Quando sento parlare di riciclo dei rifiuti mi si rizzano i capelli dato quello che si legge sui giornali. L’Africa come pattumiera, mafia in azione, incendi dolosi, scarichi abusivi, plastiche non recuperate, certificati verdi che non si sa cosa siano, ecc.
Insomma un vero e propri casino. Ma quando c’è un serio impegno mettendo in campo conoscenze scientifiche e tecnologia, il discorso cambia. L’altro giorno si è presentato al Rotary Bassano-Marostica l’ing. Massimo Neresini, amministratore delegato della Sicit. Sembrava una serata come tante per parlare teoricamente di economia circolare. Invece no.
Anni fa i conciari di Arzignano avevano tonnellate di scarti dalla lavorazione del pellame di cui non sapevano che farsene.
In 40 fondarono nel 1960 la oggi Sicit Group S.p.A. per trovare una strada di recupero ed utilizzo del materiale di scarto.
La Sicit è diventata una azienda gioiello tecnologico con sede a Chiampo, leader mondiale nel produrre idrolizzati proteici (stimolanti) per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. Il suo processo è una esclusività a livello mondiale, anche se l’azienda non lo ha brevettato per impedirne la conoscenza ad aziende che non rispetterebbero poi i diritti di proprietà.
I biostimolanti sono normati come fertilizzanti dal nuovo regolamento europeo (1009/2019) come sostanze in grado di stimolare i processi metabolici delle piante e di migliorarne le caratteristiche.
In Italia Sicit ha due stabilimenti. A Chiampo ed Arzignano. Quest’ultimo, con continui investimenti sia in attrezzature che laureati con il massimo livello di formazione, dal 2004 è lo “stato dell’arte” mondiale per la produzione di amminoacidi e peptidi per il settore agricolo. All’estero ci sono due società: Sicit China e Sicit USA.
Una serata indimenticabile per essere informati sulle vere innovazioni di economia circolare per il riciclo dei materiali e per salvaguardare l’ambiente, creando aziende di alta tecnologia ed elevato profitto.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica