ROBERTO ASTUNI, EX PRESIDENTE DEGLI ALBERGATORI DI BASSANO, VA ALLA CORTE DI APPELLO DI VENEZIA PER LA LAUREA FALSA. UNA NUOVA PAGLIACCIATA

Dopo essere stati assolti con la formula più ampia dal Tribunale di Vicenza che ha riconosciuto senza ombra di dubbio la verità della nostra informazione sulla laurea falsa di Astuni e che la United States Open University non esiste, ecco che l’Astuni torna all’assalto. Secondo lui dovremmo pagargli non solo il danno all’immagine, ma anche le spese processuali. Siamo alla follia: chi è assolto paga! Ecco quindi il suo ricorso alla Corte di Appello di Venezia.
Crediamo di aver perso sufficiente tempo dietro una ridicola vicenda e che sarebbe ora di finirla di prendere la Giustizia a fini personali contro chi rivela semplicemente la realtà dei fatti.

La verità è che l’immagine e la credibilità di Roberto Astuni non si è persa con la sua laurea falsa, che poteva essere presa come uno scherzo, ma con la sua condanna definitiva in Cassazione a quattro anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta come amministratore di una società di informatica fallita a Trieste, ragione per cui a norma di statuto si è dovuto dimettere da Presidente degli Albergatori.

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LA PLASTIFICAZIONE DEL MONDO È PROGRESSO? LA STORIA EBBE INIZIO 70 ANNI FA

Mi riconosco colpevole. La mia tesi di laurea è stata sullo studio della formazione del PVC attraverso raggi gamma. Una tecnica di polimerizzazione “accademica” che evita di porre un catalizzatore chimico che innesti la reazione che unisce più molecole in polimero. La polimerizzazione con i catalizzatori fu la grande scoperta di Natta negli anni ‘50 che poi si prese il premio Nobel con Ziegler. Con i raggi gamma si può studiare la struttura del polimero senza l’influenza del catalizzatore.

Le plastiche quindi mi hanno sempre incuriosito ed hanno subito avuto un grande successo commerciale e ricordo ancora la pubblicità dei casalinghi in Moplen con Gino Bramieri degli anni ‘60.
Le plastiche hanno invaso la nostra vita e sono sostanzialmente dei materiali inerti, difficilmente degradabili, che si possono usare in mille modi con svariate caratteristiche tecniche.
I materiali plastici hanno circa 70 anni ed è stata una invenzione della massima utilità. Oggi il 4% del petrolio viene utilizzato per questo scopo. Il resto viene usato per la combustione. Fare plastiche quindi non spreca risorse, ma le utilizza.

Ci sono però gravi problemi sia per le micro plastiche che per le macro plastiche. Infatti le micro in pratica sono incontrollabili ed ormai sono presenti ovunque e difficilmente eliminabili, con anche lunghi tempi di decomposizione. È evidente che si dovrà convivere con conseguenze non prevedibili.
Il problema per le macro plastiche è diverso perché possono essere controllate, recuperate e riciclate. Oggi la loro presenza nell’eco sistema è ai limiti della tolleranza, ma passi avanti nel loro recupero sono stati fatti.

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IL FOTOVOLTAICO CHE NON C’È A MAROSTICA. CI SARÀ INVECE LA NUOVA ILLUMINAZIONE DEL CASTELLO. È QUESTA LA POLITICA?

Fanno vergogna i 155.500 euro appena deliberati dalla Giunta leghista di Marostica per la nuova illuminazione del Castello. Quale reale vantaggio hanno i cittadini se non pagare anche ancora di più l’Enel? Per non parlare del quasi un milione per il ristorante del Castello superiore, che non sarà una mensa popolare. O la nuova stazione del bus inutile perché c’è già. Tutti soldi sprecati.

Ma nell’ambito del risparmio energetico, cosa è stato fatto? Non possiamo che riportare la nostra esperienza personale. Nel 2010 abbiamo promosso il Gruppo di Acquisto Solidale per il fotovoltaico all’interno della Coop consumatori. Circa 150 famiglie di Marostica vi hanno aderito ottenendo energia elettrica gratis ed un ottimo incentivo sulla elettricità prodotta. L’ vestimento è stato ammortizzato in circa sette anni e l’incentivo ha la durata di venti. Per quel che ci riguarda adesso viaggiamo quasi gratis con una macchina plug-in con circa 50 km di autonomia in elettrico, avendo ia corrente gratis dal fotovoltaico. E la macchina, quando la abbiamo acquistata, aveva anche 10.000 euro di incentivo sul prezzo di listino, oltre che un ottimo finanziamento. Ma qual è la situazione del cittadino normale? Bolletta stratosferica e costo della benzina alle stelle. Con lo stesso stipendio.
Il Gruppo di Acquisto è stato lasciato morire dal solito Luigi Scomazzon, presidente/padrone della Coop da una vita e che non ha il senso del futuro che ci attende.

Di questi essenziali problemi a Marostica non si è fatto più niente. La Coop viaggia con la sua politica del mattone tra l’altro costruendo fuori città e funziona come un normalissimo supermercato senza finalità di solidarietà e mutualità. Un progetto per dare la possibilità a tutti i cittadini di utilizzare il fotovoltaico non c’è.
In Comune c’è una situazione di grande confusione con un Sindaco assolutamente inadeguato, ma politicamente “pompato” dalla Lega che non può perdere la faccia. Certo c’è stata una favorevole situazione per avere dei finanziamenti ampiamente strombazzati poi come esclusivo merito del Mozzo, ma la realtà delle realizzazioni concrete è ben lungi dall’essere compiuta. E con gli aumenti di prezzi in corso chissà quanti adeguamenti di prezzo ci saranno e se i soldi saranno sufficienti.
Tempi grigi quindi a Marostica se non emergeranno persone capaci e responsabili a governare la realtà che ci resta, con un minimo di idee di strategia e programmazione.

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VOLKSBANK NELLA FONDAZIONE DI MAROSTICA SILURA CABION, CUMAN E SARTORI MENTRE SI GENUFLETTONO SEMPRE PIÙ XAUSA E CORTESE PER SOPRAVVIVERE

E alla fine i nuovi “padroni” della Volksbank, non più espressione di cordate politiche del voto a testa di una cooperativa ma di reale maggioranza azionaria, si fanno sentire anche nella Fondazione Banca Popolare di Marostica/Volksbank. E sono fuori dal nuovo Consiglio la Cabion, di recente nomina, Cuman e Sartori.
A dir la verità ci dispiace per Mariangela Cuman che in fin dei conti rappresenta la Cultura soprattutto cattolica di Marostica e che è una brava organizzatrice. Ma crediamo che il suo approccio ai problemi sia incompatibile per una azienda con precisi obiettivi aziendali e di marketing per realizzarli. Il suo problema, e lo abbiamo sempre detto, è un modo molto sicuro ed autoritario di proporsi con le sue idee. Noi non abbiamo mai trovato dialogo se non eravamo appunto d’accordo con lei.

Evidente che c’è in Volksbank un ripensamento del ruolo della Fondazione che non può essere una Opera Pia dispensatrice di prebende.
Sopravvivono Roberto Xausa e Giandomenico Cortese come statue istituzionali. Ma evidente che al prossimo giro toccherà loro finire in magazzino. Sono incompatibili per una banca moderna che deve fornire soluzioni attive in ambito economico e finanziario a cittadini ed aziende. La logica senza senso delle prebende non può far parte di una seria strategia di marketing di una azienda.

Noi leggiamo molto spesso gli scritti di Cortese. Poi li rileggiamo e ci chiediamo dove vuol parare. Tante belle citazioni, concetti teorici interessanti, un volare alto insomma ma strucca, strucca sembra un continuo ripetersi per sfuggire ad una progettualità concreta e talvolta compromettente nel portare avanti cambiamenti ed innovazione.

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IN PIENA CRISI ENERGETICA “ILLUMINEMO EL CASTEO DE MAROSTEGA CHE XE BEO” CON 155.500 EURO

Siamo proprio in controtendenza ad ogni logica. Come si fa in tempi di forte risparmio energetico pensare di spendere 155.500 euro per il nuovo impianto di illuminazione del Castello Inferiore? È un investimento proprio necessario? Tra l’altro si stanno perdendo 80-90.000 euro all’anno per il mancato affitto del ristorante del Castello Superiore per mancata fine dei lavori e relativa assegnazione di gestione. Proprio una indecenza.

Il progetto di illuminazione rientra nei progetti del Distretto del Commercio che vede Nicola Minelli come figura di Manager.
Da considerare poi che non sono preventivati i costi di gestione e chi li pagherà. Perché appunto la corrente costa.

Insomma crediamo che altre siano le priorità per lo sviluppo del territorio, prima di tutto valorizzando una serie di iniziative interessanti come il mercatino dell’antiquariato oggi abbandonato, e non invece la continua organizzazione commerciale di fiere alimentari che rifilano “porcherie” di altre regioni.

La ditta Signify Italy SpA di Milano con 85.000 euro fornirà gli apparecchi di illuminazione. Insomma la Lega di Marostica a questo punto sarà sempre più “illuminata” per le ormai prossime elezioni.

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MARICA DALLA VALLE, SIMONE MATTESCO, SERENA VIVIAN, SERGIO FANTIN, ANTONIO CAPUZZO E LORIS MARCHIORATO CON ROBERTA DI COMO SONO IGNORANTI, ARROGANTI O FASCISTI?

Stavamo guardando la documentazione sulla querela pervenutaci da Marica Dalla Valle sulla vicenda dell’appalto “truccato” del gas, avendo la riunione in Tribunale, dopo ben cinque anni di attesa, ai primi di aprile, quando scopriamo il verbale di deliberazione della Giunta Comunale di Marostica del 26/01/2017 appositamente riunita per esaminare le nostre opinioni. Partecipa anche il Segretario Generale Roberta Di Como. Pensavamo fosse stata, una simile iniziativa, esclusiva del Mozzo &C. Invece….
“Preso atto:
⁃ che, da tempo, si è riscontrata la presenza sistematica e ripetutamente determinati mezzi di comunicazione in line c.d. social di messaggi denigratori dell’operato amministrativo svolto da diversi uffici comunali dove sono incardinati altrettanti dipendenti;”

“Ritenuto inoltre ancora sottolineare e rimarcare che il reato ipotizzato a carico del querelando, è una condotta criminosa d’opinione posta in essere in danno dell’ente nel suo complesso, vista la durata temporale, l’ampiezza e la sistematica pervicacia per cui il querelando attribuisce comportamenti attivi od omissivi di notevolissima gravità ad uffici e singoli dipendenti, che – si ribadisce – sono parte immedesimata, integrante ed organica dell’ente, al punto che si individua facilmente il nesso di causalità fra attività funzionare e fatti assunti a base della querela: nesso eziologico fondamentale per legittimare un’azione complessiva a carico e tutela dell’ente e non a carico e tutela del singolo dipendente come persona.

Ribadito che si rende necessario, a tale fine, procedere alla nomina di un legale che attivi ogni azione necessaria”.

Come è finita la querela è ormai storia passata. Il Mozzo & C. hanno dato continuità alla iniziativa appunto di querela per nostra “condotta criminosa” e con sentenza definitiva il Tribunale ha semplicemente affermato la nostra piena libertà di critica ed opinione su fatti certi in base all’art. 21 della Costituzione. E questi sarebbero i personaggi che volevano e vogliono governare Marostica? Ma dai….

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LEZIONE DI STORIA – VERGOGNA: VENDUTA UNA TORRE DELLE MURA DI MAROSTICA ED IL COMUNE NON INTERVIENE. SOLO INUTILI CHIACCHIERE.

di Mario Scuro

Dalle secrete stanze dell’Amministrazione “trasparente” è trapelata solo in questi giorni la notizia sconvolgente della vendita da privato a privato della Torre B, avvenuta due anni or sono.
Sconvolgente: a) per il silenzio-assenso del nostro Comune; b) poiché il fatto impedisce la realizzazione del promesso “cammino di ronda” nel quadrante Sud-Ovest della cinta.

Il fatto. È sempre aperto il discorso sulla proprietà della cinta scaligera.
Fino al tramonto della Repubblica di Venezia non ci furono storie sulla proprietà “statale”. Con l’avvento della dominazione austriaca e con la monarchia sabauda, i privati occuparono prima, rivendicarono poi la loro proprietà su parecchie torri. Attualmente la “rivendicazione” investe 12 delle 20 torricelle.
Negli ultimi decenni, a partire dal restauro iniziato nel 1982, non si è mai voluto definire il discorso “proprietà”; nonostante la promozione di convegni e mostre (rilevanti quello della Regione Veneto – Italia Nostra – Città murate del Veneto 1988 e quello che organizzai nel 2014 con l’intervento di Ugo Soragni) e milioni di euro di investimenti “parziali”.
Il Demanio “proprietario delle mura” ha pensato bene di cedere l’ingombrante fardello al “Comune di Marostica”. Però a determinate condizioni, delle quali attendiamo reale riscontro consequenziale.
Marostica – l’abbiamo rimarcato più volte – è agevolata dal Decreto Soragni 2012 (Gazzetta Ufficiale 6 marzo 2012), che indica precise forme di intervento per il suo “Rinascimento” e la possibilità di copertura finanziaria con i fondi strutturali europei e regionali. L’Amministrazione comunale non ha mai voluto affrontare il “progetto globale”, preferendo spendere in rivoli estemporanei i contributi e i soldi dei cittadini, con il risultato che la cinta presenta oggi un aspetto “arlecchino”, come ci fanno notare studiosi e turisti attenti.
La vicina Cittadella, con i proventi della vendita dei biglietti di accesso al cammino di ronda (24.000 in un anno), è in grado di sostenere le spese di intervento e di promozione della cinta.
Durante l’Amministrazione Dalla Valle, i proprietari della Torre B tentarono di vendere il torresino per 300.000 euro (cfr. Tecnocasa: “Casa indipendente. 380 mq ca. Marostica. Torretta di valore storico integrata nelle mura del centro. Suggestiva vista del Castello Superiore” – foto). Avvertiti, riuscimmo a bloccare l’operazione.
Nel 2020 Carlo e Annabella Stropparo hanno nuovamente messo sul mercato la Torre B per 200.000 euro. L’Amministrazione comunale di Marostica, avvertita dal Demanio, ha rinunciato alla possibilità di prelazione, che avrebbe posto fine a strascichi giudiziari di rivendicazione di proprietà e aperto la strada alla realizzazione del cammino di ronda. La ditta MBM srl ha acquistato la torre. Dai vicini mi è giunta notizia del rumore di martelli pneumatici per interventi edilizi sul fortilizio (autorizzati?). In effetti, ciò è possibile a Marostica, poiché – nonostante i proclami pubblici dell’assessore al Turismo – le torri al piano non sono frequentabili, a causa delle barriere create dal privato con muri, reti, portoni, sottopassi.

La critica. Non ci sono soldi, fa presente l’Amministrazione comunale. Però, a Porta Breganze si sta facendo il quarto intervento, con una spesa finale, che sarebbe stata più contenuta qualora si avesse approntato il citato “progetto globale”.
In ogni caso, per la Torre B il Comune poteva assumere un mutuo per non perderla. Sarà ora impossibile realizzare il progetto affidato all’Università di Bologna (altri “schei”!) per congiungere, in piano, Porta Breganze al Castello Inferiore. È impensabile che il privato “proprietario” permetta l’ingresso del turista in casa “propria” per l’attraversamento, come suggerito da qualche amministratore.
La salita al Castello Superiore – l’abbiamo già detto – risulta impegnativa. I gradini (mi sono confrontato con la Compagnia delle Mura: Giorgio Bittante, con il quale più volte, nel passato ho effettuato il percorso) sono effettivamente 412, con diversa alzata, inframezzati da piani inclinati e dal saliscendi delle scale delle torri.

MA PUTIN NON È DA SOLO. LA RESPONSABILITÀ È ANCHE DI CHI LO HA AIZZATO

Noi siamo sempre stati pacifisti. Non abbiamo mai sparato anche da militare che avevamo cercato di evitare con il sevizio civile. Dovevamo partire per il Cile ad insegnare per tre anni all’Università, ma c’è stato l’assassinio di Allende e l’arrivo dei sanguinari ed assassini militari ovviamente appoggiati dagli Usa. Quindi abbiamo rinunciato.
La logica di Putin è sempre stata chiara: non vuole la Nato ai confini della Russia e riportare le regioni dell’Ucraina a maggioranza russo sotto di lui. E l’Occidente si è buttato ad aggregare alla Nato tutti paesi ex socialisti, che un po’ di rancore contro i russi senza dubbio lo avevano. Era chiaro che il patto non scritto, ma detto, con Gorbaciov era di mantenere la neutralità dei paesi ex sovietici. Invece allegramente avanti con la Nato per far incazzare sempre più Putin & Company e circondarlo. Ed adesso avanti con l’invio di armi all’Ucraina per ammazzare ancora più gente. Alle manifestazioni per la pace anche a Marostica il primo slogan dovrebbe essere NO ARMI. Perché sono le armi che uccidono. Gli ucraini dovrebbero imparare dal pacifismo di Gandhi o di Gino Strada perché le proteste pacifiche sono l’arma più potente contro qualsiasi nemico.

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DAI BILANCI 2020 GIÙ L’ABBIGLIAMENTO ED I PRODOTTI IN METALLO. SOLO BOTTEGA VENETA INCREDIBILMENTE FA PIÙ 19,19% ARRIVANDO 806 MILIONI DI EURO

“Bottega Veneta è un’azienda italiana operante nel settore dei beni di lusso e rinomata per i suoi prodotti in pelle; possiede un atelier situato in una villa settecentesca a Montebello Vicentino, ha sede a Lugano, in Svizzera, e uffici italiani a Milano e Vicenza.
Bottega Veneta viene fondata nel 1966 a Vicenza in Veneto, da Michele Taddei e Renzo Zengiaro. Nel 2001, Bottega Veneta viene acquisita da parte del Gruppo Gucci. Bartolomeo Rongone è il A.D. di Bottega Veneta da settembre 2019 e Matthieu Blazy il direttore creativo da novembre 2021. Nel 2019, Bottega Veneta ha gestito 268 negozi per 3.754 dipendenti. Bottega Veneta fa parte del gruppo di lusso Kering”.

Nel 2020 il fatturato registra appunto un aumento a 806 milioni con una redditività sulle vendite del 19,84%. Il Roe, ciò la redditività sul capitale, risulta ancora più elevata pari al 33,33%.

Diesel invece è a meno 19,68% con un fatturato di 407 milioni e utile 2,91%, mentre F.li Campagnolo è a 148 milioni con un meno 8,86% rispetto al 2019, con un utile del 7,18%.

In pratica lusso e sportivo tengono di più che altri comparti.

Se passiamo al metalmeccanico Afv Acciaierie Beltrame ha 435 milioni con un meno 11,6% sempre rispetto al 2019 e utile del 3,27%, Baxi 263 milioni con un meno 8,07% e utile del 3,64%, Vitec Imaging Solution 137 milioni con un meno 18,74% e utile del 0,92%, mentre Mevis, con presidente e amministratore delegato Federico Visentin che è anche presidente Cuoa e Federmeccanica nazionale, quasi si salva con un meno 6,59% su un fatturato di 59 milioni e utile del 5,50%.

Quindi possiamo dire che il 2020 ha portato notevoli differenziazioni tra le aziende che registrano tra loro forti scostamenti nella crescita. Tutte però tengono sotto il profilo della redditività.

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PUBBLICATI I BILANCI 2020. FATTURATI: SU FAMILA, PRIX, BATTOCCHIO, COOP MAROSTICA, PEDON, RIGONI. STABILE PIZZATO, GIÙ VIMAR E DAINESE. MA L’UTILE RIMANE

Le prime 500 aziende vicentine hanno perso nel 2020 in media il 7% del fatturato rispetto al 2019. Quelle in diminuzione sono 336 mentre 164 sono in aumento. In genere però hanno mantenuto la redditività, dimostrando una notevole capacità di adattamento.

Quelle che più crescono sono le aziende nell’alimentare. Caso eclatante Prix che cresce del 14,11% con utile netto del 4,19%. Unicom Famila del 5,80% con utile del 2,58%. Battocchio dell’1,2% con una ottima redditività pari al 5,14%. Coop Consumatori Marostica del 5,91% con utile del 2,14%.
Interessante il risultato di Pedon che cresce dell’11,43% a 90 milioni con una buona redditività pari al 5,20%. Rigoni arriva a 126 milioni (+10,53%) con utile del 9,90%.

Vimar con i suoi prodotti risente della pandemia e diminuisce il fatturato dell’11,76% portandolo a 205 milioni, mantenendo però una ottima redditività pari al 20,09%. Pizzato invece resta con il suo fatturato dell’anno precedente di 44 milioni con una elevata redditività pari al 26,97%. La redditività va comunque vista non solo sulle vendite, ma soprattutto, per le aziende con elevati investimenti, sul capitale proprio che nel caso di Pizzato è del 6,20%. Per Vimar è del 9,19%.
Infine Dainese perde il 14,6% di fatturato che si ferma a 159 milioni con un utile sulle vendite di 5,39%.

Riteniamo che i risultati di bilancio del 2020 siano significativi delle capacità imprenditoriali e manageriali delle aziende intorno a Marostica a navigare in situazioni nuove e problematiche. La sorpresa comunque di quest’anno saranno i riflessi della guerra in corso tra Russia ed Ucraina. Governare un’azienda richiede sempre più coraggio, capacità e competenze.

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