Ecco un’altra bella serata alla sala Coop Consumatori con il racconto del viaggio dal Nepal al Tibet. Un percorso lungo e faticoso che si mantiene sempre a quote elevate sui 4.000-5000 metri. Le immagini ben documentano il vissuto di una popolazione profondamente legata al loro tipico buddismo, Impressionante il pellegrinaggio individuale della gente attorno alla loro montagna sacra continuamente genuflettendosi. Una religiosità quindi interamente vissuta durante la loro vita.
Il commento di Marcolin si fa molto critico, seguendo l’opinione comune, nei confronti della Cina che ha conquistato il Tibet e che lo tiene attentamente sotto controllo con strade nuove ed il collegamento ad alta velocità Pechino-Lhasa.
Ero ad un incontro con l’ambasciatore cinese organizzato dal mio Rotary di allora ed un socio chiese in modo esplicito le ragioni del comportamento illegale della Cina conquistando il Tibet. La risposta fu chiarissima: “abbiamo liberato una popolazione dalla schiavitù del Medioevo”. Il Tibet infatti non aveva una distinzione tra potere politico e religioso ed il capo religioso, il Dalai Lama, era anche capo politico assoluto. E poi il Tibet era un paese poverissimo, senza possibilità di sviluppo, imprigionato nella povertà senza alcun moderno sviluppo. La Cina ha indubbiamente apportato un modo di vivere decoroso e fatto superare l’indigenza. E riportato la situazione di quando era protettorato cinese sotto l’imperatore.
Poi in un viaggio con Avventure bel Mondo come coordinatore, ho visitato con il mio gruppo il sito tibetano nell’India centrale che gode dei diritti come quasi stato. In pratica una grande comunità religiosa che vive grazie ai generosi contributi di numerosi supporter americani. Lì c’è anche l’università che rilascia la laurea di massimo livello in religione tibetana. Pensavo ci fossero un sacco di studenti americani, data la loro mania per il buddismo tibetano, invece me ne è stato presentato uno solo. La ragione è che i corsi sono in tibetano! Il marketing per loro ancora non esiste.
Quindi suggeriamo al Cai di fare massima attenzione alla presentazione di viaggi in paesi stranieri, tenendo conto delle farie sfaccettature storico politiche e che la democrazia come noi la intendiamo fa parte della nostra storia, non obbligatoriamente di altre popolazioni. Noi possiamo sempre collaborare.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica