I soldi vengono per 900.000,00 euro dal PNRR, 473.964,26 da fondi regionale e 226.035,74 da fondi comunali. Rispetto al previsto c’è stato un aumento di 100.000 euro interamente finanziati dal Comune.
La ristrutturazione è partita con l’aggiudicazione dei lavori alla fantomatica impresa Italsud 79 srl di Quarto (Napoli) e successiva risoluzione del contratto dopo alcuni lavori iniziali. L’appalto veniva quindi riassegnato alla seconda classificata e cioè la Eurocostruzioni srl di Padova che subentrò il 30/01/2024 con termine lavori il 18/09/2024.
A causa di lavori aggiuntivi imprevisti la data di consegna è slittata poi al 31/10/2024.
Gli incentivi per funzioni tecniche, cioè la somma che viene corrisposta ai dipendenti comunali tecnici se i lavori procedono secondo programma, è di 22.000 euro.
A questo punto ci dovrebbe essere un comunicato del Sindaco Mozzo, se tutto è stato realizzato.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica
AREA SALIN, BRECO’S, BELFE. AZZOLIN, POLITEAMA. TUTTI INTERVENTI URBANISTI DEL PIFFERO A MAROSTICA. ED IL MOZZO CONTINUA SULLA IGNOBILE STRADA
Il primo è stata la speculazione patrocinata dal Sindaco Bertazzo con relativo fallimento dell’impresa Rubbo e ritardi (e soldi spesi) a non finire per il Politeama. La seconda quella dell’area intorno al Conad ex Salin con fallimento ancora in corso di risoluzione dell’immobiliare Neve. Adesso arrivano gli interventi per la Breco’s, la ex Azzolin e la Belfe.
Escludendo il Politeama si tratta di un recupero urbanistico di aree ex industriali. Interventi pompati dalle varie amministrazioni come risoluzioni per aree abbandonate. Anche il Mozzo non è di meno. Evidentemente anche a lui manca di un minimo di illuminazione per una cultura urbanistica per governare una città come Marostica. L’unico intervento che a noi sembra ben progettato è quello dell’area ex Azzolin di proprietà della Volksbank.
Gli altri sono costruzioni di appartamenti-celle per dormire, come ben sottolineato da un nostro lettore. Nessuna logica di recupero, anche parziale, degli edifici di industrie che hanno dato pane e gloria alla città. Nessuna riconoscenza storica. Una ignobile vergogna.
Manca quindi ancora una visione urbanistica di quello che si vuole dalla nostra città ed è una cosa ignobile perché Marostica è anche protetta dal decreto Soragni pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 marzo 2012 come “Dichiarazione di notevole interesse pubblico del centro storico di Marostica”.
Ma il Mozzo ed il “muratore” Valentino Scomazzon se lo sono mai letto? Ci aspettiamo ulteriore querela.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica
PRESENTATA LA LOTTIZZAZIONE DELL’AREA EX BELFE PER MASSIMO 290 INQUILINI TEORICI
Stimiamo che possano essere un circa 80 nuovi appartamenti. Ricordo che anni fa era stata presentata in Consiglio Comunale un’altra lottizzazione. Il Sindaco Mozzo quindi non presenta alcuna novità. La nuova proprietà, Stone srl con sede a Vicenza, ha acquistato l’area circa 2 anni fa.
ALESSANDRO MORELLO OGGI ASSOLTO DALLA DENUNCIA PER DIFFAMAZIONE DELLA MARICA DALLA VALLE COME SINDACO DI MAROSTICA PER L’APPALTO “TRUCCATO” DEL GAS
COME MANTENERE VIVI I CONTATTI CON I MAROSTICENSI IN BRASILE SENZA COMITATI, CERIMONIE, INUTILI GEMELLAGGI, MA CON LA VITA QUOTIDIANA
Interessante e ben documentata la relazione di Giorgia Miazzo e Gianluca Parise sui migranti veneti-italiani in Brasile, in particolare nello stato del Rio Grande do Sul al Palazzo del Doglione ieri pomeriggio.
Iniziarono ad arrivare in Brasile nel 1875, dopo che i tedeschi però avevano già occupato le terre migliori. I veneti dovettero quindi disboscare parecchio per creare condizioni utili per l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. Oggi la zona abitata da veneti-brasiliani è un grande produttore di riso, tabacco, avena, pesche, miele, uva e vino. Sono importanti gli allevamenti di bestiame e le industrie alimentari, meccaniche, tessili e metallurgiche. Ci sono città come Nova Bassano, Nova Padua, Nova Brescia, Nova Vicenza ha recentemente cambiato nome. Gli emigrati marosticensi si stabilirono nella zona di Serra Gaucha ed in particolare intorno alla cittadina di Garibaldi dove aprirono su imitazione di Marostica, numerose fabbriche di cappelli di paglia.
È evidente che occorrono trovare modi nuovi per mantenere relazioni e contatti con questa comunità di marosticensi perfettamente integrati nella realtà brasiliana. E può essere una interessante esperienza di vita. Lì parlano ancora il “talian”, che agli effetti è una lingua etnica, sintesi di diversi dialetti provinciali, prevalentemente veneti.
In questo convegno abbiamo buttato un’idea memore di diversi ed interessanti viaggi fatti con Avventure nel Mondo. Le modalità di viaggio di essere ospitati da famiglie locali è un modo estremamente utile per conoscere la realtà di un paese.
Abbiamo suggerito di utilizzare Avventure nel Mondo per costruire con continuità viaggi alla scoperta dei nostri marosticensi in Brasile. Potrebbe essere una estensione 3-4 giorni a Porto Alegre e Garibaldi di viaggi che già visitano il Brasile, l’Uruguay o il Nord dell’Argentina trovandosi Rio Grande do Sul a sud del Brasile e con vicini Argentina e Paraguay.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica
SIMONE BUCCO E MATTEO MOZZO QUALE RUOLO HANNO A MAROSTICA? UN LETTORE COMMENTA
Per Corrado Miotti “La partita a Scacchi è gestita da persone che sappiamo tutti che valgono quel periodo dell’anno, ma nessuno lo dice, a tutti va bene però. Personalmente quello che si è creato in questi ultimi anni a Marostica fa schifo. Un vizio spregiudicato di potere che vale solo dentro alle mura, fuori non sei nessuno”.
Un commento molto lapidario e sintetico ad un nostro articolo. Ma che alla fine non possiamo che condividere. Infatti i personaggi che gestiscono la Pro Loco ed il Comune non sono nessuno al di fuori di Marostica. Se poi andiamo a vedere il loro curriculum presentano ben poco. Quello di Bucco riguarda la sua attività lavorativa come geometra nel settore stradale urbanistico, edile ambientale e tecnico soprattutto in rapporto con il Tribunale. Certo ha fatto il politico con la giunta Scettro approvando l’appalto truffa del cambio di gestore del gas, in fase finale al Tribunale di Vicenza con le arringhe degli avvocati, per la denuncia della Dalla Valle supportata in continuità anche dal Mozzo. Il che per uno del settore non è proprio il massimo. La sua vera esperienza è stata alla Pro Marostica. Però con grossi limiti in quanto non ha ampliato la base sociale della Pro né ha fatto partecipare i Soci alle decisioni. Ha gestito in modo autoritario e autoreferenziale l’associazione. Sempre dentro le mura di Marostica e certo non è diventato un personaggio di notorietà regionale o tantomeno nazionale. Avendo in mano anche una manifestazione unica nel suo genere in Italia.
Per quanto riguarda Matteo Mozzo rappresenta il tipico Sindaco eletto solo per il partito. Dietro c’è un semplice diploma di perito agrario ed un tentativo di fare lo studente universitario. È un capovolgimento della logica di nominare sindaci chi aveva dato prova di capacità nell’ambito lavorativo e sociale. Il contrario della cultura dell’efficienza amministrativa con l’inserimento di innovazione politica E superati i cinque anni in assenza di alternative, con una opposizione assente e con l’appoggio dei neo-fascisti, il Mozzo ha continuato nella sua “mission”, cambiando l’approccio personale e sembrando più sicuro. Ma se non c’è l’arrosto resta sempre fumo. Non c’è alcuna reale progettualità per Marostica. Ed è diventato uno specialista di querele per chi lo contesta.
D’altra parte la borghesia locale, anche quella del Rotary e del Lions, si è data alla fuga, lasciando la città nelle mani della politica di basso livello.
Osservatorio Politico Sociale di Marostica
Matteo Mozzo, Sindaco di Marostica, denuncia i suoi concittadini per impedire il diritto di critica
MATTEO MOZZO, SINDACO DI MAROSTICA, dopo aver presentato una denuncia di 30 pagine viena archiviato dal Pubblico Ministero. Ma tanto per lui l’avvocato lo paga il Comune e si oppone alla richiesta di archiviazione. E’ sempre il tentativo di ignorare l’art. 21 della Costituzione Italiana sulla libertà di opinione e critica. Ma che ci sta a fare come Sindaco nemico dei suoi concittadini?
VANNI MARCOLIN PRESENTA AL CAI DI MAROSTICA “DAL NEPAL AL TIBET”. BELLE IMMAGINI PERÒ NELLA PRESENTAZIONE NON DICE LA VERITÀ SUL DALAI LAMA E VORREBBE CHE STESSI ZITTO
Ecco un’altra bella serata alla sala Coop Consumatori con il racconto del viaggio dal Nepal al Tibet. Un percorso lungo e faticoso che si mantiene sempre a quote elevate sui 4.000-5000 metri. Le immagini ben documentano il vissuto di una popolazione profondamente legata al loro tipico buddismo, Impressionante il pellegrinaggio individuale della gente attorno alla loro montagna sacra continuamente genuflettendosi. Una religiosità quindi interamente vissuta durante la loro vita.
Il commento di Marcolin si fa molto critico, seguendo l’opinione comune, nei confronti della Cina che ha conquistato il Tibet e che lo tiene attentamente sotto controllo con strade nuove ed il collegamento ad alta velocità Pechino-Lhasa.
Ero ad un incontro con l’ambasciatore cinese organizzato dal mio Rotary di allora ed un socio chiese in modo esplicito le ragioni del comportamento illegale della Cina conquistando il Tibet. La risposta fu chiarissima: “abbiamo liberato una popolazione dalla schiavitù del Medioevo”. Il Tibet infatti non aveva una distinzione tra potere politico e religioso ed il capo religioso, il Dalai Lama, era anche capo politico assoluto. E poi il Tibet era un paese poverissimo, senza possibilità di sviluppo, imprigionato nella povertà senza alcun moderno sviluppo. La Cina ha indubbiamente apportato un modo di vivere decoroso e fatto superare l’indigenza. E riportato la situazione di quando era protettorato cinese sotto l’imperatore.
Poi in un viaggio con Avventure bel Mondo come coordinatore, ho visitato con il mio gruppo il sito tibetano nell’India centrale che gode dei diritti come quasi stato. In pratica una grande comunità religiosa che vive grazie ai generosi contributi di numerosi supporter americani. Lì c’è anche l’università che rilascia la laurea di massimo livello in religione tibetana. Pensavo ci fossero un sacco di studenti americani, data la loro mania per il buddismo tibetano, invece me ne è stato presentato uno solo. La ragione è che i corsi sono in tibetano! Il marketing per loro ancora non esiste.
Quindi suggeriamo al Cai di fare massima attenzione alla presentazione di viaggi in paesi stranieri, tenendo conto delle farie sfaccettature storico politiche e che la democrazia come noi la intendiamo fa parte della nostra storia, non obbligatoriamente di altre popolazioni. Noi possiamo sempre collaborare.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica
LA CUMAN FORSE SI RICREDE ED ALLARGA L’ORIZZONTE SU PROSPERO ALPINI, CHE NON È IL “CAFFETTARO” DI TURNO, CON L’AIUTO DI ELISABETTA CARRON
Sabato scorso siamo andati per senso civico alla ennesima conferenza della fantomatica Accademia del Caffè a ricordo di Prospero Alpini e di cui la Cuman è presidente. Riteniamo che questa accademia sia una appendice ludico-conviviale del Centro Studi mettendo insieme i soliti “amici” per fare i finti accademici mascherati con un elegante mantello medioevale. Poteva appunto essere una attività allargata ad un ampio pubblico usando un po’ di moderno marketing per far conoscere il Peospero Alpini, che non vuol dire solo caffè. Ma c’è chiusura totale a chi propone cose nuove. Tant’è che la nostra domanda di iscrizione al Centro Studi è stata praticamente ignorata. Eppure abbiamo un eccellente curriculum, anche Accademico e non da ultimo siamo un grande viaggiatore con oltre 150 paesi visitati anche come coordinatore di Avventure nel Mondo.
Il presidente attuale del centro Studi è Maurizio Ripa Bonati, con vice la Cuman e segretaria l’Angelina Frison, ex responsabile della biblioteca.
Il Bonati, nato a Schio nel 1949, professore universitario, è stato fino al 2018 Direttore del Centro interdisciplinare di Storia della Medicina, oltre ad altri numerosi incarichi sempre nell’ambito della storia della medicina.
E se andiamo a vedere lo statuto del Centro Prospero Alpini di caffè non si parla mai, ma “di promuovere e favorire gli studi di storia della scienza intorno alla figura di Prospero Alpini”. Perché il personaggio diede lustro per secoli all’Università di Padova come grande farmacologo con le sue ricerche sulle cure con le piante di tutti i tipi.
Insomma il blocco culturale operato dalla Cuman ha seguito una strada a senso unico. Però nel convegno di sabato abbiamo intravisto una svolta con la relazione di Elisabetta Carron che ha parlato in modo molto articolato dal punto di vista storico-artistico delle ninfee, piante studiate dall’Alpini. Noi abbiamo trovato che: “Fin dall’antichità erano note per le loro proprietà anafrodisiache, che hanno conferito loro il nome di “distruttrici del piacere”, avendo fiori e radici un potere calmante sull’attività sessuale.
Inoltre hanno effetti sedativi, antinfiammatori, emollienti e astringenti. In ambito cosmetico e dermatologico gli estratti del rizoma e della radice vengono utilizzati come astringenti ed emollienti della pelle infiammata.
La ninfea è largamente utilizzata inoltre nei trattamenti idratanti ed elasticizzanti e come ingrediente all’interno di prodotti solari”.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica
I “COMUNISTI ” VICENTINI BLINDANO LE LORO PROPRIETÀ NELLA FONDAZIONE MAURO NORDERA BUSETTO PER DARE SPAZI GRATIS AGLI ANTIFASCISTI
Interessante serata per la presentazione del libro sui comunisti vicentini. Il clima era di reduci ed ex combattenti ormai sfiniti dopo aver cercato di avere un ruolo politico. L’ultimo colpo di coda è stato quello di creare una fondazione dove mettere tutte le proprietà “comuniste”. E prima di sparire gli ex Pci hanno creato in ogni provincia italiana una simile fondazione con poi a capo una fondazione nazionale. Il patrimonio del Pci è stato quindi messo in salvo. Claudio Rizzato, Presidente della Fondazione vicentina Mauro Nordera Busetto, ha sottolineato come le varie sedi locali siano cedute gratis a partiti o organizzazioni che rispettano le condizioni di essere antifasciste ed in linea con la Costituzione Italiana. I soldi per il mantenimento delle proprietà derivano dall’affitto a privati di altre due sedi. Rizzato ha ricordato anche come l’attuale ministro della giustizia Nordio, come PM a Venezia, cercò di indagare su tale patrimonio convinto che fosse frutto di soldi arrivati dalla Russia Sovietica e tangenti delle coop rosse. In realtà è il frutto di lavoro gratuito e di soldi personali dei militanti “operaisti”. Altri tempi quindi.
Piefranco Bizzotto del Centro Romano Carotti, il think tank della sinistra bassanese dura e pura, ha introdotto il libro. I comunisti vicentini si distinsero per essere stati degli “operaisti” (linea Ingrao) e quindi con grosse difficoltà ad avere una visione complessiva della società ed a comprenderne l’evoluzione. Il momento di uscita dalla chiusura sociale dei comunisti a Bassano fu in particolare la scuola popolare del Gruppo Lavoratori Studenti al Liceo Brocchi, che vide operare insieme i giovani democristiani di sinistra con i nuovi giovani comunisti, contrari ad ogni forma di estremismo politico e tenaci difensori della Costituzione Italiana. Fu fatto un “compromesso” storico tra chi aveva degli obiettivi comuni per una società moderna e giusta, al di là della fede politica.
Nel libro sono riportate le testimonianze di Antonio Dalla Gassa, per Bassano, e Daniela Bassetto per Marostica.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica