Ormai abbiamo capito che il Mozzo non ama il dibattito democratico. Ma gli piace agire con ciò che lui ha deciso, o chi per lui. Lo si è capito anche nell’ultimo consiglio comunale del 27 aprile in cui tutte le minoranze sono uscite dall’aula consigliare perché il Mozzo ha voluto deliberare su due provvedimenti a tempo scaduto. Roba di edilizia naturalmente per avere quattro voti in più. Un mese prima del voto non si possono fare delibere se non quelle di spesa corrente. Invece il Mozzo vuole lavorare in silenzio fino all’ultimo minuto sacrificando le regole della democrazia, perché vuol dimostrare che fa, ovviamente nell’interesse della Comunità. Ma solo i gonzi ormai ci credono.
Gran lavoratore quindi il Mozzo, peccato però che ha scelto il posto sbagliato perché ha poche competenze, rifiuta il dialogo democratico e per finirla si è messo in mano a quei “volponi” di Scomazzon e Colosso che con il supporto dall’esterno di Bucco lo hanno girato e rigirato in questi anni.
Ma vincerà le prossime elezioni? Probabilmente sì. Perché la lista Santini è troppo buonista, segue una logica politica ormai superata, quando l’andazzo popolare di Marostica è da maggioranza “silenziosa”, se non “nera”. E poi andava fatta una opposizione molto più radicale.
Siccome però a noi piace che le storie abbiano un inizio ed una fine siamo curiosi di vedere i prossimi 5 anni di Mozzo che porteranno a termine un ciclo della Lega al potere con questa volta il supporto dei neofascisti, o inventati tali per opportunità politica. Il futuro di Marostica non sarà certamente roseo, ma nero. L’alternanza probabilmente ci sarà quando ci sarà vera opposizione. Noi, anche per ovvii motivi di denunce ricevute dal trio Mozzo, Scomazzon e Colosso, per bloccare la nostra libertà di parola, facciamo come Totò: vota Santini, vota Santini. E non ci asterremo. Votare è un diritto di tutti. Si vota quello che la Provvidenza offre anche per colpa nostra. Sperando che vinca e che Mozzo torni a vendere vino.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica