SIMONE BUCCO E MATTEO MOZZO QUALE RUOLO HANNO A MAROSTICA? UN LETTORE COMMENTA


Per Corrado Miotti “La partita a Scacchi è gestita da persone che sappiamo tutti che valgono quel periodo dell’anno, ma nessuno lo dice, a tutti va bene però. Personalmente quello che si è creato in questi ultimi anni a Marostica fa schifo. Un vizio spregiudicato di potere che vale solo dentro alle mura, fuori non sei nessuno”.
Un commento molto lapidario e sintetico ad un nostro articolo. Ma che alla fine non possiamo che condividere. Infatti i personaggi che gestiscono la Pro Loco ed il Comune non sono nessuno al di fuori di Marostica. Se poi andiamo a vedere il loro curriculum presentano ben poco. Quello di Bucco riguarda la sua attività lavorativa come geometra nel settore stradale urbanistico, edile ambientale e tecnico soprattutto in rapporto con il Tribunale. Certo ha fatto il politico con la giunta Scettro approvando l’appalto truffa del cambio di gestore del gas, in fase finale al Tribunale di Vicenza con le arringhe degli avvocati, per la denuncia della Dalla Valle supportata in continuità anche dal Mozzo. Il che per uno del settore non è proprio il massimo. La sua vera esperienza è stata alla Pro Marostica. Però con grossi limiti in quanto non ha ampliato la base sociale della Pro né ha fatto partecipare i Soci alle decisioni. Ha gestito in modo autoritario e autoreferenziale l’associazione. Sempre dentro le mura di Marostica e certo non è diventato un personaggio di notorietà regionale o tantomeno nazionale. Avendo in mano anche una manifestazione unica nel suo genere in Italia.
Per quanto riguarda Matteo Mozzo rappresenta il tipico Sindaco eletto solo per il partito. Dietro c’è un semplice diploma di perito agrario ed un tentativo di fare lo studente universitario. È un capovolgimento della logica di nominare sindaci chi aveva dato prova di capacità nell’ambito lavorativo e sociale. Il contrario della cultura dell’efficienza amministrativa con l’inserimento di innovazione politica E superati i cinque anni in assenza di alternative, con una opposizione assente e con l’appoggio dei neo-fascisti, il Mozzo ha continuato nella sua “mission”, cambiando l’approccio personale e sembrando più sicuro. Ma se non c’è l’arrosto resta sempre fumo. Non c’è alcuna reale progettualità per Marostica. Ed è diventato uno specialista di querele per chi lo contesta.
D’altra parte la borghesia locale, anche quella del Rotary e del Lions, si è data alla fuga, lasciando la città nelle mani della politica di basso livello.
Osservatorio Politico Sociale di Marostica