LA NEVE ARTIFICIALE A GALLIO. QUANDO L’AMBIENTE VA A FARSI FOTTERE UTILIZZANDO CON IPOCRISIA UN LINGUAGGIO AMBIENTALISTA

Sembra evidente che il nostro Veneto sia al limite della tenuta ambientale. Cementificazione della pianura, autostrade deturpanti, inquinamento della falda e assalto alle montagne con impianti di sci adesso anche con innevamento sempre più artificiale.

L’ultima trovata è l’impianto della Ski area Le Melette che dovrebbe “unire innovazione con rispetto dell’ambiente” come affermato da Luca Zaia, a seguire dal presidente di Federfuni Andrea Formento, dal Sindaco di Gallio ed ovviamente dal Presidente della società Le Melette, Andrea Rigoni. Senza che siano coinvolti i cittadini e chi difende l’ambiente senza interesse di soldi.

In realtà è solo un business per pochi eletti finanziato anche dallo Stato, senza alcuna valutazione sull’impatto ambientale.

Perché il cambiamento climatico è evidente e manca la neve naturale o meglio dura solo poco tempo. Ora si vogliono artificialmente mantenere delle condizioni climatiche che non esistono più. E per la neve artificiale necessitano grandi quantità di acqua. E poi che neve è? Occorre fare in modo che tenga anche con temperature più elevate. Cosa ci mettono dentro? Quali sostanze chimiche? Senza contare l’enorme consumo di energia elettrica per farla.

Insomma non c’è niente di difesa ambientale, ma solo interesse economico. La cosa vergognosa è che nessuno insorga di fronte ad evidenti falsità e che ad Asiago non ci sia alcun intervento al riguardo. Noi pensavamo che almeno il CAI intervenisse di fronte ad un linguaggio che di difesa dell’ambiente non ha nulla a che vedere. Solo il WWF ha protestato.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

Potrebbe essere un'immagine raffigurante palla di neve