QUANDO LA PITTURA DIVENTA RACCONTO PIENO DI SPIRITUALITA’. HO RITROVATO L’ETIOPIA A FELTRE. UNA VISITA E’ OBBLIGATORIA

Incredibile, non credevo ai miei occhi. Ne avevo sentito parlare di questo monastero di Santa Corona e San Vittore arroccato in cima ad un colle ad Anzu’ vicino a Feltre. Ma non ci avevo mai dato troppo peso. Capita però che il mio Club Rotary organizzi una gita, con guida l’eccellente socio Marcadella, già responsabile dell’archivio di stato.
E qui la grande sorpresa. Mi sembrava di essere tornato in Etiopia, ma anche a Ocride in Macedonia del Nord nella chiesa di San Clemente. Le chiese antiche, diciamo fino intorno all’anno 1000, non sono sfarzose ma tutte dipinte in modo semplice per comunicare la vita di Gesù e dei Santi. Una forma didattica per illustrare al popolo i Vangeli ed il Cristianesimo. E quindi comunicano grande spiritualità non potere religioso a cui sottomettersi, tipico poi delle chiese strettamente alleate col potere politico per l’obbedienza della gente.
La Chiesa è stata recentemente restaurata e i suoi dipinti sono veramente splendidi. Ma c’è anche la possibilità di fermarsi per un semplice pasto nel convitto del chiostro. Occorre però prenotare. Si può quindi passare una intera giornata in una delle più antiche basiliche intitolata ai martiri Vittore e Corona, i cui corpi furono recuperati in Siria, perché in quei luoghi il primo Cristianesimo fu perseguitato.
Una visita particolarmente consigliabile.

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IL MOZZO, CON VALENTINO SCOMAZZON, E’ UNA CUCCAGNA PER GLI STUDI PROFESSIONALI

Diciamoci la verità. Questi ultimi anni sono stati di roboanti annunci da parte di Mozzo & C. di partecipazioni per ottenere finanziamenti per un sacco di progetti. La realtà dei fatti è però molto misera. A parte l’indecente fermata del bus realizzata a tamburi battenti, gli unici investimenti conclusi sono quelli impostati dalle precedenti amministrazioni che sono terminati, ma non ancora utilizzati. E parliamo del Politeama e dell’assurda situazione del pseudo ristorante del Castello superiore finito ma inutilizzato.
Ma pensiamo anche ai progetti decantati in campagna elettorale come il nuovo Palazzetto dello Sport e la famosa scuola Montessori o le varie rotatorie sulla strada per Breganze. Il restauro della scuola elementare partito con l’assegnazione ad una pseudo impresa di Napoli è in ritardo di una anno con relativi costi aggiuntivi.
Il Museo degli Scacchi poi è una pura invenzione elettoralistica, in pratica un bidone di un collezionista di scacchiere che non sapeva dove metterle, senza un reale supporto di una analisi marketing di probabili visitatori. Quando l’unica realtà da valorizzare in pieno è la Partita a Scacchi. E poi il Museo è stato tutto da rifare in quanto la disponibilità del piano superiore è stata tecnicamente bocciata dalle Belle Arti per problemi statici del Castello. Con relativi costi di riprogettazione.

Tutti queste idee hanno però implicato la presentazione di progetti e quindi costi relativi. Anche le varianti in corso d’opera, come per Porta Breganze, hanno il loro costo. Il vero affare quindi in questi anni lo hanno fatto i professionisti dei vari studi che hanno fatto e rifatto.

La logica che sta sotto un simile operare non è certo di programmazione, ma semplicemente di opportunità di finanziamento, cioè facciamo le cose che oggi hanno probabilità di essere finanziate, con il rischio poi di enorme confusione e anche variazioni in corso d’opera, di intasamento delle iniziative e di perdere quindi di vista ciò che veramente serve alla Comunità.
E di questi investimenti la Comunità di Marostica non è mai stata coinvolta se non nella forma del schei forse trovati, strombazzati come fosse un grande merito. Invece di considerare merito la realizzazione finale e concreta di opere che servono ai cittadini.

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GLI IMAM DELLA COMUNITÀ MUSSULMANA DEL BASSANESE ALL’INCONTRO CON IL ROTARY

Oltre agli iman Ezzedine Fatnassi e Souleymane Guibleweogo c’era anche mons. abate Andrea Gugliemi all’incontro di presentazione della comunità mussulmana che nel bassanese conta circa 800 persone di varie etnie.
La lingua comune tra loro è l’italiano essendo i mussulmani provenienti da diversi paesi e quindi con lingue diverse. L’attività della comunità è improntata alla preghiera, che si svolge nella moschea di Cassola, ed alla solidarietà con aiuto reciproco in quanto i componenti genericamente hanno un basso reddito.
Un grave problema emerso è la non possibilità per i mussulmani di seppellire i loro morti, non essendoci un cimitero mussulmano a Bassano. Le salme quindi devono essere spedite nel paese di origine ed il pagamento delle spese è generalmente fatto dalla comunità. Per la religione mussulmana è importante il rispetto del corpo e quindi non è possibile la cremazione.
L’abate Gugliemi ha sottolineato come la convivenza tra le due comunità sia molto proficua e sia sempre stata improntata al profondo rispetto delle singole religioni, avendo anche parecchi punti in comune soprattutto nel Vecchio Testamento.
Dagli iman è stato sottolineato come l’attuale informazione sia molto fuorviante sulla realtà di vita dei mussulmani che non può essere associata a fenomeni terroristici che sono del tutto estremamente minoritari anche se poi creano una immagine negativa sulla comunità.

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L’8 NOVEMBRE 1908 LA REGIA PREFETTURA DI VICENZA PROPONE AL COMUNE DI MAROSTICA LA CONSEGNA DELLE MURA CON L’OBBLIGO DELLA CONSERVAZIONE

Il Castello inferiore era già stato venduto al Comune a fine del 1700 da Venezia, proprio poco tempo prima dell’arrivo di Napoleone.
Le Mura invece restano dello Stato e nel 1908 c’è la proposta della Prefettura di Vicenza della gestione delle stesse da parte del Comune. C’è un lungo dibattito in Consiglio Comunale di Marostica che non ha soldi per la manutenzione ed il restauro. Infine il 30 maggio 1910 il Comune accetta la consegna delle Mura dichiarando che si limita alla conservazione non potendo sottrarre soldi dal bilancio comunale appena sufficiente per le necessità della Comunità.

Successivamente non esistono ulteriori atti, tantomeno di vendita di torri da parte del Comune che ha solo la gestione. Negli anni, soprattutto dopo la fine della prima guerra mondiale, ci sono cittadini che senza alcun accordo per l’eventuale affitto con il Comune si impadroniscono di alcune torri. È evidente il disinteresse dell’amministrazione comunale per le Mura perché non ha soldi per intervenire. Ne’ d’altra parte ci sono accordi particolari con privati appunto di affitto.
C’è un effettivo disinteresse storico tant’è che qualcuno proponeva ai primi del ‘900 addirittura l’abbattimento delle Mura. Però nulla cambia in termini di proprietà: Mura e Torri sono dello Stato e da poco tempo cedute al Comune.
È chiaro che è cambiato anche l’interesse storico e Marostica va fiera dei suoi Castelli e delle sue Mura. Ora è tempo di chiarire la questione. Avrà il Mozzo il coraggio di affrontare tale problema? Noi siamo molto dubbiosi sulle sue capacità. Da venditore di vino a serio amministratore di una cittadina senza alcuna esperienza di gestione è una difficile trasformazione. Si può fare solo “politica” strombazzata cercando i finanziamenti più assurdi per dire che si fa, senza però risolvere le questioni base della Comunità.

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14.000 EURO DAL ROTARY PER 20 GIOVANI DA SALVARE CON LA GIUSTIZIA RIPARATIVA

Con la giustizia riparativa si tende a porre rimedio attivamente alle conseguenze dannose che la condotta dell’autore del reato ha cagionato in primo luogo alla vittima. E quindi si cerca il recupero sociale attraverso il coinvolgimento della vittima, offensore e comunità. A Villa Angaran di Bassano sono stati coinvolti 20 giovani autori di vari reati a cui il tribunale ha concesso la possibilità di un percorso di giustizia riparativa con un costo complessivo di 20.000 euro di cui 14.000 come contributo dal Rotary. Attraverso tale percorso solo il 15% dei giovani ricade poi nel reato rispetto a quelli che subiscono la normale detenzione che per l’85% ripetono il reato. È un modo alternativo di scontare la pena e un tentativo di riportare alla correttezza sociale giovani che in pratica hanno dimenticato cosa sono i valori morali. Nella serata di chiusura del progetto gli autori del percorso hanno risposto in dettaglio a varie domande dei soci rotariani. 

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BUCCO SCEGLIE “LA PARTITA DELL’ASSICURAZIONE” E CHIUDE BARACCA E BURATTINI. LA PARTITA A SCACCHI DI MAROSTICA TERMINA COSÌ

Perché questa rapida decisione di chiudere le repliche possibili della Partita a Scacchi la domenica successiva e dare subito l’arrivederci al 2026 per la nuova edizione?
E perché solo 4 giorni per avere il rimborso?
Noi abbiamo una ipotesi. A Bucco interessa il rimborso dell’Assicurazione che da quel che sappiamo garantisce il 75% del danno subito. Il restante 25% è a carico della Pro Marostica. Bucco & soci non vogliono rinunciare ai soldi dell’Assicurazione, ripetendo e rischiando gli spettacoli una settimana dopo. Meglio chiudere baracca e burattini, “ciapare” i schei e chi si è visto si è visto.
Poi pensiamo inoltre che con il limite dei 4 giorni per la domanda di rimborso si voglia “coinvolgere” democraticamente gli utenti nel recuperare un po’ di soldini. Non possiamo dire di più perché potremmo rischiare una ulteriore querela. Evidentemente è una bella furbata, quando almeno 30 giorni per il rimborso dovrebbe essere una cosa normale, senza stress per il cliente, che va prima di tutto rispettato.
Certo che siamo lontani da un marketing serio. D’altra parte cosa vogliamo di più. Il gruppo della Pro Marostica è chiuso nelle sue decisioni e la gestione pseudo democratica di Bucco & Company è questa.

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E BUCCO TREMA. ANNULLATI E NON RECUPERATI I DUE SPETTACOLI DELLA DOMENICA

Questa volta non ci sono state perplessità e non corriamo il rischio di essere denunciati dal Bucco & soci: i biglietti degli spettacoli della domenica annullati per pioggia saranno rimborsati.
E non ci sarà alcun rinvio alla prossima settimana, ma ci si rivedrà fra due anni, nel 2026. Questo in contrasto con quanto avvenuto precedentemente. Gli spettacoli rinviati venivano riproposti la settimana successiva.

È stata quindi una decisione corretta? Non si sa, in quanto le motivazioni del rinvio al 2026 non sono state rese note. Probabilmente esisteranno delle condizioni organizzative/economiche. Ma ufficialmente non è stato detto nulla. Certo i due spettacoli principali del venerdì e sabato hanno registrato il tutto esaurito. Non si sa poi se è stata attivata una qualche forma di polizza assicurativa a copertura dei costi non recuperati.
La gestione Bucco della Partita non brilla certo per chiarezza, come continuità dell’assemblea pilotata della Pro Marostica con l’esclusione di dibattito e le modalità dell’elezione del direttivo senza la minoranza.
Certo in questo ultimo periodo c’è stato un interessante ripensamento della Partita da sagra di paese a importante opera di Vucetich, che ha portato la meravigliosa Venezia del ‘400, in campagna, a Marostica.
Ma se pensiamo che ancora non c’è una associazione che raggruppi con gratitudine i figuranti della Partita, creando poi amarezza a chi viene escluso per le più svariate ragioni, comprendiamo la logica con cui si muove il Bucco.
Intanto noi ci auguriamo che la Partita e la pro Marostica siano veramente di tutti i cittadini di Marostica, non solo dei “camerati”.

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NELL’ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE DI MAROSTICA MOZZO RECITA QUASI DA SOLO, DOPO LUNGA ATTESA

Mai avevamo assistito ad un simile Consiglio Comunale. Mozzo che era quasi sempre silenzioso, questa volta è diventato protagonista. Evidentemente mancava il Colosso che monopolizzava la situazione.
Comincia con la prima comunicazione annunciando l’accordo con l’ulss per il medico di base 5 giorni alla settimana a Crosara. E gli anziani un po’ acciaccati ringraziano.

La seconda comunicazione è del tipo di quelle in cui il Colosso faceva da maestro: l’aggiornamento del DUP, il documento di programmazione. Le spese correnti vengono aggiornate per 137.927,14 euro nel 2024, per 145.739,03 nel 2025 e per 144.126,31 nel 2026. In conto capitale per 1.428.000 euro nel 2024. Il Mozzo ovviamente legge ma si vede che si è ben preparato.

La terza comunicazione che raccoglie il plauso anche delle minoranze è quella di Scomazzon che annuncia il contributo di 720.000 euro per l’attivazione di 30 posti all’asilo nido. Adesso però occorre che le coppie giovani si diano da fare per ripopolare Marostica, Mozzo compreso.

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TURISTI DI MALTA A MAROSTICA: ECCO COME VIAGGIANO E SCOPRONO IL VENETO. ALTRO CHE MEGAPROGETTI POLITICI DI MARKETING

Ero seduto ieri al caffè Centrale a Marostica rinfrescandomi con un buon gelato quando sento al tavolo vicino un gruppo di persone parlare con un linguaggio strano intercalato da qualche parola che mi sembrava di comprendere. Troppo curioso chiedo in inglese da dove vengono. Sono di Malta e parlano il maltese, lingua che nasce dal dialetto arabo di Sicilia. Poi si presenta Mario che guida il gruppo. Ha una agenzia turistica a Malta e organizza viaggi in piccoli gruppi soprattutto in Italia. 

Il suo è un viaggio alla scoperta del Veneto ed ha come base l’hotel Glamour a Bassano – Cassola, trovato durante una visita alla fiera del turismo a Milano. 

Ogni giorno hanno una meta diversa e si muovono in pulmino. Hanno già visitato il Teatro Olimpico a Vicenza e domani vanno a Venezia.

Allegri e simpatici hanno un modo di viaggiare simile al mio con Avventure. Sono al quarto giorno del loro “Viva Veneto 6-day tour”. E ho pescato la foto su fb del loro pranzo odierno a Venezia.

Bravo Mario che fai ben conoscere il Veneto ai maltesi.

Al di là degli strombazzamenti politici sulla promozione turistica locale, l’esempio di Mario è un bel esempio di marketing on the road.

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IL GRANDE RISCHIO DELLA PARTITA A SCACCHI. MA BUCCO, CHE È FURBO NON CERTO UNO STUPIDO, SEMBRA AVER CAPITO

Sono anni che diciamo che la Partita a Scacchi deve essere gestita  come una opera d’arte scritta da Mirko Vucetich, che ha riportato la Venezia del 1400 in campagna, a Marostica. Non come una sagra di Paese il cui brogliaccio dovrebbe essere stato scritto da un personaggio locale. Il realtà il bravissimo gruppo della Pro Marostica degli anni ‘50 diede delle indicazioni precise al Vucetich per scrivere l’opera facendo riferimento  alla Partita a Scacchi con personaggi viventi, del 1923, che però non aveva trama e quindi era morta lì. Come anche il tribunale ha sancito con ricorso degli eredi del Pozza per avere i diritti d’autore.

Di sagre di Paese in costume “antico” ormai ce ne sono a bizzeffe. La Partita a Scacchi di Marostica è unica con tanto di copyright. E non ha concorrenti. È trascurabile che faccia riferimento ad una leggenda, come d’altra parte Shakespeare con la sua Giulietta e Romeo. Il fatto indiscusso è che è un bellissimo spettacolo storico.

E qui entra in gioco la capacità di gestione della Pro Marostica.

Perché per restare una opera d’arte viva la Partita a Scacchi deve essere ogni volta riletta da registi che la reinterpretano, come avviene per tutte le rappresentazioni teatrali. E sembra che il Bucco, Presidente attuale della Pro, abbia capito  il problema, pena il rischio della obsolescenza dello spettacolo.

Quello che ancora non ha capito che è ridicolo quando manovra l’assemblea dei pochi iscritti alla Pro Marostica per tenersi la “carega” con uno statuto che non permette la presenza di minoranze. Dimostra di non aver ancora compreso che si sopravvive con l’apporto delle idee dei cittadini di Marostica che dovrebbero essere tutti Soci. Perché tutti i cittadini di Marostica sono sempre coinvolti al massimo per il continuo successo della Partita, per cui Marostica è conosciuta nel mondo.

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