LA CUMAN FORSE SI RICREDE ED ALLARGA L’ORIZZONTE SU PROSPERO ALPINI, CHE NON È IL “CAFFETTARO” DI TURNO, CON L’AIUTO DI ELISABETTA CARRON

Sabato scorso siamo andati per senso civico alla ennesima conferenza della fantomatica Accademia del Caffè a ricordo di Prospero Alpini e di cui la Cuman è presidente. Riteniamo che questa accademia sia una appendice ludico-conviviale del Centro Studi mettendo insieme i soliti “amici” per fare i finti accademici mascherati con un elegante mantello medioevale.  Poteva appunto essere una attività allargata ad un ampio pubblico usando un po’ di moderno marketing per far conoscere il Peospero Alpini, che non vuol dire solo caffè. Ma c’è chiusura totale a chi propone cose nuove. Tant’è che la nostra domanda di iscrizione al Centro Studi è  stata praticamente ignorata. Eppure abbiamo un eccellente curriculum, anche Accademico e non da ultimo siamo un grande viaggiatore con oltre 150 paesi visitati anche come coordinatore di Avventure nel Mondo.
Il presidente attuale del centro Studi è Maurizio Ripa Bonati, con vice la Cuman e segretaria l’Angelina Frison, ex responsabile della biblioteca.
Il Bonati, nato a Schio nel 1949, professore universitario, è stato fino al 2018 Direttore del Centro interdisciplinare di Storia della Medicina, oltre ad altri numerosi incarichi sempre nell’ambito della storia della medicina.
E se andiamo a vedere lo statuto del Centro Prospero Alpini di caffè non si parla mai, ma “di promuovere e favorire gli studi di storia della scienza intorno alla figura di Prospero Alpini”. Perché  il personaggio diede lustro per secoli all’Università di Padova come grande farmacologo con le sue ricerche sulle cure con le piante di tutti i tipi.
Insomma il blocco culturale operato dalla Cuman ha seguito una strada a senso unico. Però nel convegno di sabato abbiamo intravisto una svolta con la relazione di Elisabetta Carron che ha parlato in modo molto articolato dal punto di vista storico-artistico delle ninfee, piante studiate dall’Alpini. Noi abbiamo trovato che: “Fin dall’antichità erano note per le loro proprietà anafrodisiache, che hanno conferito loro il nome di “distruttrici del piacere”, avendo fiori e radici un potere calmante sull’attività sessuale.
Inoltre hanno effetti sedativi, antinfiammatori, emollienti e astringenti. In ambito cosmetico e dermatologico gli estratti del rizoma e della radice vengono utilizzati come astringenti ed emollienti della pelle infiammata.
La ninfea è largamente utilizzata inoltre nei trattamenti idratanti ed elasticizzanti e come ingrediente all’interno di prodotti solari”.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica