ERA ORA. MAROSTICA CHIUDE BENE IL BILANCIO 2021 GRAZIE PERÒ A MAGGIORI ENTRATE TRIBUTARIE, DEL +16,2% RISPETTO AL 2020

Infatti le entrate tributarie passano da 6.247.909 euro nel 2020 a 7.261.124, quindi un ben 16,2% in più pari a 1.013.215 euro.
L’utile risulta essere di 887.854 euro. Evidentemente è un risultato straordinario dopo anni di incertezze e ricorso ad artifici contabili.

In sostanza con più tasse si sono sistemati i conti. Anche perché la struttura dei costi resta abbastanza stabile con però delle variazioni interne, come il costo del personale che passa da 2.120.170 euro a 2.849.324 con un incremento di 729.154, quindi più 34,4%, francamente difficile da comprendere.

Ora il bilancio approvato in giunta passa all’esame del consiglio comunale.

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IL GAS DI MAROSTICA ARRIVA IN TRIBUNALE A SETTEMBRE E QUASI TUTTI I PROTAGONISTI SONO TESTIMONI PER DIFENDERE L’APPALTO COSTATO ALLA COMUNITÀ BEN 910.000 EURO INVECE DI ZERO. INCREDIBILE!

La querela per diffamazione fatta nei nostri confronti dalla Marica Dalla Valle segue l’iter processuale dopo ben 5 anni. Con l’inserimento nella vicenda della solita pistolotto-richiesta, già respinta dal Tribunale nella vicenda della biblioteca, della Giunta Mozzo di essere noi condannati anche per aver esagerato nell’applicare l’articolo 21 della Costituzione Italiana sul diritto di parola.
I testimoni dell’accusa per la faccenda del tubo (del gas) sono:

1. DAL ZOTTO GABRIELE, vice segretario generale Comune di Marostica
2. TRENTIN GIORGIO, ufficio sport e pubblica istruzione Comune di Marostica
3. CAMPAGNOLO CLAUDIA, ufficio segreteria del Comune
4. MOZZO MATTEO, Sindaco del Comune di Marostica
5. BERTOLIN RENATO, assessore al Sociale del Comune di Marostica
6. LORA FRANCESCA, Segretaria del Comune di Marostica all’epoca dei fatti
7. COLLICELLI ROBERTA, funzionario lavori pubblici del Comune di Marostica all’epoca dei fatti
8. BILIATO ELISABETTA, uff. ragioneria del Comune di Marostica
9. DALLA VALLE MARICA, Sindaco di Marostica all’epoca dei fatti
10. Ing. FRANCESCO DONA’, perito incaricato dal Comune di Marostica di redigere la stima dell’impianto del gas.

Rileviamo che il Mozzo avendo già perso la causa della Biblioteca in base all’art. 21 della Costituzione Italiana, avrebbe già dovuto dimettersi da Sindaco per coerenza etico-morale. Un Sindaco che continua a voler impedire la parola ad un cittadino senza dare le risposte richieste e scrivendo lettere di minaccia, deve andarsene.

Ovviamente i cittadini di Marostica sono ulteriormente anche “mozziati” dovendo spendere oltre 3.000 euro, dopo quelli già pagati, per l’avvocato del Comune. Il nostro invece ce lo dobbiamo pagare noi. E per questo siamo ulteriormente incazzati, perché negli altri Paesi chi perde paga tutto. Ma noi resistiamo per la libertà di parola ed opinione.

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LA VOLKSBANK HA FINALMENTE UN INIZIO DI PIANO DI MARKETING SOCIALE CON LA FONDAZIONE BPMV. MA È UTILE ALLA BANCA?

È proprio un inizio, ma almeno si comincia a focalizzare una serie di progetti di marketing sociale già collaudati negli anni passati. Si comincia cioè a fare un po’ di ordine dopo i finanziamenti a pioggia di tipo “accontentiamo un po’ tutti” di chiaro stampo vetero democristiano come lo era il vecchio consiglio di amministrazione ora ridotto come numero e sembra più controllato dalla banca.

Ma ancora non è compresa la logica della comunicazione che è soprattutto la visibilità della banca. Infatti nelle iniziative Volksbank è un semplice supporto con altri sponsor. Manca un evento in cui Volksbank sia realmente protagonista con la dovuta appunto visibilità. Insomma siamo purtroppo ancora all’Opera Pia di Xausa e Cortese, che sono rimasti come presidente e vice, con solo un po’ di più ordine. Di programmazione.

Noi che che di esperienza di marketing ne abbiamo avuta un bel po’, abbiamo visto l’importanza di sponsorizzare pochi e ben comunicati eventi costruendo una certa immagine dell’azienda. Anche e soprattutto nel marketing sociale. La dispersione delle risorse in una serie di iniziative pur valide, ma che non distinguono la banca da altri sponsor è un grave errore di marketing. D’altra parte è difficile che due “vecchi” politici democristiani, senza una reale esperienza di marketing, sappiano evolversi. Tireranno il carretto per loro interesse e visibilità.

Noi pensiamo che soprattutto una banca debba distinguersi guardando al futuro e appunto distinguendosi in questo senso e sapendolo comunicare in modo ottimale.

Si potrebbero finalizzare importanti risorse per l’università con anche significative ed orientate borse di studio. È un modo per realmente promuovere e conoscere il nostro futuro. Ovviamente ci può essere anche un’altra idea, la nostra è solo una proposta. Quello che conta è l’unicità dell’iniziativa correttamente comunicata.

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IL PROF. GIANNI GIOLO DENUNCIA IL SILENZIO COLPEVOLE DELLA CULTURA A MAROSTICA. IN PRIMIS GUDERZO, MURARO E CUMAN

Non ha risparmiato nessuno il Prof. Gianni Giolo nella sua lettera pubblicata dal Giornale di Vicenza. Sulle Mura non perdona: “ Lei può credere che dalle amministrazioni passate sono state concessele torri delle Mura a signorotti che ne hanno fatto le loro alcove?
Che fanno i vari esperti di storia dell’arte e di storia locale Guderzo e Muraro?
E che dire di altre eccellenze culturali che creano associazioni al solo fine di riunioni culinarie e mangerecce? (leggi Mariangela Cuman n.d.r.)”
E conclude che Marostica è: “Città bellissima che però dovrebbe essere liberata da una popolazione mentalmente pigra e culturalmente inerte”.

E chi se non i Cittadini portatrici di Cultura possono liberare Marostica? Certo occorre coraggio come dimostra il Prof. Giolo anche con le corrette osservazioni contro il proprio ambiente che di solito risponde togliendoti l’amicizia professionale e considerandoti un nemico, invece di iniziare una franca e corretta discussione per arrivare anche alla mobilitazione della Cultura a Marostica contro simili andazzi.

Gianni (Giovanni) Giolo nasce a Vicenza e si laurea in Lettere Classiche all’Università di Padova. Già insegnante di latino e greco presso il Liceo Classico “A. Pigafetta” e di latino e greco  biblico presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Vicenza, ha al suo attivo una carriera di saggista, traduttore e critico letterario. Ha pubblicato un estratto della sua tesi di laurea sulle cohortes urbanae e scritto saggi sulla tragedia greca di Euripide e sulla retorica nel mondo antico per l’Università di Padova.

Ha curato un’antologia di Aleardo Aleardi, tradotto le poesie di Saffo e per la collana “Acquerelli” dell’Editrice Demetra il Fedone di Platone, La vita felice e La tranquillità dell’anima di Seneca, La Magia di Apuleio, i Dialoghi degli Dei di Luciano di Samosata, le Confessioni di Sant’Agostino e i Vangeli.
Ha pubblicato un libro di poesie Idilli palladiani (Edizioni del Leone). Ha scritto con l’Editrice Veneta Scrittori di Vicenza, Lettere di Giacomo Zanella a Alvisa Dalle Ore (2006), Da Zanella a Meneghello (2008).
Nel 2011 è entrato nella rosa dei finalisti del premio di Torino I Murazzi, diretto da Sandro Gros-Pietro e ha visto pubblicato il libro di poesie Cento Sonetti (Genesi Editrice). Nel 2012 ha pubblicato il libro Zanella e Leopardi (Editrice Veneta).
E’ giornalista pubblicista e collabora da anni come critico e saggista con varie riviste letterarie, quotidiani e settimanali.
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INCREDIBILE: VA IN APPALTO IL MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO. IL COMUNE DI MAROSTICA È SENZA IDEE E CAPACITÀ DI GESTIONE

Sospeso da mesi il mercatino dell’antiquariato di Marostica era un evento caratteristico della prima domenica del mese a Marostica. Certo occorreva vivacizzarlo, puntando anche sull’usato di un cero livello, selezionando gli espositori. Magari aprendo agli scambi tra la gente comune. Insomma innovare con un po’ di fantasia. Cambiando anche il restrittivo regolamento del 2017.
Ma se si vuol essere un minimo competenti prima di tutto si fa una semplice analisi di mercato. Per vedere le caratteristiche degli utenti, a quali prodotti antichi o usati sono interessati ed il valore del collegamento tra Piazza storica e mercatino.

Non c’è niente di tutto questo nella delibera della Giunta leghista del solito Mozzo che prevede solo la selezione del concessionario. D’altra parte è la Cultura della attuale amministrazione: cercare di sbolognare il problema.

“Di dare atto che le premesse costituiscono parte integrante del presente deliberato e di approvare, in via sperimentale, l’affidamento della gestione del Mercatino dell’antiquariato, dell’usato e del collezionismo, a soggetto professionale esterno, previa indagine di mercato finalizzata a selezionare un ente deputato con criteri essenzialmente di qualità, competenza ed affidabilità, il quale operi nei limiti delle norme nazionali, regionali e comunali con autonomia nei confronti degli operatori del mercato fatto salvo il pagamento al Comune di oneri di imposte, tasse e contribuzioni già previste negli ordinari atti di gestione dei servizi.”

Insomma si cerca di ripartire da zero cercando un operatore esterno, incapaci come Comune di gestire ed organizzare un bel mercatino che negli anni passati ha sempre vivacizzato la Piazza la prima domenica del mese, senza spesso le porcherie alimentari pseudo regionali che vengono ora offerte. E la Pro Marostica dorme?

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LA MISTERIOSA CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA PRO MAROSTICA IL 29 MARZO 2022

Siamo attenti a leggere tutte le novità che riporta l’Albo Pretorio del Comune di Marostica. Appare in data 07 aprile l’atto in cui la Giunta concede il 25 marzo “l’utilizzo a titolo gratuito della Sala Multimediale dell’Opificio” per l’Assemblea di bilancio della Pro Marostica da tenersi martedì 29 marzo.
Ora lo statuto della Pro Marostica nell’art. 8 disciplina tale convocazione per i Soci e dice che l’avviso di convocazione deve essere spedito a tutti i Soci a mezzo servizio postale o con qualsiasi altro mezzo anche digitale almeno 8 giorni primi.

Ora noi siamo Soci della Pro Marostica, ma non abbiamo ricevuto alcun avviso di convocazione dell’Assemblea.

Ora attendiamo dal geom. Bucco, sempre sollecito agli atti amministrativi più vari tra cui le querele, un chiarimento perché non ci è arrivata alcuna convocazione per l’Assemblea del 29 marzo.

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QUANDO LE ASSOCIAZIONI SONO FARLOCCHE: IL CASO DELLA “ALUMNI CUOA”

Sorta nel 1964 l’Associazione Master Cuoa (AMC) era costituita dagli ex allievi che si iscrivevano versandone la quota associativa. Dava ai Soci un abbonamento ad una rivista economica, alla prima iscrizione il pin e l’orologio, organizzava incontri al sabato, editava l’annuario con la posizione professionale dei Soci, dava delle borse di studio ed era interlocutore della Scuola per la sua offerta formativa.
Quindi l’Associazione era completamente indipendente dal Cuoa, la Scuola di formazione manageriale di Altavilla Vicentina.
La sua indipendenza ha sempre dato fastidio a chi gestiva il Cuoa e raggiunse negli anni ‘90 punte di massima tensione quando la gestione del Cuoa era confusa e con gravi perdite di gestione. Tant’è che per un breve periodo l’AMC fu “espulsa” dalla sede della Scuola per le motivate critiche alla gestione ed ospitata nella sede del Comune. Poi fu elaborata anche una proposta didattica aderente alla evoluzione manageriale in azienda contando su Soci esperti in formazione. Successivamente l’Associazione ebbe il pieno riconoscimento del suo ruolo e partecipava come invitata anche al Consiglio di Amministrazione del Cuoa.

Ma la Scuola non voleva questa autonomia dell’Associazione Master e ne cercava il controllo riconoscendone però il ruolo importante per la Scuola stessa, soprattutto per l’immagine e la promozione dei corsi.
Alla fine dopo pressioni a non finire, ci fu il passaggio dall’AMC (la più antica associazione Master in Italia) ad ALUMNI Cuoa.
La Alumni in pratica è una pseudo associazione in cui automaticamente vengono iscritti gli ex allievi senza pagare alcuna quota di adesione. È in pratica uno strumento di marketing del Cuoa per promuovere la scuola ed i corsi, strettamente controllato e finanziato dalla Scuola stessa. Tant’è che alla assemblea on line degli ex allievi per il rinnovo delle cariche del direttivo di loro pertinenza erano una ventina su migliaia per eleggere i 12 membri. I manager non sono degli allocchi da perdere tempo in iniziative in cui non contano niente.
Le associazioni degli ex allievi in altri Paesi sono completamente autonome, con consistenti quote di adesione, finanziano ricerche e borse di studio, hanno anche una funzione di controllo e sono di stimolo per le scuole di management ad essere sempre più efficienti.
La ALUMNI sbandiera soprattutto di essere un networking tra gli ex allievi. Ma non conosce il vero significato della parola e non assomiglia minimamente ad un LinkedIn.
Riportiamo quanto incredibilmente affermato da Mirca Toniolo:

“La mia storia professionale con CUOA Business School è iniziata dal 2004 e da qualche anno mi occupo nello specifico dello sviluppo della Community dei Diplomati Master. Sempre qui ho conseguito il Diploma di Executive Master in Finance e attualmente faccio parte del Direttivo dell’Associazione Alumni. Un legame doppiamente forte e stimolante, che mi ha permesso in questi anni di conoscere manager, professionisti e imprenditori con esperienze professionali eccezionali ma, soprattutto, Persone meravigliose, che hanno condiviso percorsi di crescita e storie d’ispirazione per tutti noi. Vivo l’esperienza all’interno del Direttivo dell’Associazione ALUMNI con rinnovata energia, certa che la nostra Community diventerà sempre più ampia, forte e connessa. In particolare seguirò da vicino il Lifelong Learning Program: un ulteriore step per accompagnare i nostri Alumni nelle sfide professionali quotidiane e del futuro”.

È evidente l’utilizzo dell’associazione per promuovere le iniziative del Cuoa.
Insomma noi ci auguriamo che dalle ceneri della gloriosa AMC, uccisa da una ferrea logica di potere ed unica associazione ampiamente citata nel libro edito dal Mulino sulle scuole di management in Italia, nasca almeno un Club degli ex allievi, che per la loro attività professionale hanno raggiunto importanti traguardi manageriali.

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IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI. STANNO SPARENDO? O STANNO CAMBIANDO? CI SONO DIVERSE SITUAZIONI ANCHE A MAROSTICA

Sono socio del CAI, della Pro Marostica, degli Amici/Volontari della Biblioteca, degli Amici dell’Archivio di Stato, dell’Associazione Alumni Cuoa, di ManagerItalia, l’associazione dei dirigenti del terziario, per non parlare del Rotary. E partecipo alla Consulta delle Associazioni della Biblioteca.

Quindi ho una panoramica piuttosto ampia delle associazioni e devo francamente dire che danno senso ai propri interessi.
La prima associazione cui mi sono iscritto è stata il CAI. Allora, oltre 55 anni fa, erano quattro gatti appassionati di montagna. È una associazione che negli anni ha continuato la sua crescita offrendo non solo le gite delle escursioni domenicali, ma anche lo sci alpinismo, le camminate con le ciaspole, la speleologia, la bike, il gruppo dei ragazzi. Oggi in pratica oltre che al gruppo del mercoledì per le escursioni settimanali attorno a Marostica, partecipo al CAI Seniores di Bassano che ha la caratteristica della comodità delle escursioni organizzate in bus e non con la macchina dei partecipanti. L’unico appunto, dato la caratteristica dei partecipanti quasi tutti con attività lavorative ridotte e/o pensionati, è che le gite non vengano fatte il sabato, potendo così evitare l’affollamento domenicale. A Marostica come a Bassano c’è sempre stato un attivo è capace gruppo dirigente. Persone quindi disponibili, con valide idee per soddisfare i desideri dei soci. È tutto si svolge regolarmente con le periodiche assemblee per l’approvazione dei bilanci e la nomina dei consiglieri. A questa attività escursionistica locale volontaristica, sta prendendo forma anche una attività lavorativa da parte di persone come Chiara Bertacco, guida ambientale escursionistica, per far conoscere la realtà intorno a Marostica. È un inizio per valorizzare il territorio di Marostica con il turismo soft e dare lavoro anche trattorie ed agriturismi locali. E questa è una iniziativa senz’altro da promuovere nel modo più efficace.

Altro discorso sono le associazioni che fanno capo alla Consulta della Biblioteca. Qui si sente la mancanza di rinnovamento e l’attività è molto delegata a singolI personaggi che si attivano. Ma sono oltre 30 le associazioni in attività e spaziano dalla musica, al teatro, all’arte, alla storia. Partecipo a quella degli Amici/Volontari per mantenere aperta la Biblioteca anche alla domenica, dare supporto alle mostre, organizzare eventi di conoscenza dei Paesi e visite ad esposizioni in Veneto.
È appena stata costituita una Associazione delle associazioni per formalizzare secondo legge la possibilità di accesso a contributi pubblici o privati per singole iniziative, senza che ogni singola associazione debba avere il proprio codice fiscale, mantenendo così una flessibilità ed informalita’ associativa.
Certo c’è anche il semestrale Cultura Marostica, ma ancora deve trovare una sua formula editoriale aggiornata e fa difficoltà a essere apprezzato. In realtà non c’è una vera e capace direzione, ma c’è molta improvvisazione. È un peccato perché opportunamente diretto potrebbe lavorare in sinergia, comunicando le iniziative culturali della Consulta in collegamento con i social locali in particolare Sei di Marostica se….che con 8.336 membri, sempre in crescita, dimostra di essere un social ben radicato nel territorio oltre che obiettivamente un positivo risultato di social “generalista”. Occorre quindi un attimo di riflessione e slegarsi dalla vecchia concezione di una cultura chiusa e personale e “controllata” dalla politica di turno. In questo senzo alcuni passi sono stati fatti, ma certo l’ufficio cultura del Comune francamente non è all’altezza e poi manca un vero e professionale responsabile della Biblioteca, che gestita da una Coop è fuori dalla realtà. E Bassano insegna.

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Lezione di storia – I COSTI EFFETTIVI PER L’ILLUMINAZIONE DEL CASTELLO. MA POI QUALI EMOZIONI SUSCITERÀ? ANCESTRALI?

di Mario Scuro

Ci sono progettazioni “ordinarie” (asfaltatura di una strada, magazzino comunale, sfalcio dell’erba), per le quali l’Amministrazione comunale in carica ha ottenuto delega; ci sono anche progettazioni “comunitarie”, che vanno presentate e discusse con i concittadini elettori, i quali hanno espresso la fiducia in cambio dell’assicurato “coinvolgimento”. Tanto più se si affrontano spese di futuribili scenari cittadini, come, ad esempio, gli interventi sui castelli e sulle mura, patrimonio della comunità.
“Marostica Notizie” già si è espressa sull’illuminazione del Castello, che viene affrontata in piena crisi energetica.
Riprendo l’intervento redazionale, per evidenziare altri aspetti “problematici”, con ricaduta sugli amministrati.
A tutt’oggi non è dato di conoscere la portata complessiva del “nuovo” progetto (“Il Giornale di Vicenza” del 24 marzo scorso ci mostra solo una vecchia foto), sintetizzato con l’offerta di una “luce emozionale” (ma quando mai le illuminazioni dei monumenti non sono emozionali”?).
Ancora una volta il progetto nasce isolato, estemporaneo, senza aver dato un’occhiata ai precedenti.
Già Marostica ha speso una somma cospicua per il “Progetto di illuminazione del Centro Storico”, per il quale si è ricorsi addirittura allo “Studio Jéol di Parigi” (1988). Progetto che prevedeva un “percorso luminoso della Città”, che deve essere “viva”, non “spenta”, per divenire appetibile anche di notte. Progetto che giace polveroso in qualche Ufficio e…nel mio archivio).
Nel 2012 l’Amministrazione è ricorsa all’architetto concittadino Roberto Xausa, il quale propone “l’illuminazione diffusa, con sorgenti terrestri, graduabili e variabili”. Ma Xausa non è più di gradimento.
È seguito il progetto dell’Amministrazione Dalla Valle con proposta di ricorrere al led. Non si sa dove sia finito il disegno, approvato in Consiglio Comunale; ancor oggi sostenuto con forza dal consigliere di minoranza (ex-assessore decisionale) Antonio Capuzzo.
Una notizia – giuntaci sotterranea – ci informa che, per l’attuale progetto, si è chiesto l’intervento addirittura dell’archeologo per l’esame del terreno castellano.
Anche questo è un dispendioso intervento superfluo.
Infatti, il terreno attinente al Castello è stato “scavato” una prima volta nel 1994, con la “scoperta” del probabile muro di contenimento del fossato che circondava la fortezza; nel 2004, per l’eliminazione dell’umidità di risalita, con ”rinvenimento” del tratto dello stesso muro a Sud; nel 2012, in occasione dei lavori di rifacimento del cortile interno del Castello, con evidenziazione di “importanti fondazioni ortogonali di un edificio fino ad oggi ignoto e di un lacerto di pavimentazione in mattoni posti di taglio a spina di pesce”. Peccato che, nonostante le mie precedenti raccomandazioni, mirate a lasciare in evidenza, con sovrastrutture trasparenti, almeno parte delle “scoperte”, sia stato tutto ricoperto.
Rilevare, oggi, resti archeologici nei 40-50 centimetri di sabbia del Brenta riportata è una puerile cautela immotivata, alla quale solo l’assessore emergente Ylenia Bianchin – che ha preso in mano il “centro storico” –  penso possa dare risposta.

MAROSTICA SI MUOVE PER LA PACE. MA A CHE SERVE? È SOLO UNA PIA ILLUSIONE?

Appartengo alla generazione dei pacifisti degli anni ‘68. Quelli per intenderci dei “figli dei fiori” e “fate l’amore, non la guerra”.
Erano gli anni dell’orribile guerra del Vietnam. Dell’incomprensione americana della vicenda, vista solo in chiave ideologica per fermare il comunismo in Asia. E non come era, una lotta di popolo per l’indipendenza del Paese, contro il colonialismo occidentale.
E ancora oggi l’Occidente con gli Stati Uniti vede la “democrazia”, con l’ultima versione nata dalla Rivoluzione francese e sviluppatasi come confronto tra varie forze politiche per governare, come l’unico modello di governo da imporre al Mondo. In realtà girando il mondo come viaggiatore “on the road” con Avventure nel Mondo, mi sono reso conto che esistono diverse situazioni politiche, dovute a percorsi storici anche millenari profondamente differenti dai nostri e che quindi voler erigere la “democrazia occidentale” come l’unica forma di governo è semplicemente pura utopia e principale fattore di guerra. Esistono Paesi governati da clan tribali, oligarchie, teocrazie, forme varie di comunismo e socialismo, monarchie ecc. Certo un mondo pacificamente aperto si può confrontare ed evolvere verso una sempre più reale partecipazione dei cittadini.
Ma il problema vero di un movimento pacifista è la lotta contro la diffusione delle armi. Ci sono in corso oltre 50 guerre locali con sempre tante, troppe vittime civili. E la causa di tutto ciò sono le armi, che andrebbero bandite. Il no alle guerre è soprattutto no alle armi.

Poi si può scendere in piazza invocando la pace, ma resta sempre una utopia, una illusione se i paesi continuano ad armarsi sempre più e se non esiste alcun feroce controllo internazionale sulla vendita di armi.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica