Infatti sono ben quattro i bancari: Capuzzo, Consolaro, Parise tutti della Volksbank sopravvissuti al crack della Popolare di Marostica e Bertazzo del Credito cooperativo probabilmente grazie al papà come con l’inserimento in consiglio della Coop. I dipendenti sono Zanon, Toniazzo e Dal Bo. Quindi tra bancari e dipendenti 7 consiglieri che hanno la maggioranza.
Ma il vero problema è che non sono stati eletti in base a competenze e programmi, ma semplicemente costruendo delle cordate esterne all’assemblea della Coop che quindi ratifica decisioni “amichevoli” prese all’esterno della Coop. È questa la ragione per cui nessuno interviene se non per incensare nel caso specifico Scomazzon ed il suo addetto alla lettura del bilancio Consolaro, senza appunto chiedere puntuale spiegazione dell’utile operativo negativo di ben 271.952 euro e l’investimento di Breganze fatto tutto con i soldi delle banche. Tutto ciò rende felici tutti gli amministratori che si sottraggono da ogni responsabilità presente e futura e con i soldi della Coop possono intortare ancora una volta i partecipanti all’assemblea con un ricco buffet.
Ma questo andazzo porta al non correggere in tempo gravi errori di strategia. Il successo delle imprese è dovuto al dibattito delle idee, non certo solo al consenso alle persone. Ed il presidente di una società deve essere un attento ascoltatore prima di decidere. Scomazzon nel suo delirio di certezza ha definito le nostre osservazioni come “paranoie”. Magari fosse così ed il futuro lo dirà. Le nostre paranoie espresse in passato intanto si sono realizzate.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica