Sono anni che diciamo che la Partita a Scacchi deve essere gestita come una opera d’arte scritta da Mirko Vucetich, che ha riportato la Venezia del 1400 in campagna, a Marostica. Non come una sagra di Paese il cui brogliaccio dovrebbe essere stato scritto da un personaggio locale. Il realtà il bravissimo gruppo della Pro Marostica degli anni ‘50 diede delle indicazioni precise al Vucetich per scrivere l’opera facendo riferimento alla Partita a Scacchi con personaggi viventi, del 1923, che però non aveva trama e quindi era morta lì. Come anche il tribunale ha sancito con ricorso degli eredi del Pozza per avere i diritti d’autore.
Di sagre di Paese in costume “antico” ormai ce ne sono a bizzeffe. La Partita a Scacchi di Marostica è unica con tanto di copyright. E non ha concorrenti. È trascurabile che faccia riferimento ad una leggenda, come d’altra parte Shakespeare con la sua Giulietta e Romeo. Il fatto indiscusso è che è un bellissimo spettacolo storico.
E qui entra in gioco la capacità di gestione della Pro Marostica.
Perché per restare una opera d’arte viva la Partita a Scacchi deve essere ogni volta riletta da registi che la reinterpretano, come avviene per tutte le rappresentazioni teatrali. E sembra che il Bucco, Presidente attuale della Pro, abbia capito il problema, pena il rischio della obsolescenza dello spettacolo.
Quello che ancora non ha capito che è ridicolo quando manovra l’assemblea dei pochi iscritti alla Pro Marostica per tenersi la “carega” con uno statuto che non permette la presenza di minoranze. Dimostra di non aver ancora compreso che si sopravvive con l’apporto delle idee dei cittadini di Marostica che dovrebbero essere tutti Soci. Perché tutti i cittadini di Marostica sono sempre coinvolti al massimo per il continuo successo della Partita, per cui Marostica è conosciuta nel mondo.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica