IL MOZZO A MAROSTICA FA SOLO CONVEGNI SENZA PROGETTARE NULLA DI UTILE AI CITTADINI, SE NON INUTILI FERMATE DEL BUS. QUANDO IL COMUNE POTREBBE GIÀ PROMUOVERE UNA COMUNITÀ ENERGETICA

Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte anche nel nostro Paese le “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). È la legge n.8 del 28 febbraio 2020.

Ma che cos’è una comunità energetica? Una comunità energetica consiste in un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.

Vediamo innanzitutto come creare una comunità energetica. Il primo passo da compiere è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità, siano essi persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali o amministrazioni pubbliche locali.

Dal momento che, per legge, lo scopo di una comunità energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’associazione riconosciuta o della cooperativa. Il passo successivo consiste nell’individuare l’area dove installare l’impianto (o gli impianti) di produzione, che dev’essere in prossimità dei consumatori.
Questo significa, per esempio, che una PMI oppure una Pubblica Amministrazione possono installare un impianto fotovoltaico, rispettivamente sul proprio stabilimento produttivo o scuola, e condividere l’energia prodotta e immessa in rete con i cittadini del Comune che hanno deciso di far parte della comunità.

Come funzionano le comunità energetiche? Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza – anche tramite un’azienda esterna allo scopo delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. È bene chiarire che gli incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità, cioè a quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Qualora la produzione sia superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla comunità il solo valore economico dell’energia, senza ulteriori benefici. Tale energia può anche venire immagazzinata in sistemi di accumulo (tipicamente batterie elettrochimiche agli ioni di litio) per essere poi utilizzata quando le fonti rinnovabili non sono utilizzabili (per esempio di notte nel caso dei pannelli solari) o quando se ne verifichi la necessità (per esempio per far fronte a picchi di domanda).

Come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta attiene alle regole di funzionamento della comunità energetica, che ciascuna comunità stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato.

Da un punto di vista pratico, ogni membro della comunità continua a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ma riceve periodicamente dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti alla comunità. Tale compenso, non essendo tassato, equivale di fatto a una riduzione consistente della bolletta.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LA BUFALA DEL RISPETTO DEL PATRIMONIO VINCOLATO

di Mario Scuro

Ha suscitato commenti non certo benevoli fra i nostri lettori la notizia sull’occupazione e sulle modifiche d’uso delle chiese di Napoli, argomento sul quale si è ampiamente soffermato l’ultimo servizio di “Report”. Si coglie, in alcuni, la sottolineatura del luogo comune: sono cose che succedono al Sud. Il che fa riemergere l’idea di un’Italia divisa fra nordisti (bravi) e sudisti (meno bravi).
Con ciò si dimentica (o si vuole ignorare) quanto di analogo succede anche nella nostra comunità; con l’aggravante che, mentre le chiese sono di proprietà di un ente indipendente, qual è la Chiesa, cinta, torri e castelli di Marostica sono di proprietà del Demanio statale (recentemente ceduti al nostro Comune) e quindi patrimonio di tutti i cittadini. Pertanto ogni “offesa” dovrebbe sollevare l’indignazione generale.
Prendiamo un esempio eclatante: la torre P della cinta.
Il fortilizio fa parte di 11 torri delle 24 esistenti di cui il privato rivendica la “proprietà”, essendosi impossessato delle stesse nel tempo.
Ora, la proprietà ed i vincoli sono stati reiteratamente pubblicizzati dallo Stato; soprattutto con il Decreto Soragni 2014, il D.L. 22 gennaio 2004 n.42, il Piano Particolareggiato per il Centro Storico di Sergio Los 1984, il Decreto Giovanni Spadolini 1975, il Decreto Aldo Moro 1959, il Decreto Pasquale Grippo 1915.
Cento anni fa, la torre in parola (pur abitata) appariva nella sua struttura originaria, con ai lati solo due strutture mobili, adibite rispettivamente a stalla, porcile, pollaio e a bottega-deposito di un falegname di Marostica.
Con il tempo, il privato occupante ha iniziato una manovra di “isolamento” dal contesto cittadino, interrompendo l’antica contrada Castello (oggi, Callesello), che da Porta Bassanese conduceva alla sommità del Pausolino internamente alla cinta, delimitando a suo favore un vasto terreno con muri e reti metalliche, innalzando un robusto inaccessibile portone vicino alla torre Q.

