Era il timore che il tutto si risolvesse con la gioia di chi ha inventato e praticato la truffa del cambio di gestore del gas a Marostica. Invece si va a sentenza in aprile 2024 e quindi il tribunale deciderà cosa fare. Noi siamo stati accusati dalla allora Sindaco Dalla Valle di diffamazione avendo detto che l’appalto era truccato e poteva nasconde una tangente.
Tutto nasce dal pagamento di 910.000 euro da parte del Comune di Marostica nel passaggio dal gestore Italgas al nuovo Ascopiave. Quando normalmente quel tipo di appalto dovrebbe avere costo zero per il Comune. Infatti il nuovo entrante paga gli impianti del gestore uscente. Invece il Comune di Marostica indice l’appalto a 3.015.000 euro al posto di 4.250.000 correttamente valutati da Italgas, che detrae anche il contributo di allacciamento pagato dall’utente a norma di legge dalla cifra iniziale richiesta di 5.367.000 euro.
Marica Dalla Valle appena eletta Sindaco si accorge del rischio che i conti del Comune siano pignorati data la giusta intransigenza di Italgas e si precipita a Milano trattando la cifra finale da pagare a 3.925.976,30 euro. Occorre però andare in Consiglio Comunale per giustificare tale pagamento e la cifra aggiuntiva di 910.000 euro essendo stato aggiudicato l’appalto ad Ascopiave per appunto 3.015.976,30 euro.
E qui il perito del Comune truffa il Consiglio dicendo, con la Dalla Valle zitta, che la legge è cambiata e si devono considerare nel patrimonio anche gli allacciamenti. Non è vero per niente perché tutte le norme e leggi dicono il contrario e non esiste una norma in tal senso. Tra l’altro sarebbe un illecito arricchimento in quanto si mette a patrimonio un bene pagato da altri.
Gianni Scettro, che da Sindaco ha approvato l’appalto, vota contro ironizzando il fatto che così l’utente paga due volte, direttamente e tramite il Comune e chiedendo l’arbitrato a cui la Dalla Valle però giustamente rinuncia, come evidentemente causa persa. Ci sarebbe stato un ulteriore costo per il Comune di circa 200.000 euro senza alcun risultato.
Certamente la gara andava fatta perché la concessione era scaduta, ma non in perdita. Se la gara andava deserta continuava la vecchia gestione senza costi per il Comune. Era anche in cambiamento a breve la normativa sia nelle valutazioni che nell’impedire ai piccoli comuni di indire simili appalti che sarebbero stati di competenza solo di aggregazioni di più comuni.
Invece i “tecnici” del Comune di Marostica, con il Sindaco, dicono che bisogna chiudere la gara costi quel che costi ed hanno fretta, una terribile e dannosa fretta. Perché?
Osservatorio Economico Sociale di Marostica