LA SFIDA TRA POLI E NARDINI: DUE STRATEGIE AZIENDALI DIVERSE CON DUE BRAND CHE FANNO ONORE AL TERRITORIO

Per Poli il fatturato è fermo rispetto al 2022 nel 2023 e pari a circa 15 milioni di euro. In flessione invece del 6% per Nardini con 11 milioni.
Comunque la vera differenza è l’utile netto con il 13,43% sul fatturato per Poli rispetto al 2,4% di Nardini.
Evidentemente per Poli paga una migliore strategia prodotto/marketing. È anche da tener presente che Poli ha zero oneri finanziari e quindi si finanzia interamente con risorse proprie.
Diciamo che probabilmente Nardini fa fatica a togliersi lo smoking di una storia aziendale centenaria.
Certo che comunque entrambe le aziende onorano il territorio con i loro prodotti tipici.

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NICO S.P.A. FA BOOM: +15.03% DI FATTURATO CON UN UTILE NETTO DEL 7,63%


Nel 2023 realizza 103 milioni di fatturato rispetto agli 89 del 2022. L’utile è di 8 milioni rispetto ai 5 dell’anno prima. Si tratta del bilancio della Nico Spa di San Zeno di Cassola. Il gruppo infatti ha vari punti vendita nel Nord Italia ed in Polonia. Dichiara di avere 660 dipendenti e 55.000 metri quadri di vendita. Non è chiaro se nel bilancio rientrano i punti vendita in Polonia, probabilmente no, anche perché sembra ci siano partner locali.
Possiamo fare un confronto con Magazzini Berton s.r.l. di Bolzano Vicentino che con un fatturato di 20 milioni realizza un utile netto del 5,15%.
È evidente che il successo di Nico è dovuto all’ottimo mix di prodotti con anche una politica intelligente di fidelizzazione del cliente.
Per quanto riguarda la responsabilità sociale “Nico S.p.A. si propone di lavorare nel rispetto dei principi di lealtà, legalità e correttezza, principi su cui si basano il successo e la crescita dell’azienda e ripudia ogni discriminazione basata sul sesso, sulle razze, sulle lingue, sulle condizioni personali e sociali, sul credo religioso e politico.
Nico S.p.A. favorisce un ambiente di lavoro che, ispirato al rispetto, alla correttezza e alla collaborazione, nonché sulla base dell’esperienza maturata nei settori di propria competenza, permetta il coinvolgimento e la responsabilizzazione di Dipendenti e Collaboratori, con riguardo agli specifici obiettivi da raggiungere e alle modalità per perseguirli.”
La storia del Gruppo comincia negli anni ‘60 ad opera di Domenico Passuello (per tutti Nico, appunto) che con la moglie Mariarosa gestisce un’attività di vendita nei mercati regionali del triveneto e un negozio di abbigliamento e mercerie a San Zeno di Cassola (VI). Diverte il fatto che nonno Giuseppe era il maestro di Domenico alla scuola elementare. Anche il nonno qualcosa deve avergli insegnato.


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PAGA E TARI. PERCHÉ IL COMUNE DI MAROSTICA HA SPESSO RADDOPPIATO LA TARIFFA RISPETTO AGLI ANNI PRECEDENTI A MOLTI CITTADINI?


Il malumore di molti cittadini di Marostica è palese. La tassa sui rifiuti è aumentata di parecchio. Cosa è capitato? Gli uffici comunali, crediamo nella disperazione totale di recuperare soldi dopo anni di procedure molto aleatorie, hanno deciso di verificare realmente i metri quadri delle abitazioni probabilmente prendendo i dati catastali. Personalmente non mi ero mai interessato della faccenda credendo che la raccolta dei rifiuti fosse totalmente collegata al numero delle persone abitanti nell’appartamento. Evidente che mettendo il dato reale dei metri quadri ed essendo la tariffa direttamente collegata anche all’estensione della casa, la tariffa è schizzata.
È chiaro che collegare la tariffa dei rifiuti anche alle dimensioni della casa è piuttosto arbitrario. Come è arbitrario collegare le persone al certificato di residenza. Quante sono le persone che lavorano o studiano fuori dalla loro abitazione? Devono comunque pagare la tassa rifiuti a Marostica. Non c’è la possibilità di una dichiarazione reale di vivere realmente nell’abitazione e quindi di produrre rifiuti.
Il lavoro fatto dal Comune ha credo ben rimpinguato la cassa.
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VIMAR CONTINUA A CRESCERE MENTRE PIZZATO SI FERMA


Hanno la sede una di fronte all’altra e costituiscono oggi il simbolo industriale di Marostica con i loro prodotti e la loro tecnologia. E continuavano a crescere…negli anni passati. I bilanci 2023, appena pubblicati sull’inserto del Giornale di Vicenza, vedono però il fermo di fatturato di Pizzato mentre Vimar continua il suo sviluppo.
Infatti Pizzato Elettrica srl si ferma a 73.352.934 euro con un -1,86% rispetto al 2022, mentre Vimar arriva a 302.458.925 euro con un +10,26 %. Non possiamo conoscere le motivazioni di queste variazioni in quanto le aziende non essendo quotate non sono interessate ad informare gli azionisti che in questo caso coincidono con la proprietà. Ben diverso sarebbe il caso se fossero quotate in borsa. Allora troveremmo tutto sul sito aziendale.
È da notare che sia Vimar che Pizzato mantengono un utile netto molto elevato pari rispettivamente al 18,96% e 20,57% sul fatturato. Sinonimo questo di un ottimo posizionamento dei prodotti nei rispettivi mercati.
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ECCO COSA PUBBLICAVA IL GAZZETTINO SULL’APPALTO VERGOGNOSO DEL GAS NEL 2013. MA NON CONTINUO’ PER LA CHIUSURA DELLA REDAZIONE DI BASSANO-MAROSTICA

Per riprendersi un ruolo e ovviamente vendere più copie il Gazzettino iniziò nel 2013 a livello locale ad essere “spregiudicato” sulle notizie. A non censurare più. Fornimmo informazioni sulla vicenda dell’appalto e cominciò a pubblicare. Cosa di cui vergognosamente mai il Giornale di Vicenza ha parlato in questi anni. Eppure i fatti sono certi e documentati. Ed è un fatto giornalistico da dover certamente pubblicare.

Riportiamo l’articolo apparso allora e che certamente ha avuto poca diffusione, ma è interessante leggere le dichiarazioni di Scettro che finge di non conoscere l’appalto (era lui il Sindaco!) e particolarmente l’incredibile clausola capestro che obbligava il Comune a pagare la cifra superiore a quella della base d’asta escludendo incredibilmente per contratto una commissione arbitrale. Differenza di soldi poi diventati ben 910.000 euro! Non bruscolini.
Allora avendo solo partecipato alla seduta del Consiglio Comunale che deliberava il pagamento, avevamo chiaramente capito che c’era sotto qualcosa. Era evidente, ma allora tutto restava chiuso tra le “mura” del Consiglio Comunale tra furbi, incompetenti e forse ricattati.

IL CAPPIO AL COLLO DEL MUSEO DEGLI SCACCHI DI MAROSTICA CON ANCHE 203.000 EURO IN PIÙ. IL MATTEO MOZZO È CON LE SPALLE AL MURO E RINUNCIA ALL’ASILO


Santini nell’ultimo Consiglio Comunale chiede per la minoranza spiegazione sulla rinuncia al contributo per l’asilo nido in favore del Museo degli Scacchi con aumento anche dei costi per 203.000 euro, rilevati dal consigliere Pizzato. Il Sindaco Mozzo risponde che per l’asilo nido si poteva rinunciare al finanziamento previsto di 800.000 euro su 2.000.000 di spesa, mentre per il Museo c’era il rischio di esporre il Comune al danno erariale oltre che perdere la donazione della collezione degli scacchi. Inoltre servono soldi per sistemare le frane. Colosso, assessore al bilancio, a proposito dei costi aggiuntivi segnala che il progetto era di qualche anno fa. Certo che per noi un aumento dei costi di quasi il 50% è incredibile e rileva notevole improvvisazione nel progettare il Museo.
Insomma l’inutile Museo degli Scacchi diventa un macigno per la realizzazione di ciò che veramente serve alla cittadinanza. L’asilo nido è indispensabile per frenare il forte calo demografico in atto a Marostica e dare alle famiglie un reale sostegno per avere figli con un minimo di tranquillità. Il problema delle frane era noto ed andava in tempo preventivato.
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TUTTI IN RIGA PER NON DISTURBARE IL SINDACO MOZZO:L’ESEMPIO DI DUCCIO DINALE

Siamo realmente stupiti della risposta ricevuta dal Presiedente della Compagnia delle Mura Duccio Dinale alla nostra osservazione sul contributo erogato dal Comune per l’acquisto di un furgone usato. Abbiamo semplicemente detto che il Comune avrebbe potuto pagarlo interamente se non avesse buttato dalla finestra tanti soldi per cause temerarie nei nostri confronti per una serie di articoli critici nei confronti dell’Amministrazione.
Duccio Dinale la mette come fossero questioni personali, come se le nostre osservazioni riguardassero una presupposta inimicizia personale con il Mozzo. Eppure il Dinale qualcosa dovrebbe aver imparato avendo fatto per anni il consigliere comunale come rappresentante di una parte dei cittadini. Personalmente non ho alcuna questione personale nei confronti del Mozzo, che tra l’altro giudico un “ragazzotto” simpatico. Ho solo espresso opinioni su fatti dell’Amministrazione comunale come riconosciuto anche dalle sentenze del Tribunale. Se l’avessi messa sul piano personale sarei stato condannato. E addirittura chiede “di non provocare né la Compagnia delle Mura né l’Amministrazione Comunale sul nostro vicendevole rapporto”.
Insomma stai zitto e non rompere. Ma al di là di questo singolo fatto è una dimostrazione di come i cittadini a Marostica siano condizionati nel loro comportamento dai rapporti con chi governa. Soprattutto chi ha a che fare con l’amministrazione pubblica. Si sa benissimo che a Marostica hanno dettato e dettano legge architetti e geometri che vedono nell’amministrazione comunale il loro principale interlocutore.
P.S.: La lite temeraria è una azione legale esperita con la consapevolezza dell’infondatezza di tale azione per danneggiare la controparte.
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DE GASPERI IN MOSTRA AL CASTELLO SUPERIORE DI MAROSTICA. MA COME FATTO ISOLATO SENZA UNA SERIE DI INIZIATIVE DI DIBATTITO STORICO NON AVREBBE MOLTO SENSO. VALENTINO SCOMAZZON INTANTO HA TROVATO LO SPONSOR. È LUI L’IDEATORE DEL TUTTO?


“Nato e cresciuto in Trentino, allora parte dell’Impero austro-ungarico, fu membro della Camera dei deputati austriaca per il collegio uninominale della Val di Fiemme. Dopo la prima guerra mondiale e l’unione del Trentino al Regno d’Italia, fu esponente del Partito Popolare Italiano. Arrestato dai fascisti, visse emarginato durante la dittatura di Benito Mussolini, alla cui caduta riemerse come leader incontrastato del suo partito, la DC. Fu l’ultimo Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia, sotto la monarchia di Umberto II, poi brevemente capo provvisorio dello Stato dopo il referendum del 2 giugno 1946. Successivamente a tale incarico, il 13 luglio gli venne affidato, da parte di Enrico De Nicola, il compito di formare un nuovo governo, diventando il primo Capo del Governo dell’Italia Repubblicana; inaugurò la stagione politica del centrismo, cioè la coalizione formata dalla DC e dai cosiddetti partiti laici: PRI, PLI e PSDI.”
“Tra gli errori politici giustificò l’annessione dell’Austria al Reich criticando il “processo di scristianizzazione” portato avanti a suo dire dal Partito Socialdemocratico austriaco e nel 1937 appoggiò le posizioni della Chiesa favorevoli al nazismo in opposizione ai comunisti tedeschi. Tra queste, quella del Segretario di Stato Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII che, a pochi mesi dall’ascesa di Adolf Hitler al potere (30 gennaio 1933), aveva firmato il Reichskonkordat con la Germania. Questo discusso concordato accordava il riconoscimento della Chiesa a un regime come quello nazista che segnò la fine di ogni vita democratica in Germania e l’avvio delle persecuzioni razziali antisemite. In questo contesto vanno collocate le posizioni di De Gasperi che, all’indomani dell’Anschluss austriaco, scrisse: «La liquidazione delle fortune ebraiche allarga le prospettive degli affari per gli altri, e i posti di avvocati e di medici rimasti vacanti aprono uno sfogo alle carriere».”
La mostra dal titolo “Servus inutilis Alcide De Gasperi e la politica come servizio” si terrà dal 18 gennaio al 09 febbraio 2025. Lo sponsor è la ditta Ecostil Grup S.r.l. con 1.000 euro.
Di questa iniziativa non c’è stata alcuna informazione alle associazioni culturali né tantomeno alla Biblioteca e la delibera n.171 del 17.10.2024 della Giunta Comunale non è presente nell’archivio.


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