 Ma quello che è maggiormente riprovevole è che, tra l’indifferenza di chi era (ed è) preposto alla tutela ed alla salvaguardia del bene, lo stesso privato ha elevato gradualmente strutture abitative, avviluppando e deturpando la torre, come appare nelle fotografie riportate. Ancora, ha ricevuto un forte indennizzo finanziario pubblico (pari al 70% della spesa) in occasione del restauro comunale della medesima torre (2004-05).
Ciononostante, Marostica, “Città veneta della Cultura”, “Bandiera arancione del Touring Club Italiano, “Città degli Scacchi”, si vanta pubblicamente – a bocca dei suoi amministratori – di essere “modello per il rispetto dell’ambiente e dei beni”. Sarà….

IN MESSICO NON C’È CRISI ENERGETICA. IL GPL COSTA 1/3 RISPETTO ALL’ITALIA

Tornando dopo un anno in Messico troviamo un cambio euro/pesos sfavorevole. Un euro oggi vale 19 pesos rispetto ai 23 dello scorso anno quindi una perdita del 17%. Ovviamente questo è influenzato dall’aumento del valore del dollaro a cui il pesos è collegato.
Il gpl usato per l’acqua calda e cucinare costa 1/3 rispetto all’Italia. Arriva a casa il camioncino che ti riempie il bombolone da 30 kg. Il fatto è incredibile in quanto il gpl deriva dal petrolio che ha un prezzo internazionale. Quindi dovrebbe più o meno
costare lo stesso anche in Italia.

In un ristorante medio si spende per un pranzo con carne o pesce, verdure e birra sui 200 pesos con obbligo del 10% di mancia. Quindi sui 12-13 euro.

Quindi il costo della vita anche se leggermente aumentato rispetto allo scorso anno resta circa 1/3 di quello italiano.
Quello che assolutamente meraviglia, almeno nella cittadina in cui viviamo, è l’assoluta mancanza di impianti solari e fotovoltaici in presenza di condizioni ideali. Qui il sole c’è quasi sempre con temperature che oscillano tra i 25 gradi di giorno ed i 10-15 alla notte.

Avendo trovato la possibilità di condividere in affitto con una coppia di amici americani una bella casetta sul lago Chapala stiamo considerando di svernare qui senza le spese di riscaldamento in Italia, risparmiando notevolmente e vivendo in un paesetto di circa 15.000 abitanti di cui la metà sono pensionati americani. Un po’ hippy, della generazione anni ‘60. E c’è anche un bel club Rotary cui andiamo come graditi ospiti.
Certo facendo due conti sul costo dell’aereo, questo è compensato in parte dal “risparmio” energetico per il riscaldamento, ma è anche un’occasione per rivedere amici e parenti messicani.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

DIRE “MAFIOSA” AD UNA PERSONA È REATO? PROCESSO IN CORSO

Anni fa definimmo con un articolo “mafiosa” una persona che continuava su varie pagine di fb ad insultarci e denigrarci. Eravamo all’inizio della nostra attività informativa a Marostica e avevamo ricevuto inaspettatamente le prime lettere verdi di querele intimidatorie per fermarci (per la Biblioteca, Territori del Brenta e appalto truccato del gas). Un personaggio locale di sesso femminile comincio’ a denigrarci ed insultarci sulle varie pagine fb e a “starnazzare” che avevamo un sacco di querele. Come avessimo un sacco di condanne. E ci espulse dalla pagina fb di cui era amministratrice perché si arrogò il diritto di pronunciare la sentenza prima del tribunale accusandoci di dire falsità. Per un breve periodo abbiamo risposto. Poi, davanti ad una continua attività provocatoria di insinuazioni nei nostri confronti per difendere i propri interessi familiari, la definimmo mafiosa in un momento di non ulteriore sopportazione e per chiudere ogni replica.
Ora questo personaggio ci ha portati davanti al giudice per appunto averla definita mafiosa. Noi facciamo due osservazioni:
1. La nostra è una risposta alla continua provocazione diffamatoria. Non ne potevamo proprio più.
2. Il significato di mafiosa è ben preciso nel linguaggio comune e ben esplicitato nel dizionario della lingua italiana: “ Chi al potere della legge tende a sostituire il potere o l’autorità o il prestigio personale imponendo agli altri gli interessi propri o di un gruppo ristretto e difendendo a oltranza i propri amici, a danno d’altre persone”.
Ora questo personaggio si è presentato davanti al giudice per averla definita mafiosa con incredibili dichiarazioni contro di noi.
Risponderemo a davanti al giudice in febbraio. Vedremo.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

35.000 EURO ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA A MAROSTICA PER L’UTILIZZO DEL CENTRO PARROCCHIALE

La Curia Vescovile di Vicenza ha autorizzato la stipula del contratto tra Comune di Marostica e Parrocchia di Santa Maria per l’utilizzo in locazione dell’edificio del Centro Parrocchiale per il trasferimento della Scuola Primaria per 14 mesi. Tempi necessari per i lavori di adeguamento sismico della Scuola Primaria.
L’inizio del contratto parte dal bimestre novembre/ dicembre 2022 con il pagamento della prima rata di 5.000 euro. Il termine dell’affitto è fissato a dicembre 2023 per un esborso totale da parte del Comune di 35.000 euro.
Evidentemente i tempi da rispettare per i lavori sono rigorosi.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

YLENIA BIANCHIN E LA GIUNTA DI MAROSTICA IGNORANO PERCHÉ HA SUCCESSO LA PARTITA A SCACCHI. SONO PERICOLOSI

Probabilmente non hanno mai chiesto ad alcun ospite: “cosa ti è piaciuto della partita?” Lo si comprende dalla riunione convocata giovedì 3 novembre dalla Bianchin su mandato della Giunta con le Associazioni della Biblioteca. Si comunica il diktat culturale di Mozzo & C. per il 2023: in occasione dei 100 anni della prima Partita a Scacchi, che appunto data 1923, tutte le iniziative culturali devono avere un orientamento scacchistico. Una incredibile “pensata” culturale.

Quella partita a scacchi del 1923 era morta e sepolta perché così non era riproducibile. Era una idea senza storia e vita.

Poi nei primi anni ‘50 un gruppo di intelligenti marosticensi volle riprendere il progetto con un approccio completamente diverso. Non certo per mostrare il gioco degli scacchi, ma mantenendo l’elemento partita.
Ed il bravo Festa della Belfe, avendo esperienza aziendale, trasformo’ questa idea in un briefing per l’arch. Mirko Vucetich. Da bravo artista egli realizzò il progetto prendendo a riferimento usi e costumi di Venezia e stupendo gli spettatori valorizzando Castello, Piazza e Mura di Marostica. Così è nata la leggenda: un grandioso spettacolo con oltre 600 figuranti su un palcoscenico unico al mondo. Certo il titolo è rimasto perché c’è la sfida con gli scacchi e sulla scacchiera sulla piazza per alcuni minuti si muovono le pedine viventi.
Ma i nostri invitati sono abbagliati dalla magnificenza dello show, dall’incredibile incendio del Castello, dallo sfarzo die costumi, dai suoni di un’altra epoca. Insomma Vucetich ha aperto a Marostica una finestra sul mondo veneziano del ‘400.
Tutte cose che non hanno niente anche a vedere col mondo degli scacchi e che Venezia stessa ha perso. Oggi non esiste nulla di simile.
Quindi è lo spettacolo storico costruito da Vucetich che attira il pubblico. Non certamente il gioco degli scacchi di per se’. La Partita a Scacchi rimane un titolo.
Per questo il progetto di un museo delle scacchiere ha un senso molto marginale.
Ha senso invece il museo dei costumi, dei personaggi, del legame con Venezia e della capacità di saper ancora creare con le aziende locali in modo artigianale tutto ciò che serve per il grande show di Marostica. Unico al mondo.
Lo capiranno i nostri amministratori?

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

IL CASTELLO DI MAROSTICA AD USO DEGLI “AMICONI” BUCCO E MOZZO. MA CHE COMPETENZE HANNO E COME HANNO DECISO?

di Mario Scuro

L’affido alla Pro Marostica del Castello Inferiore, senza il dovuto dibattito comunitario in quanto il maniero è proprietà dei “marostegani” (cfr. Decreto 1894), ha comportato alcune scelte, che potevano, perlomeno, essere messe in discussione prima della definizione, come previsto dal patto 11 maggio 2018 del sindaco Matteo Mozzo con gli elettori.
Ora, giusto mettere una barriera all’ingresso; anche per evitare occasioni di danneggiamento o di sottrazione: cfr. la pergamena per la Partita a Scacchi 1923 di Gabriele D’Annunzio – l’anno prossimo celebreremo il centenario; i gessi della gipsoteca del grande scultore cittadino Bartolomeo Ferrari; i ricordi della Marostica Umbertina; le “prove” di Mirko Vucetich. Ma – io insisto – occorre arrivare ad una scelta “globale”, sostitutiva degli interventi e dei progetti parcellizzati ai quali assistiamo negli ultimi anni, dopo il completamento del lungo restauro (1990-2008) della fortezza.
Nel frattempo sono ignorate le indicazioni dei gruppi di lavoro e delle commissioni comunali per “la salvaguardia e la valorizzazione del Castello da Basso”: “monumento a ricordo dei Martiri della Resistenza” – lo spazio nel cortile è stato lasciato vuoto, dopo l’intervento Xausa 2012 per la pavimentazione; “Il Castello restituito racconta la storia, la vita e le proposte della Città”, con stesura progettuale indicativa e stampa a spese personali, non rimborsate; “Uso degli spazi monumentali”, con privilegi per i cittadini. Il sindaco Matteo Mozzo si è guardato bene dal convocare le stesse commissioni, preferendo affidarsi all’estro del momento, non ipotizzando la visione di Marostica futura, non affrontando il superamento del turismo “mordi e fuggi”.
Tornando all’argomento titolato, ricordo che la commissione specifica, di cui facevo parte, aveva proposto la visione gratuita almeno del piano terra (cortile, porticato, mastio) e il servizio wc per tutti (come avviene nei castelli scaligeri di Verona e di Soave). La foto riportata annulla l’intenzione comunitaria.
Andrebbe, poi, discussa la decisione di Giunta di questi mesi, che prevede l’utilizzo del Castello per ospitare il “Museo degli Scacchi” con condizioni pesanti per la Comunità: investimento finanziario di 465.000 euro, senza che sia stata effettuata un’analisi di mercato sulla reale attrattiva di un simile museo, con un dubbio ritorno positivo di pubblico (cfr. l’esperienza di Heves, Ungheria, di cui sono testimone); affido decisionale della gestione ad un comitato presieduto dal donatore delle scacchiere, il quale imporrà il suo nome museale scavalcando la proprietà e la decisionalità comunale ed esigerà lo stanziamento di 10/15.000 euro l’anno “per lo sviluppo e l’incremento della collezione” (cioè soldi pubblici per scelte private gratuite).

Purtroppo, dobbiamo constatare che questo è il destino “foresto” delle iniziative originate all’interno della nostra Comunità per il fatto di non averle localmente sapute gestire: v. Opificio Chiurato (“il bubbone del centro storico”, Renato Cevese – abbattuto e ricostruito contro la decisione del PRCS, approvata dal Consiglio Comunale, spesa 12 miliardi di vecchie lire + arredo + pertinenze); Mercatino dell’Antiquariato (diventato, di fatto, dell’usato); Marostica Summer Festival (con sede organizzativa trasferita dall’opulenta Thiene alla modesta Piazzetta Filippi nostrana, senza pubblicizzazione di spesa gravante sulla Comunità …); la futura gestione “romana” del Politeama; soprattutto, la rinuncia alla gestione diretta della Biblioteca Civica e dell’Archivio Comunale.
Ciononostante, l’intrepida direttrice della piazza Ylenia Bianchin annuncia alla stampa: con il Museo degli Scacchi… “Siamo all’inizio di una nuova vita per la Città di Marostica e questa è una sfida che coinvolgerà tutta la città, la regione e l’intera nazione”. Sarà?… Vedremo!..

LA TOMBOLA DI DOMENICA A MAROSTICA COSTA 3.470 EURO E PAGA CUCÙ. LA VENDITA DELLE CARTELLE VALE 3.400 EURO

Certo la vendita delle cartelle ha dimezzato i costi della manifestazione domenica scorsa in Piazza. Manifestazione che indubbiamente ha avuto una grande affluenza di pubblico. La Pro Marostica ha chiesto al Comune il pagamento della differenza dei costi con i ricavi per 3.470,00 euro. Il Comune ha deliberato il pagamento a firma Dr. Gabriele Dal Zotto.
Ma è giustificato che il Comune, cioè noi, paghiamo anche la Tombola? Di solito queste iniziative dovrebbero andare in pari o guadagnare per qualche iniziativa benefica. Altro che pagare! Anche perché la Piazza era stracolma e tutti gli operatori presenti hanno guadagnato ed al limite avrebbero dovuto pagare loro.
Ma una seria “moralità “ non esiste ed paga sempre Pantalone, cioè noi cittadini, addirittura anche la Tombola. Pro Marostica ridicola.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LA “CONGREGA” DEL CAFFÈ DELLA CUMAN INAUGURA LA SPEZIERIA DI PROSPERO ALPINI A MAROSTICA

Una idea ce la si può fare, ma proprio un’idea con questa piccola mostra in onore di Prospero Alpini al Castello inferiore di Marostica. Perché innanzitutto manca un audiovisivo che la spieghi. Così è solo una esposizione di cose strane che non hanno molto significato per un normale visitatore. Che può capire ben poco.
Invece Prospero Alpini è un grande personaggio non solo perché ha fatto conoscere all’Europa il caffè, ma perché è riconosciuto come il primo farmacologo/botanico moderno, con la conoscenza degli effetti terapeutici delle erbe medicinali. E anche attento conoscitore dei sintomi e dei segni di una malattia.
Quindi un grande personaggio che fa onore a Marostica.
Ma oggi tutto resta con l’apprezzabile Centro Studi, che sta dandosi un programma per studiosi dell’Universita’ dei Padova in attesa anche di soldi, e la fantomatica Accademia del Caffè, sempre limitata più o meno ai soliti personaggi in costume. Invece di valorizzare la figura di Prospero Alpini come il simbolo del Caffè attraverso anche una operazione di marketing turistico, coinvolgendo cittadini e visitatori di Marostica.

Se confrontiamo questa iniziativa, con le sue potenzialità, con l’iniziativa proposta di recente del Museo degli Scacchi o meglio delle scacchiere ci troviamo di fronte in questo ultimo caso ad una operazione a vantaggio di un collezionatore privato di scacchiere, senza una reale valutazione di attrattivita’ di pubblico. Tra l’altro quest’ultima è proprio una iniziativa inventata da quattro gatti senza peraltro alcun riscontro e coinvolgimento, da quel che sappiamo, della locale Associazione degli scacchisti. Un pastrocchio “politico” insomma.

UNA MONTAGNA DI INVESTIMENTI A MAROSTICA, MA NON C’È UN PROGETTO PER UNA “COMUNITÀ ENERGETICA”

L’ultimo è quello per il fantomatico museo degli scacchi. Poi l’orribile e pericolosa nuova fermata del bus, quando era già stato fatto l’investimento per la stazione. Per non parlare del costo milionario del restauro del ristorante al Castello superiore. Insomma il totale spese in conto capitale è pari a 16.542.510,10 euro, non noccioline, per il 2022. Ma quanto di questo mega investimento reca effettivi benefici ai cittadini di Marostica? Come sono quindi bilanciati questi soldi? I cittadini hanno avuto un minimo di voce?
Lo diciamo perché il momento attuale per le tasche dei cittadini è critico. Inflazione, aumento dei costi, crisi energetica. Ed il Comune tace. Degli amministratori capaci e previdenti come minimo organizzerebbero una riunione di programma tra i cittadini.
La creazione di una “comunità energetica” per auto produrre energia sembra un passo da fare rapidamente e da studiare attentamente.
Ci rendiamo però conto che senza persone capaci e con competenze affrontare i problemi che oggi sono di estrema necessità diventa un problema arduo. Con anche un consiglio Comunale in cui sono ancora presenti personaggi che hanno avvallato la truffa dell’appalto del gas con un danno di 910.000 euro.
Siamo quindi in una situazione di investimenti a caso, senza una visione complessiva e con priorità. Un agire razionale ed efficiente si ottiene attraverso il coinvolgimento della Comunità, non con decisioni che piovono dall’alto come Provvidenza della Lega di Marostica per prendere voti.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica