso, perché noi crediamo che sul fronte antifascista bisogna sempre essere determinati.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica