GLI ALPINI CELEBRANO IL FASCISMO?

Gli Alpini “festeggiano” a Breganze la guerra fascista contro la Russia con la presenza della Donazzan? È una vergogna

La battaglia di Nikolaevka combattuta il 26 gennaio 1943 durante la seconda guerra mondiale, fu un feroce scontro tra le forze italo-tedesche dell’Asse e le truppe sovietiche. Ci fu da parte dei sovietici un attacco molto consistente che portò ad un caotico ripiegamento nella parte meridionale del fronte orientale e costituì la fase cruciale e risolutiva della ritirata, determinando l’annientamento delle truppe italiane, decimate da morti, feriti e prigionieri, con una minima parte in grado di uscire dalla sacca.

Il 16 gennaio 1943, giorno di inizio della ritirata, il Corpo d’Armata Alpino contava 61 155 uomini. Dopo la battaglia di Nikolaevka si contarono 13 420 uomini usciti dalla sacca, più altri 7 500 feriti o congelati. Circa 40 000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati dai sovietici in vari campi. Uno dei più tristemente noti fu quello di Rada, nei pressi della città di Tambov. Solo una percentuale minima di questi prigionieri farà ritorno in Italia a partire dal 1945.

Quindi in una simile cerimonia si dovrebbero ricordare le vittime del tradimento fascista degli italiani come dallo scritto che riportiamo di Lucia Lancerin.
“Ricordo straziante di mio zio Nino Milani partito a 18 anni senza vestiti né armi né alcuna attrezzatura adeguata, senza cibo né medicine. Ricordo lo strazio di una madre che con tutta la famiglia lo ha aspettato sempre non avendo più avuto notizie neppure per dargli una adeguata sepoltura. Ricordare è un dovere, è come se fosse stati inviati in campo di concentramento. Giovani inviati al macello per la follia di chi comandava. Le ultime notizie che abbiamo sono di un giovane malato, sfinito dal freddo e dalla fame, pieno di pidocchi morto non si sa dove né quando. Immagino lo strazio di chi per tutta la vita, ogni giorno ha sperato di avere sue notizie”.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica