Riproduciamo la lettera di Matteo Mozzo ricevuta circa 5 anni fa a cui noi abbiamo risposto che la nostra fonte di informazione era l’esame dell’Albo Pretorio di Marostica. Ma il salto qualitativo Mozzo lo fa ora come assessore alla cultura chiedendo addirittura il sequestro del nostro blog e delle pagine fb. Tra l’altro facendo incredibilmente il suo cavallo di battaglia la nostra eventuale colpevolezza nella denuncia della truffa dell’appalto del gas. Sarà invece il suo harakiri. Forse al grido di banzai. Ovviamente il Tribunale archivia perché noi abbiamo solo espresso la nostra opinione garantita dall’art. 21 della Costituzione Italiana. Ma il Mozzo si appella in modo da farci pagare il nostro avvocato, tanto il suo lo paga il Comune, cioè noi. Una simile situazione è indegna soprattutto per chi si è auto nominato Assessore alla Cultura e che dovrebbe promuovere la libertà dello scambio di idee.
Di esperienza non me ne manca come dirigente aziendale e docente all’Università di Comunicazione e Marketing. L’ultima esperienza pratica è stata quella in Consiglio di amministrazione della Cooperativa dei Consumatori. Avevo costruito tra l’altro due cose interessanti. Il Gruppo di Acquisto Solidale per il fotovoltaico cui aderirono circa 150 Soci che oltre che ad inquinare di meno hanno fatto un vero affare con l’incentivo sull’energia prodotta e la corrente gratis. E poi la ricerca sulla soddisfazione del Socio con l’Università di Udine dove avevo insegnato. Questa ultima doveva servire ad un piano marketing. Ma fui cacciato dalla Coop, non gradito dall’allora presidente ed dai dipendenti che volevano il nuovo supermercato a Breganze senza un minimo di programma discusso. Lo scorso anno mi hanno chiesto scusa in assemblea dandomi ragione. Ma ormai la frittata era stata fatta. E comunque continuo a girare il mondo vedendo un sacco di cose interessanti come capogruppo di Avventure nel Mondo. Credo di aver raggiunto i 150 Paesi visitati.
Ora molti mi chiedono di criticare di meno (termine a me non gradito, perché faccio semplicemente informazione commentata) e fare di più, sporcarmi le mani. Ed allora mi rendo, anche un po’ controvoglia, disponibile per il Consiglio di Amministrazione della Pro Marostica. Sia ben chiaro che non farò cordate o intruppamenti vari per essere eletto. Userò per esporre alcune idee di programma i social. Poi i Soci decideranno. E primo punto del mio impegno è far in modo che i cittadini siano fidelizzasti alla Pro Marostica con una ampia partecipazione attraverso una serie di iniziative a loro dedicate. Tutti i marosticensi dovrebbero essere Soci, tra l’altro al ridicolo costo di 10 euro all’anno. In fin dei conti l’associazione costituisce il fulcro dell’attività storico culturale intrapresa prima dall’idea del Pozza nel 1923 e poi dal grande artista Vucetich con il supporto determinante della Pro Marostica degli anni ‘50. E sulla figura di Vucetich e la strada che ha tracciato c’è una grande prospettiva per il futuro della Partita, da cogliere subito.
Daniela Bassetto con una interpellanza nell’ultimo Consiglio Comunale chiede come mai a fronte della richiesta urgente del Sindaco di fine luglio 2023 di indicare i nomi della minoranza per i vari enti e la biblioteca, ancora non sia stato fatto nulla, mettendo anche in crisi le varie gestioni che sono di fatto senza organi di governo. Eppure non ci sono problemi per far passare i candidati della Lega di Marostica avendo ottenuto il 63% dei voti assieme ai neofascisti di Fratelli d’Italia. Ma noi riteniamo che il problema sia molto più grave per la rottura sociale che la Lega ha attuato in questi anni al Comune di Marostica. Infatti la Lega non trova adesione nei ceti sociali più istruiti con capacità reali e competenze. Buona parte di queste persone non accetta il leghismo del “adesso comandiamo noi e fate quello che noi diciamo”. Si astiene, è da notare, anche nei confronti del Pd incapace di uscire dalla logica “Santini o muerte”. Ma di “intellettuali“ il Pd ne pesca parecchi. Sta di fatto che sembra proprio che i possibili candidati ben si guardino dall’impegnarsi per la Lega. Una situazione, quella che del governo della città, capovolta rispetto al passato quando la popolazione sceglieva di essere rappresentata dalle migliori persone acculturate della città. Oggi è come se i professori di una scuola avessero come capo il bidello. Si può essere democratici quanto si vuole, ma per avere adesione di competenze bisogna essere competenti. E siccome i vari periti, geometri e ragionieri si vogliono laureare con l’esperienza della strada, ci sarà sempre più una spaccatura tra cultura professionale e governo della città. E non sarà facile un cambiamento in questo senso anche perché per trovare l’assessore al bilancio, per fare un esempio eclatante, Mozzo ha dovuto pescare un ragioniere a Villaverla, non un dottore commercialista. Il che è tutto dire.
Nell’ultimo consiglio comunale si parte con la mozione presentata dal Pd perché Marostica aderisca all’iniziativa nazionale per la sostenibilità ambientale. Ma Scomazzon, che sostituisce il Mozzo assente, afferma che la normativa approvata lo scorso settembre, non menziona i comuni. La replica di Santini è che invece ai comuni è affidato un ruolo attuativo fondamentale. A questo punto interviene il ragionier Colosso, assessore al bilancio di nomina esterna e quindi non rappresentativo dei cittadini, “sputando” la sua teoria e cioè che appunto i comuni non sono citati nella normativa che farebbe riferimento in pratica solo alle regioni. Santini reagisce con veemenza accusando il Colosso di dire il falso, che a sua volta accusa Santini della stessa cosa. A noi pare che tutta la diatriba sia solo pretestuosa. Infatti adottare la proposta di Santini di una collaborazione tra maggioranza e minoranza sul problema di diventare un “Comune sostenibile”, sembra più interessante ed importante che essere il comune del museo delle scacchiere, al momento, dopo tanto parlare, anche irrealizzabile in quando le Belle Arti hanno bloccato la possibilità dell’uso del primo piano del Castello per ovvii motivi di tenuta statica. Ed un ulteriore segnale dei progetti improvvisati senza opportuna riflessione anche con la minoranza della Lega di Marostica. La verità è che il gruppo Lega non vuole minimamente ascoltare la minoranza. Vuole solo comandare da solo con i numeri blindati. Un concetto di democrazia al di fuori dei nostri tempi e che i cittadini di Marostica pagheranno amaramente.
E la vicenda della richiesta da parte di Mozzo & Company (la Giunta comunale di Marostica) del sequestro dei nostri “media” è così ironicamente importante per il Tribunale che archivia la richiesta. Cioè in sostanza non ravvisa niente. Evidentemente è solo una puttanata. E a fronte dell’appello del Mozzo di procedere lo stesso, tanto per farci pagare l’avvocato che a lui lo paga il Comune, fissa l’udienza il 7 novembre 2024. Quindi con tutta calma e noi siamo sopravvissuti al tentativo di assoluto stampo neo-fascista per metterci il bavaglio. Non sappiamo cosa passa per la testa ai personaggi sopra citati. Sicuramente però non appartengono alla nostra realtà sociale, ma ad un altro mondo in cui vale la verità a senso unico ed il divieto a qualsiasi critica. Forse tra poco il Comune adotterà un nuovo inno: “Faccetta nera”.
Ma la vera realtà che si nasconde dietro il tentativo di sequestro è che si sentono sempre più processati da un pubblico che ci legge sempre di più. La loro immagine non solo a livello locale, ma anche nazionale ed internazionale è sempre più ai minimi livelli. Non c’è più poi la possibilità di manovrare la stampa locale abbindolando i lettori. Oggi internet permette un reale pluralismo dell’informazione. Certo bisogna essere credibili. E noi riteniamo di avere tutti i numeri morali e professionali per esprimere una lettura dei fatti di Marostica più veritiera possibile.
Basta vedere come abbiamo affrontato la vicenda dell’appalto truccato del gas. Una truffa di 910.000 euro ai danni dei cittadini di Marostica a firma Scettro-Collicelli e nascosto prima dalla Dalla Valle e poi dal Mozzo. Una truffa ben costruita e difficile da scoprire, tanto è che l’intero consiglio comunale è stato abbindolato nel momento in cui ha votato di pagare i 910.000 euro a Italgas.
La lettera che pubblichiamo solleva ancora una volta la questione del Convento dei Santi di Fabiano e San Sebastiano, lasciato crollare anno dopo anno. Lo Scomazzon ha proseguito la politica dei precedenti amministratori, che però non vedevano possibilità di finanziamento, mentre il restauro del Convento era la grande opportunità per l’utilizzo dei fondi Pnrr. Ma la politica a Marostica non ha una visione programmatica il che vuol dire essere pronti a delle opportunità che si possono creare. Per il Convento non si è fatto nulla ed è una grande disonorevole vergogna. Difficile che nel futuro si presenti una altra simile occasione. Però bisogna sempre essere pronti inventando una soluzione con un minimo di fattibilità.
Ma sul Convento la politica a Marostica è stata assente, ma anche stupisce l’assenza di un intervento di personaggi locali con le dovute competenze. A gran voce tempo fa fu richiesto all’arch. Roberto Xausa di costruire un comitato per elaborare una soluzione. Xausa è rimasto in silenzio. Per noi è un fatto incredibile e per certi versi inaccettabile.
Ecco la lettera inviateci:
“Buongiorno,sono Seganfreddo Rosalina proprietaria di parziale Convento con terreno annesso. Mi tengo molto informata sulla sorte del Convento che purtroppo da tempo ho messo in vendita,ma se i vostri amministratori comunali prendessero finalmente delle decisioni, forse andremo avanti….in ogni caso non ho bisogno del sequestro, inquanto come ho appena detto l’ho messo in vendita da anni. Non dico quante volte sono andata a colloquio con assessore Scomazzon, che mi dice “adesso vediamo, le sapremo dire” e cosi’ via. Per questo immobile dovete continuamente anche voi con i vostri articoli richiamare l’attenzione, oltre alla pericolosita’, e’ un bene grande per Marostica e per la sua storia (io che la’ ci sono nata). Saluti Rosy”.
L’unica persona cui va dato grande merito di aver posto il problema del restauro è Andrea Minchio editore di Bassanonews, che organizzò anche un convegno pubblico a Bassano nel 2018 con relatore l’arch. Duccio Dinale, che aveva fatto la sua tesi di laurea proprio sul Convento, in occasione dell’articolo pubblicato sulla rivista.
Quando abbiamo ricevuto l’atto di querela, archiviato dal tribunale, ma con relativa opposizione del Mozzo e quindi si va a processo, abbiamo pensato ad uno scherzo. Invece no. Mozzo ci vede alla stregua di un sito pedo-pornografico ed è strano che non abbia chiesto anche l’intervento della polizia postale. Non crediamo proprio di una somiglianza della politica a Marostica con il porno, ma si cercano di usare gli stessi strumenti di censura. La denuncia consta di un lavoro certosino della nostra attività che poi è in buona parte un commento di quanto è pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune. Una bacheca pubblica molto interessante per capire le decisioni dell’amministrazione comunale e dei suoi capetti. Noi la trasformiamo da semplice cronaca a fatti commentati. Noi in realtà ci aspettavamo delle risposte puntuali o anche un dibattito pubblico sulle questioni sollevate. E anche un premio per la nostra faticosa attività di ricerca e commento, assegnatoci da qualche ente o associazione locale. Invece solo querele, ma abbiamo il consenso del pubblico che ci segue attentamente. Invece il Mozzo è come blindato nella sua fortezza comunale circondato solo dagli adepti leghisti. È da lì spara contro chi lo contesta con i soldi pubblici. Ma è evidente che se noi protestassimo con quattro fogli ciclostilati distribuiti in piazza, come ai tempi della mia gioventù, ci riderebbe dietro. Invece i tempi sono cambiati e oggi l’immediata informazione locale, nazionale ed internazionale si fa con internet. Ed il fatto che i nostri commenti sulla gestione di Marostica con i vari personaggi sia al primo posto quando un qualsiasi utente faccia una qualsiasi ricerca su Marostica, non è tollerato dal Mozzo. Lavora per creare il mito del Mozzo leghista duro e puro, ma invece è clamorosamente smentito da internet. Non ha le ragioni e la cultura per controbattere. Ma questa è la democrazia ai nostri giorni. I protagonisti sono sullo stesso piano. E le falsità dette possono essere subito smentite, senza scrivere lettere al direttore di un giornale. Una di queste nell’atto di querela del Mozzo è quella che riguarda Marica Dalla Valle che noi avremmo accusato di aver preso la tangente dell’appalto del gas. Dagli atti risulta che noi la abbiamo accusata di aver coperto l’appalto truccato del gas e di non aver denunciato la faccenda, quando ne venne a conoscenza. Infatti noi poi la abbiamo denunciata per omissione di atti di ufficio. E non abbiamo ancora capito perché non lo abbia fatto. Forse ha ricevuto delle minacce? E il Mozzo si è accodato alla Dalla Valle sulla vicenda dell’appalto truccato coprendo il fatto e addirittura mandandoci subito una lettera minacciosa per farci tacere.
È incredibile. Mai nella nostra lunga esperienza manageriale ci eravamo trovati in una situazione del genere. È evidente che il Mozzo ormai è alla canna del gas dopo anche che si è associato a chi ha coperto lo scandalo della truffa del cambio di gestore del gas, con una perdita per il Comune di 910.000 euro. E si arrampica sugli specchi con le valutazioni più assurde. Dimenticandosi che il Dal Zotto, vice segretario comunale, è stato richiamato dal Giudice per aver inventato una ordinanza per sistemare nella Coop della biblioteca una sua amica. In pratica aveva stabilito che dovevano essere assunte le persone “presenti” in biblioteca. E la sua amica era presente da alcuni mesi. Una assurdità. Poi nella vicenda della querela di Bucco il Giudice ci ha richiamati per l’uso di una vignetta un po’ troppo spiritosa. Ma era vero che Bucco doveva restituire i soldi agli Italo-canadesi dopo l’annullamento della Partita a Scacchi. Non arrampicarsi vergognosamente sugli specchi. Comunque è da leggere il corposo, e costoso per le casse comunali, documento a firma Mozzo, per capire la difficile battaglia che stiamo facendo per esprimere la nostra opinione e difendere il diritto di opinione a Marostica.
Addirittura Enzo Colosso abitante a Villaverla, e non certo abitante a Marostica, è assessore al bilancio per volontà della Lega. È un suo uomo sicuro. Possibile che non ci fosse un esperto locale? O forse ha contato l’amicizia con il vice Sindaco Scomazzon? Ma poi il discorso va allargato. Perché se ci guardiamo intorno i marosticensi che ritornano nella propria città dopo magari notevoli esperienze lavorative in giro per il mondo, sono praticamente esclusi dalla comunità e da responsabilità in enti o associazioni. Non contano le competenze, ma essere conosciuti ed intrallazzati. Il Sindaco non svolge alcuna attività di promozione di esperienze e competenze. Me lo ricordo bene anch’io. Tornato da Milano dopo una lunga esperienza manageriale mi presentai all’Alcide Bertazzo, allora Sindaco. Dissi della mia esperienza e mi dichiarai disponibile ad operare per la città. Mi guardò con sguardo assente, per non dire qualcosa d’altro, e non disse nulla. Non gli interessava un tubo quello che gli dicevo. Certo poi mi presentai alla Cooperativa Consumatori, che si trovava in difficoltà. Il furbo Luigi Scomazzon mi utilizzo’ per un po’ per poi tramite la cordata con i dipendenti non ci pensò un attimo a farmi fuori quando intravvide una opposizione alle sue scelte del mattone, senza pensare minimamente al marketing per i Soci. Voleva costruirsi il “suo” supermercato monumento. E sappiamo la fine che sta facendo la Coop con troppi debiti e senza una chiara strategia commerciale, oltre evidentemente con gli amministratori “eredi” dello Scomazzon. E avendo tempo per parlare con altri “professional” mi hanno confermato la situazione. Torni a Marostica con una notevole esperienza professionale e sei escluso perché non conosciuto ed il potere reale è in mano ai “culi di pietra” locali che non conoscono nulla di ciò che capita nel mondo. E tra l’altro la loro cultura si ferma alle scuole superiori, senza uno straccio di laurea. Tutti spesso indaffarati anche per il loro business di geometri e ragionieri. Non ti resta quindi che leggere i giornali in biblioteca o partecipare a qualche Club Lions o Rotary locale, dove evidentemente ti sei trasferito. O partire con una tua iniziativa personale, finanziandola, per contribuire alla crescita della Comunità. La capacità di questi personaggi è di manipolare la gente per la conquista del potere locale con le sue prebende, utilizzando anche il fatto di una presenza cattolica brava solo ad organizzare le marce della Pace e che politicamente non conta nulla, la moralità e la lotta politica se la è dimenticata, anche se potrebbe essere portatrice di valori e capacità importanti.