GLI ALBERGATORI LOCALI VANNO A GAS O GASOLIO, POVERETTI. MENTRE QUELLI DEL SUDTIROLO VANNO A CIPPATO SPENDENDO NIENTE

Sono assurde le polemiche recentemente apparse sugli aumenti dei prezzi degli alberghi dovuti all’aumento dell’energia. Dal solito Astuni che continua con il no-marketing, a Lunardi presidente della Confcommercio che non sa che pesci pigliare.
Ma si sono mai sognati i nostri “eroi” di andare a vedere i confratelli dell’Alto Adige? Hanno smesso da anni di andare a gas o peggio a gasolio, ma vanno a cippato, il legno delle ramaglie. È il risultato della gestione dei boschi che in pratica in questi anni di abbandono della montagna sono raddoppiati come estensione. Ora il Trentino-Alto Adige utilizza “solo” il 40% dell’aumento di vegetazione del bosco trasformandolo in cippato, cioè piccole scaglie di legno. In Austria arriviamo all’80%. Quindi con rispetto degli ecologisti le dimensioni del verde non viene toccato, ma vengono utilizzate solo le piante in più.
Ovviamente il prezzo è circa l’80% in meno del gasolio. Occorre però avere una produzione locale, diciamo nell’arco dei 30 km altrimenti comincia ad incidere il costo del trasporto.
Ma i nostri albergatori sono solo capaci a lamentarsi, senza guardarsi intorno ed avere una visione di come può essere gestito il futuro. E questa si chiama gestione lungimirante del business.
Queste informazioni sono state da noi apprese in una interessante serata Comune dei due Rotary di Bassano-Marostica.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

IL FUTURO ISLAMICO DEL CASTELLO SUPERIORE

di Mario Scuro

In appendice al bando di gestione della Taverna de Marostega, l’Amministrazione Comunale ha pubblicizzato il futuro della sommità del Pausolino, prospettando “il nuovo parcheggio di fronte all’ex Museo Ornitologico”; rispolverando l’idea dell’ “ascensore-minareto” per raggiungere a Nord il ristorante; annunciando la “sistemazione dei cortili”.
Ora, dobbiamo dire che la chiusura del museo è stata una ferita per la cultura della Città, dal momento che la vasta esposizione di uccelli offriva una singolarità nella rete di proposte del territorio ed un’occasione per la conoscenza della fauna avicola locale. Singolarità accompagnata dall’ ”esibizione dei rapaci” nel campeto della Rocca, molto seguita dai turisti e dalle scolaresche.
Dell’ascensore-minareto ci siamo già occupati. È un progetto semplicemente assurdo, che, realizzato, suona offesa alla storia, all’ambiente, al Decreto Soragni, di cui Marostica gode, ma che non si vuol realizzare, dopo dieci anni dalla promulgazione sulla Gazzetta Ufficiale. Oso sperare che il soprintendente dottor Vincenzo Tiné – da me avvisato – blocchi nuovamente l’insana idea, che porterebbe all’elevazione di una struttura in cemento-vetro sull’aspro e selvaggio versante Nord del Pausolino, deturpando irrimediabilmente il paesaggio. L’Amministrazione dovrebbe preoccuparsi, piuttosto, di migliorare la strada di accesso, sostituendo il cemento di sostegno, abbandonando l’asfalto deteriorato, eliminando gli scarichi a vista, tagliando le piante selvatiche e infestanti per mostrare il vallo naturale scaligero, come sostenne Aurelio Galfetti, quando venne a Marostica (cfr. Bellinzona, restituita dal grande architetto).
Per i due cortili interni esiste da anni un disegno della Soprintendenza (cfr. i miei interventi a Padova, quando esisteva la sede ministeriale per l’archeologia), mirato al rilievo del sottosuolo (oggi facilitato dagli infrarossi), prima di procedere alla pavimentazione (sperando che non sia la solita asfaltatura).
Si vuole, infatti, accertare – attraverso il rilievo archeologico – quale potesse essere il Castello scaligero, che gli storici descrivono imponente ed impressionante: “Marostega à il castello in cima al monte, è quadro, con quatro toresini ed una torre in mezzo”. Il Matteazzi [esagerando] parla di “una campana della comunità ben grande, che, suonando, si soleva, nella seconda dell’aere, sentir sino a Vicenza, quindeci miglia lontana da Marostica” [detta campana, rifusa e ridotta, è il campanon sistemato, ora, nella torre del Doglione].
Stando ai rilievi effettuati ed alla documentazione d’archivio, il Castello doveva contenere tutto ciò che serviva per essere autonomo e ospitare la residenza del castellano, le milizie, i difensori, le stalle, provvisto di “un profondo pozzo, un mulino da vento, una chiesa non piccola”.
La fortezza fu importante campo di battaglia durante la Guerra di Cambrai (1508-11).

La telenovela della Taverna de Marostega continua …

E SERGIO SAVIOLI SI FA LA CONFERENZA QUASI DA SOLO SULLA GUERRA IN UCRAINA, A MAROSTICA ALLA CHIESETTA SAN MARCO

Non abbiamo capito come si possa organizzare una conferenza così interessante e di estrema attualità da solo. Con il risultato poi di essere in quattro gatti.
Ma i Don Chisciotte esistono ancora, per fortuna, ed uno di questi è Savioli , un marosticense che parla veneto con accento inglese dati i suoi trascorsi in Inghilterra.
Giovedì sera si è affittato e quindi pagato la sala della Chiesetta San Marco. Ha pubblicizzato l’iniziativa sui social con anche una errata comunicazione. Senza firma di chi organizzava l’evento ed uno straccio di contenuti.
L’esposizione di Savioli è stata comunque interessante ed abbastanza completa eludendo però le vere motivazioni della guerra. Che non è una semplice aggressione russa. La Russia era stata messa con le spalle al muro, riducendo il suo ruolo politico al lumicino, essendo ormai circondata da Paesi aderenti alla Nato dopo che facevano parte del Patto di Varsavia.
E la Russia non ha mai avuto in questi anni una strategia politica per far valere i suoi interessi giusti o sbagliati che siano.
E poi il fatto che nessun vero Patriota permetterebbe, come sta facendo Zelensky, di distruggere il proprio Paese con una storia millenaria portandolo anche alla bancarotta.

Infine la pressione mediatica e politica a cui sono sottoposti gli italiani per diventare guerrafondai. Tutti i media sono per Zelensky. Uno scandalo ed un ruolo importante che l’Italia sta perdendo: quello di essere un Paese “mediatore” che non prende mai una posizione estremista.
Noi abbiamo il sospetto che sia in atto una incredibile manipolazione per renderci servi.
Il nostro parere è che con la vicenda dell’Ucraina l’Italia non debba esserci e debba mantenersi neutrale.

Speriamo che la prossima conferenza sull’Ucraina ci siano le associazioni di volontariato di Marostica e l’argomento sia sviluppato in modo da comprendere tutte le sfaccettature.
Crediamo che se commemorare il Canova con tutta la sua attività sia importante, oggi non meno importante sia salvare la nostra pelle con quella dei poveracci destinati a morire.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

RETE VENETA JANNACOPULOS, BRAMAZZA, L’OSPEDALE, L’INFORMAZIONE TRUCCATA, ECC.

La vicenda Bramazza-Jannacopulos è un esempio lampante di una lotta di potere senza esclusione di colpi in una zona in cui anche le regole morali sono sempre più venute meno.

Di fronte ai fatti della querela di Bramazza, direttore generale dell’ospedale di Bassano, contro il “sistema” informativo di Rete Veneta di Jannacopulos alcune considerazioni vanno fatte. Anche per esperienza diretta come manager della “comunicazione aziendale” svolta per tanti anni a Milano.
È evidente che l’informazione ha un grande potere nell’orientare l’opinione pubblica e che ha anche un padrone. Che spesso non è un editore puro e usa anche i suoi media per tutelare i suoi interessi.
Gli equilibri di una corretta informazione nascono nel momento in cui i mezzi di informazione si fanno concorrenza difendendo opinioni ed ovviamente interessi diversi in modo chiaro.
E la pubblicità pubblica o privata serve per rafforzare posizioni spesso interessate e condizionare giornali, tv, radio, internet….
Nel caso specifico di Bramazza è evidente la sua odierna vulnerabilità nata da una vicenda personale di un investimento folle che gli ha procurato una colossale perdita personale.
La patata era passata al suo datore di lavoro: Luca Zaia. Che ha praticamente ignorato la vicenda. E Bramazza è una persona ben diversa dall’ex direttore generale Sartori, uno dentro fino in fondo nella gestione sanitaria.

Se teniamo conto che RETE VENETA è in zona l’antagonista di TV A di proprietà dell’Associazione Industriali con il Giornale di Vicenza, capiamo che gli equilibri dell’informazione sono piuttosto precari. Certo c’è pure Tich con il suo Bassanonet, ma diciamo che è un abile equilibrista che deve tenersi buoni un po’ tutti. E quando magari esagera un po’, come nel caso recente della Pedemontana, viene subito messo in riga.
E entriamo nel fenomeno internet-social, che vivacizza l’informazione con la ricerca di avere una propria base di lettori. In zona c’è ne sono parecchi per lo più tematizzati. Alcuni di destra fanno solo esaltazione partitica.
I pochi seri sono prudentissimi specialmente nell’ambito politico: temono le querele. Non vogliono spendere soldi per gli avvocati che gli amministratori pubblici hanno gratis. E poi servono competenze e professionalità che spesso non c’è.

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NIENTE BIH O BOH PER IL NUOVO PARCHEGGIO DELLA VIMAR IN CONSIGLIO COMUNALE: UNANIMITÀ SILENZIOSA

NIENTE BIH O BOH PER IL NUOVO PARCHEGGIO DELLA VIMAR IN CONSIGLIO COMUNALE: UNANIMITÀ SILENZIOSA

Con un obolo di circa 25.000 euro si risolve subito la richiesta della Vimar di trasformare da agricolo a parcheggio un pezzo di terreno di sua proprietà in via della Ceramica. Nessun dibattito, nessuna proposta o tantomeno perplessità in Consiglio Comunale.

Noi ci permettiamo solo di dire che un parcheggio può essere fatto interrato, per evitare un ulteriore danno paesaggistico. Come ormai avviene un po’ dappertutto. Ma in Consiglio comunale regna il silenzio. Ma che politica è? Dei conigli?

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

UN MUSEO DEGLI SCACCHI A MAROSTICA PER 465.100 EURO E AGGIORNAMENTO DEI SOLDI PNRR PER AUMENTO DEI COSTI DI 356.000 EURO

Continua da parte della Lega di Marostica, con portavoce Scomazzon e Colosso, il darsi da fare per buttare nel pentolone sempre più investimenti.
Adesso appare quello per il Museo degli Scacchi frutto di un accordo con un privato, di cui abbiamo già parlato, da collocarsi all’interno del Castello inferiore. Tale accordo ci sembra solo a vantaggio del privato. Non si tratta affatto di una vera donazione, ma la glorificazione di una raccolta di scacchiere di un collezionista che poi comanderà l’iniziativa. Nell’ultimo Consiglio Comunale si è parlato di un investimento di 465.100 euro e con relativa richiesta di fondi del PNRR.
Ma già i nodi degli investimenti precedenti vengono al pettine per l’aumento dei costi di questo periodo. Infatti si è dovuto deliberare uno stanziamento di 356.000 euro come aggiornamento degli investimenti in essere già ottenuti sempre con il PNRR.

