Mantenere una piccola libreria in un locale con l’affitto da pagare, non è facile. Anche perché in questi anni il mercato dei libri è completamente cambiato. Si vendono in internet, nei centri commerciali, nelle edicole. Una volta le librerie avevano l’esclusività. Ed il libro però è sempre al centro dell’attenzione con numerose presentazioni di autori e novità. Quindi l’interesse ed il mercato ci sono.
Ma si potrebbe sopravvivere? Purtroppo la logica del mercato è spietata e non tiene conto dell’importanza per una Comunità come Marostica di avere una libreria. Certo andavano (o vanno?) esplorate delle alternative. Noi ben 10 anni fa quando eravamo amministratori della Coop Consumatori avevamo proposto la vendita di libri in Coop soprattutto di autori locali. Con un discreto successo. Avevamo inoltre proposto un accordo con Paola in modo che rientrasse nel “mondo” Coop, che non può essere fatto solo di vendita di scatolette.
Ma la logica degli amministratori (e dei dipendenti “padroni”) è stata quella del mattone. D’altra parte come si poteva ragionare con Scomazzon, Consolaro e Capuzzo al di fuori di fare la “bottega” come tante? A loro la cultura non fregava niente. Invece la cultura utilizzata come cardine di un marketing relazionale efficace ed efficiente, può essere il cardine della fidelizzazione dei Soci. Ma occorre fare un master in marketing per capirlo?
Noi ci sentiamo dei predicatori nel deserto, dicendo cose logiche senza essere ascoltati. Intanto Marostica perde una incredibile opportunità e la capacità e l’intelligenza culturale di Paola.
È una ulteriore vergogna anche per Mozzo, tutto preso dal Museo delle scacchiere del Burundi, a cui non interessa nessuno, ed incapace di creare le condizioni culturali reali e necessarie per cui una bella libreria con la biblioteca è il perno per una cittadina come Marostica. D’altra parte prima di fare il Sindaco “vendeva vino” (dichiarazione di Mozzo al processo sulla tangente del gas).
Osservatorio Economico Sociale di Marostica
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