Da rilevare il fatto positivo del totale cambiamento di opinione della Lega sulla piscina. Dalla volontà di venderla alla comprensione dell’importanza sociale per i cittadini e quindi l’impegno finanziario per ottimizzarne le condizioni, dato anche la professionalità dimostrata dal nuovo gestore. Addirittura viene previsto un investimento per efficientamento energetico di 1,2 milioni di euro. Anche in questo caso è stata presentata domanda per i fondi del governo. Ma comunque senza fondi statali si procederà a stralci, essendo l’investimento ritenuto indispensabile per la Comunità.

In questa caterva di proposte di investimento e variazione della programmazione, Santini del PD chiede un attimo di riflessione ed esame in commissione, cosa che non è stata fatta disattendendo anche il regolamento comunale.
Ma adesso si corre perché le elezioni si avvicinano e la Lega vuol presentare tanti progetti. Poi la capacità di realizzarli, che è quel che conta, forse spetterà ad altri.

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UN NOBILE GESTO DI MOZZO: UN MINUTO DI SILENZIO IN ONORE DEL SEN. PIETRO FABRIS

A sorpresa alla fine dell’ultimo Consiglio Comunale il Mozzo ha finalmente fatto il Sindaco. Un gesto politico significativo di cui gli diamo atto ed onore. Ha infatti chiesto un minuto di silenzio per ricordare il Sen. Fabris recentemente scomparso. Conservatore, cristiano fervente però uno dei pochi politici “democratici” nel vero senso della parola. Cioè uno che ascoltava con attenzione le opinioni degli altri per vedere se erano untili alla Comunità.
Ed il Mozzo ha riconosciuto in lui un grande impegno a favore dei cittadini locali e del Paese.
“Anche se non è direttamente un nostro cittadino….chiedo di osservare un minuto di silenzio…per tutto quello che ha fatto per il nostro territorio…esempio per tutti gli amministratori…volontà di lavorare senza guardare i listini politici per il benessere del Territorio”.

Forse il Mozzo si sta emancipando dalla logica “son leghista, son bravo e decido tutto mi”. Sta studiando la storia democratica del territorio. Non è mai troppo tardi.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LA TELENOVELA DELLA TAVERNA DE MAROSTEGA SEMPRE A CARICO DEI CITTADINI. UNA FIGURA DA PAJASSI

Io credo che, forse, nessuna struttura pubblica marosticana abbia avuto una storia così tormentata come la “Taverna de Marostega”, edificata all’interno del Castello Superiore, finita col creare più danni che benefici per la Comunità, che si voleva servire.
Sorta negli anni Cinquanta, dopo l’accordo con l’ex capitano della Wermacht di stanza in Panica Wilheim Pabisch, divenuto proprietario della sommità del Pausolino durante la seconda guerra mondiale (investimento pubblico di 1.800.000 lire; abbattimento della casa colonica interna abitata dalla famiglia Chemello, fittuaria della famiglia Tescari; permesso di costruire un “fabbricato rustico” per il gestore all’esterno N-O, divenuto l’ennesima superfetazione, ora trasformato in b&b), la Taverna fu inaugurata il 29 dicembre 1959 dall’on. Mariano Rumor, ministro dell’Agricoltura, autorevole rappresentante vicentino della Democrazia Cristiana a livello nazionale ed internazionale, cinque volte a capo del governo italiano.
Proprietà del Comune di Marostica, affidato a gestione privata, il ristorante ha avuto continui rifacimenti ed aggiunte (nuova ala Ovest: terrazza; deposito a Nord; nuovo tetto 1992: totale ristrutturazione 2000-01; cortili per il parcheggio e le feste nuziali), con investimenti finanziari milionari (ovviamente a carico del contribuente); interventi tali che possiamo dire che la struttura abbia costituito un deficit per il Comune.
L’ultimo progetto dell’architetto comunale Francesca Furlanetto ha comportato la chiusura del ristorante dal 2019 ed un investimento superiore al milione di euro, con conseguente sostanziale modifica edilizia.
Il recente bando per l’affidamento in concessione origina ulteriori interrogativi.
Per la stesura l’Amministrazione Comunale è ricorsa ad un impiegato di altro comune (pagato, naturalmente – era necessario?).
La durata dell’affidamento è stabilita in 9 anni con canone annuo a base di gara di 72.000 euro. La cifra per l’esercizio (6.000 euro al mese) in sé non è vantaggiosa per il Comune, qualora si pensi al canone che pagano gli esercenti della piazza e alla svalutazione nel futuro decennio.
Ma nel testo appaiono condizioni capestro: concept di allestimento dei locali e dell’area; progetto tecnico gestionale; offerta enogastronomica di prodotti di pregio del territorio, accompagnata da una proposta accattivante accessibile ad un vasto pubblico, con programmi ed eventi dedicati; integrazione con il sistema turistico.
Il fatto è che, alla vigilia della scadenza, l‘Amministrazione Comunale ha deciso la “proroga” del bando per “permettere a chi è interessato di formulare al meglio la proposta”. Il che fa supporre un insufficiente interesse per la gestione.

Siamo curiosi di conoscere il seguito della telenovela. Intanto, la Taverna resta chiusa.

Mario Scuro

SIMONE BUCCO, GEOMETRA, IMPLICATO NELLA TRUFFA DEL GAS, DEVE ANDARSENE DA PRESIDENTE DELLA PRO MAROSTICA. DIAMO INVECE SPAZIO ALLE NOSTRE ECCELLENZE COME IL PROF. MARIO GUDERZO

C’era anche Simone Bucco, come assessore, nella riunione della Giunta Scettro che decide di procedere all’appalto “truffa” per il cambio di gestore del gas. A chi sono finiti i 910.000 euro pagati dai cittadini di Marostica?
Tra l’altro il trucco di togliere due volte il valore degli allacciamenti per arrivare al valore di appalto desiderato, invece di una sola volta come da legge, dovrebbe essere ben evidente a chi di mestiere un minimo del funzionamento degli appalti
ne dovrebbe capire.
Ed il geom. Bucco proprio per la sua professione non poteva non sapere che la Giunta Scettro stava barando e commettendo un reato.
Ma si sa che l’arroganza di chi crede di essere “politici” indispensabili alla Comunità porta a farsi le proprie leggi per raggiungere lo scopo.

Non è ora più accettabile che il geom. Bucco resti ancora Presidente della Pro Marostica e rappresenti in qualche modo i cittadini.

Esiste anche un limite culturale della attuale situazione e sarebbe il tempo che come nel passato figure eccellenti di Marostica siano valorizzate. Come il prof. Mario Guderzo, che, dopo aver diretto la Gypsoteca ed il Museo di Canova a Possagno ed essere stato responsabile dell’Unita’ Progetto Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Bassano, può dare il giusto prestigio alla Pro Marostica e di conseguenza alla Partita a Scacchi riprendendo l’importante aspetto culturale dell’Opera di Mirko Vucetich.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

MA QUANTO SIAMO RICCHI A MAROSTICA PER POTER PAGARE LUCE E GAS?

Abbiamo appena ricevuta la bolletta della luce e che per fortuna sulla casa c’è il fotovoltaico. Ai primi di ottobre la tariffa è passata a 0,55336 €/kwh. Era 0,13 €/kwh ai primi mesi del 2021. Aumento quindi del 426%!
Quanti sono i cittadini di Marostica che possono permettersi aumenti così stratosferici?
Ci sono 3.825 percettori di reddito sotto i 15.000 euro l’anno, pari al 36,5% dei contribuenti.

Il picco dei contribuenti risulta essere nella fascia 15-26.000 euro all’anno, che complessivamente incassano 76.252.256 euro. Un po’ meno dei 2.440 contribuenti con reddito tra i 26-55.000 euro all’anno.

È evidente che occorre rapidamente pensare ad un progetto di autonomia energetica di Marostica con un investimento che si basi principalmente sul fotovoltaico.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica