LEZIONE DI STORIA: L’UCCISIONE DI ALFONSO CANEVA DI MAROSTICA

di Mario Scuro

Il 12 novembre 1943, Vicenza ha un nuovo federale: è Giovanni Battista Caneva, il quale ha partecipato alla Marcia su Roma e si insedia in contrà San Marco.
Il 21 novembre dello stesso anno, alle ore 6 del mattino di una fredda domenica, sulla Marostica-Asiago, sopra Vallonara, mentre si dirige a Lusiana, subisce un agguato il commerciante marosticano sessantenne Alfonso Caneva, zio del neo-federale. Il suo furgoncino, colpito da un proiettile al radiatore, si blocca in mezzo alla strada. L’uomo esce dall’auto. Nell’oscurità si ode un secondo sparo. Alfonso Caneva, colpito al capo, muore all’istante.
Immediata si rivela la reazione degli squadristi. Rimpolpati da nuclei di furibondi camerati vicentini, i fascisti repubblichini cingono d’assedio il centro di Marostica. Sparano colpi di fucile in aria, emettono grida concitate e invitano a “far presto e subito come a Ferrara” [dieci antifascisti fucilati alla schiena]. Le squadre rastrellano alcuni giovani antifascisti o presunti tali, che vengono picchiati e messi al muro.
Componenti della X MAS e della Brigata Nera bloccano tutte le uscite del centro storico e, tra la popolazione ammassata sulla piazza, individuano gli antifascisti, che vengono arrestati. Tra essi: Giovanni Passuello “Nani Berto”, Giulio Girardi, Giambattista Tasca, Attilio Costacurta “Mastegon”, Raffaello Canevari, Arpi Ragazzoni, Gildo Guarda, Rinaldo Bittante, Fulvio Pasquali, gli studenti Guido Napoleone Costa e Valter Viaro, il dottor Pedrollo direttore della Cassa di Risparmio, il professor Serafino Serafini, Rino Lunardon “Bettina” [impiegato all’Annona, sospetto di aver falsificato carte annonarie per i ‘ribelli’], come ricorda Zaira Meneghin. Alcuni sono pestati durante gli interrogatori; altri sono trasferiti al carcere di San Biagio a Vicenza. Il Girardi, quando, dopo la Liberazione, tornò a Marostica dal carcere di Milano (la malfamata caserma Muti di via Rovello), confidò: – Chi lo sa se tutto questo verrà capito e ricordato?!
La rappresaglia non fu limitata alle persone. I fascisti devastarono le case dei fermati, gettando tutto dalle finestre. Si videro ragazzi di 15 anni che colpivano con il calcio del mitra in mano le persone che incontravano. Corse voce che sarebbe stato organizzato un rastrellamento.
Noi piassarołi (ragazzi della piazza) quel mattino ci trovavamo ai campi de Costa, intenti agli scoppi del carburo.
Il carburo di calcio è una sostanza solida, cristallina, incolore o chiara per presenza di impurità, dal caratteristico odore, che, reagendo con l’acqua, sprigiona un gas infiammabile ed esplosivo, chiamato acetilene.
Il gioco, quel giorno, assunse una certa intensità, poiché noi credevamo che gli scoppi che udivamo fossero provocati da altrettanta esperienza dei nostri compagni avversari della Grota. In realtà i colpi erano da attribuirsi alle sparatorie innescatesi tra i nazi-fascisti asserragliati nel castello e i partigiani sparsi sulla collina.
Quando tornammo a casa, fummo bloccati dai militari a Porta Vicenza e condotti nell’ufficio del Federale. Furono chiamati i genitori. La mattina si chiuse con una dura ramanzina.
Uscendo, vidi ammassati nel cortile i prigionieri ricordati da Zaira. Ho sempre presente Rino Lunardon, il quale piangeva per le percosse ricevute.
Sull’episodio Caneva non si è mai avuta la verità se non quella concordata dalle autorità fasciste. Fu un’azione partigiana? O con più probabilità un regolamento privato di conti forse per questioni di donne, trasformato poi in fatto politico per giustificare l’assedio a Marostica?

MOZZO CI SPIEGHI. NUOVA SPECULAZIONE IN COLLINA?

“Marostica, nuovo maxi complesso residenziale e commerciale nell’area ex Breco’s

Quello relativo al recupero dell’area delle Colline a Marostica nel vicentino – che conta 14mila metri quadrati – è un progetto veramente ambizioso, attualmente in fase di elaborazione, che vedrà il rilancio della zona nella sua interezza come complesso residenziale/commerciale di prestigio. La conversione dell’area parte da qui e l’obiettivo è quello di creare 40 unità abitative secondo i criteri di progettazione più attuali e all’avanguardia. Il che vuol dire minori consumi energetici e rispetto ambientale, grazie in particolar modo all’impiego di materiali innovativi e di altissima qualità.

Gli aspetti relativi alla progettazione sono nelle mani di Marley Asset Revalue S.p.A., realtà che ha agito come servicer dell’intera operazione. Coordina le attività di recupero del credito e si occupa del repossessing, attraverso le sue ReoCo. In generale, la sua azione è volta nell’insieme alla valorizzazione dell’asset stesso. Siamo nel campo degli NPL, i crediti deteriorati, quelli delle banche che i debitori non riescono più – in tutto o in parte – a ripagare. In questo caso specifico è stato acquistato un credito da Penelope SPV (GBV 10.750.323.00 euro), relativo all’immobile e all’area da riqualificare. Marley Asset Revalue funge sia da coinvestitore sia da coordinatore di tutte le attività. Alle opere di costruzione e ristrutturazione si sommano naturalmente anche quelle di promozione e commercializzazione.

Le unità abitative avranno classe A e rispetteranno l’ambiente.
L’area insiste in un contesto storico e paesaggistico di grande pregio, che si caratterizza per scorci mozzafiato. È in vista del Castello Sforzesco di Marostica e si trova nelle vicinanze del convento trecentesco di San Sebastiano. Siamo a circa un chilometro dal centro di Marostica, dove si trovano i servizi e i negozi e a 2,5 chilometri da Bassano del Grappa, che rappresenta il centro urbano maggiore di riferimento per l’area. Vicenza, invece, dista circa 25 chilometri. Un’attenta ricerca progettuale ha portato alla definizione di particolari architettonici che uniscono antico e moderno: daranno vita a un complesso di particolare pregio e la classe energetica prevista è la A. La bassa densità abitativa fa di Marostica un luogo ancora a misura d’uomo in cui vivere. Oltre ad essere vicino alla principale arteria del Nord Italia, la A4, le colline retrostanti – facilmente raggiungibili – offrono percorsi naturalistici adatti sia a passeggiate che a escursioni in bici”.

Articolo da Milano Finanza

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

SULLA CARTA 3.236.000 EURO DI INVESTIMENTI NEL 2022 PREVISTI DAL “MOZZO” – LEGA MAROSTICA. MA LA REALTÀ QUALE È VERAMENTE?

L’anno 2022 dovrebbe essere l’anno degli investimenti. Lo leggiamo come conferma delle varie delibere nella nota integrativa al bilancio della Dr.ssa Silvia Fabris. Sono ben 3.236.000 euro i soldi stanziati tra cui la parte del leone la fa il Politeama con 1.035.000 euro.
Ovviamente la Fabris da laureata in Comunicazione scrive bene, ma nasconde la realtà non facendo distinzione tra stanziamento e realizzazione dei progetti. Ed è una bella differenza.
Certo che anche in questo caso, come per la Piscina, c’è da parte del Mozzo un cambiamento di rotta e finalmente si da’ spazio ad investimenti utili ai cittadini. Un colpo di fortuna per Marostica che sia stato rifinanziato il fondo ministeriale per la Cultura e che ci sia il Pnrr.
Certo che molti investimenti potevano essere fatti prima con fondi propri e attraverso mutui.
Perché il compito di un Comune non è fare marketing per i turisti, ma per i cittadini. Il cosiddetto marketing sociale per intenderci.
Per essere più chiari ed estremizzare, la Partita a Scacchi potrebbe essere fatta solo per i cittadini di Marostica per il piacere di creare e partecipare ad un simile evento. Poi è chiaro nulla vieta di fare anche una iniziativa turistico/commerciale.
In questi anni il Comune di Marostica ha fatto molte iniziative in una logica che non tiene conto del benessere dei propri cittadini.
Ne è esempio eclatante l’investimento milionario per il ristorante del Castello Superiore, certamente non di interesse per la vita del marosticensi, e che andava venduto o il quasi abbandono della Biblioteca che non tiene un minimo confronto con Bassano.
Anche le Mura vanno restaurate con attenzione per i cittadini che vogliono vivere in una città sempre più bella e fiera del proprio passato.
Per il Convento, ormai un rudere dominante la cittadina, va intrapreso un progetto di restauro e vendita. Il Comune deve essere promotore di iniziative imprenditoriali.

Non ha senso la logica mercantile, di fare solo per il turismo, della coppia Bucco-Bianchin. Perché il turismo viene se c’è una cittadina che in “primis” è vissuta bene dai propri abitanti.
È un approccio culturale che dovrebbe essere la guida primaria delle iniziative di investimento del Comune. Ora ci troviamo con questi investimenti annunciati e strombazzati. Però sono solo sulla carta con relativa, ora più che mai incerta nella sua totalità, copertura finanziaria. Ma quando saranno realizzati? Quali saranno i tempi?
C’è il fatto che date le condizioni di inflazione in essere, gli stanziamenti oggi deliberati non saranno sufficienti e lo diventeranno sempre meno per coprire i costi reali degli investimenti col passare del tempo. Quindi si dovrebbe correre o averli già fatti.

Questo è anche il frutto della perversa logica di non fare mutui dell’attuale assessore alle finanze, il noto Colosso. Chi ha debiti con tasso fisso, con l’inflazione ci guadagna perché il valore reale del debito diminuisce, mentre il valore dei beni cresce. Lo sanno anche i “bocia”, ma i nostri amministratori sono di diverso parere.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

IL “MOZZO” CAMBIA ROTTA SULLA PISCINA. INVESTE E NON VENDE. FORSE È STATO ILLUMINATO DA SANTINI?

Incredibile ma vero. Un cambio di rotta sulla piscina probabilmente dovuto anche alla nuova gestione, che essendo del mestiere e gestendo numerose piscine comunali in Valsugana, ha saputo dare un nuovo impulso all’attività, anche con i problemi creati dal virus. Tant’è che si è aggiunto recentemente l’impianto fotovoltaico con altre migliorie per un totale di 145.418,65 euro, abbattendo così i costi della energia elettrica. Anche Rari Nantes Valsugana ci ha messo del suo per 170.414,37 euro per altri lavori.

Si tratta proprio di una reale valorizzazione di un bene che con un colpo di mano due anni fa la giunta Leghista voleva vendere. Ed il Rag. Colosso, assessore al bilancio, faceva solo i conticini senza vedere l’importanza della piscina per una città come Marostica. Tra l’altro viviamo sopra una falda che si estende fino a Vicenza e anche Padova beve la nostra limpida, con tutti i rischi di folli inquinamenti, acqua. Certo Santini aveva implorato di capire che i cittadini vanno rispettati anche con le loro esigenze sociali e non presi a pesci in faccia.

Alla fine le condizioni che si sono create hanno dato ragione all’ex senatore. Crediamo che il fatto essenziale sia stato anche la professionalità del gestore, che probabilmente sa giustamente bilanciare il business con una offerta in linea con i desideri dei cittadini. È finita proprio l’era degli amici degli amici che poi lasciano solo ruderi e debiti.

Ci auguriamo che il prossimo passo sia il completamento della piscina con una esterna per l’estate, sempre più calda.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

IL COSTO DELLA GIUNTA LEGHISTA A MAROSTICA: 140.000 EURO ALL’ANNO ..IN AUMENTO….A OLTRE 170.000

Mentre tutta la “politica” fa un casino bestiale all’elezione del Presidente della Repubblica, passa il 30/12/2021 la legge di previsione dello Stato per il 2022 ed il bilancio pluriennale 2022-2024.
Nei commi 593, 594 e 595 c’è l’aumento delle indennità per Sindaci, vice e assessori comunali.
Il tutto fa riferimento ai soldi complessivi dei presidenti delle regioni. Nel caso di comuni tra i 10.000 e 30.000 abitanti i Sindaci prendono il 35% di quanto percepito dal Presidente della Regione a decorrere dal 2024.
Per il 2022 e 2023 l’indennità del Sindaco è rispettivamente il 45% e 68% di quanto sarà percepito nel 2024.
Il silenzio dei mezzi di informazione sulla vicenda dei reali costi della politica è dimostrazione della collusione in essere.

È comunque evidente che la politica non può essere remunerata per se stessa, ma deve dare risultati tangibili di capacità di gestione. Il costo della giunta di Marostica supera nel 2022 i 140.000 euro, ma arriverà a ben oltre i 171.000 nel 2024. A fronte di che cosa? Competenze? Capacità di gestione? Controllo delle spese? Efficienza? Gestione partecipata? Risultati evidenti e tangibili?

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LEZIONE DI STORIA:ALIPRANDO FRANCESCHETTI FIGURA DI SPICCO DELLA COMUNITÀ MAROSTICANA

di Mario Scuro

Nell’era tecnologica dovrebbe essere facile reperire carte e documenti di archivio dell’Amministrazione Comunale. Registriamo, invece, la sparizione (“imbusai”? sottratti da qualche amatore?) anche di beni acquisiti con investimento finanziario e regolarmente protocollati, come quanto chiesi la tesi della concittadina Marina Maroso (prematuramente scomparsa) sul tema “Proposta di riqualificazione del Castello Inferiore di Marostica”, comprata dall’Università di Firenze; tesi che non si trovò (per fortuna, il marito ebbe la cortesia di farmi avere la copia in suo possesso).
Questa superficialità operativa del nostro Comune ci sottopone alla cosiddetta “brutta figura” nell’opinione pubblica, in occasione di eventi, che interessano la Comunità.
È il caso della recente scomparsa dell’ex sindaco Aliprando Franceschetti. Non una figura di secondo piano nella vita politica e amministrativa cittadina; ma un uomo che è stato sindaco per ben 21 anni (1964-70 e 1975-90), secondo solo al mitico Giovanni Pagano (1871-98, 27 anni), consigliere provinciale, responsabile politico, presente in vari enti, istituzioni, associazioni e in tutti i principali eventi comunitari, conoscitore di molti concittadini, personalmente dei suoi numerosi elettori, che visitava regolarmente ai tempi dei “capicontrada”.
Nonostante la presenza del portavoce ufficiale del Comune, pagato dal cittadino contribuente, il comunicato ai media, uscito da Palazzo Tempesta, si è rivelato scarno, lacunoso, impreciso. Tanto che mi sono sentito in dovere di intervenire pubblicamente (ascoltato) con rettifiche ed integrazioni.
Ricordo Aliprando, amico d’infanzia, formati insieme nella Marostica clericale, fascista, democristiana con opposizione socialcomunista.
Ricordo Prando, dapprima compagno, poi avversario politico nell’età matura; entrambi, però, impegnati nella comune difesa e nell’ auspicata valorizzazione di Marostica. Non dimentico il suo contributo di “memoria” per la mia voluminosa opera “Marostica centro storico di interesse pubblico”, giunta finalmente a compimento, dopo 8 anni di studi e di ricerche.
Concludendo, rinnovo la mia proposta, già espressa in Consiglio Comunale e sulla stampa. È sufficiente istituire presso l’ufficio di segreteria comunale un albo, dove vengano annotati persone e fatti che caratterizzano la vita amministrativa della nostra Città, in modo da avere una presenzialità costante di notizie certe.
Valga sempre il monito: “Un paese che non ha memoria, non ha futuro certo”.

LA SEGMENTAZIONE SOCIALE DELLA POPOLAZIONE VALE ANCHE PER LA POLITICA A MAROSTICA

Chi sono i marosticensi, quali sono i loro comportamenti quotidiani, che stili di vita adottano, quali cambiamenti sociali sono intervenuti in questi anni?
Ecco cosa ci piacerebbe conoscere con esattezza al di là della composizione per sesso, età, reddito.
Questa interpretazione sociale della popolazione nasce a fine degli anni ‘80 con la scoperta dell’esistenza di 8 Italie composte da: arcaici, puritani, cipputi, conservatori, integrati, affluenti, emergenti e progressisti.
Queste 8 Italie sono poi collocate in tre dimensioni: tradizione/innovazione, privato/sociale, integrazione/alienazione.

Questa analisi sociologica è stata utilizzata a piene mani nella comunicazione e vendita di prodotti e servizi orientati a precisi target. E ovviamente anche nella comunicazione politica soprattutto da chi veniva dal mondo pubblicitario e conosceva bene i meccanismi, come il Berlusconi. E ovviamente le 8 Italie subiscono forte variazione di composizione negli anni e caratterizzano anche specifiche zone.
Figurarsi poi con l’avvento do internet che permette un forte impatto comunicativo tra le persone ponendo sempre in discussione costumi e valori. E che ha avuto il pregio di rompere la manipolazione dell’informazione controllata dai poteri interessati. E addirittura ha portato alla formazione di un nuovo movimento politico.

E Marostica come è cambiata in questi anni? Certamente la popolazione è invecchiata, ma anche è molto più scolarizzata. E poi il tradizionale cattolicesimo è evoluto in forme diverse forse diventando anche minoritario. Ma mantenendo valori diffusi di solidarietà e assistenza.

Dal punto di vista politico ci sono stati cambiamenti straordinari. Sparita la Democrazia Cristiana sono emersi gruppo politici facenti riferimento a personaggi locali con lotte che hanno destabilizzato la situazione portando addirittura a due commissariamenti. L’emergere recente del gruppo leghista senza apparenti correnti interne, ha stabilizzato la situazione dal punto di vista amministrativo. Ma evidentemente si tratta di una situazione molto provvisoria. Perché sostanzialmente mancano la trasparenza ed una reale capacità di visione/programmazione.

Quindi la situazione attuale può essere definita come l’emergere di un nuovo gruppo di potere che salta però ogni formazione di carattere politico gestionale. Perché i precedenti tentativi in pratica hanno fallito. Però la fine delle contrapposizioni puramente ideologiche ha permesso il cambiamento.

Noi pensiamo che la rottura avvenuta porti ad un ripensamento nell’impegno politico dei gruppi sociali emergenti, che riteniamo esclusi nell’attuale gestione comunale. D’altra parte sono emersi nuovi personaggi politici, anche se pilotati dalla vecchia nomenclatura. Personaggi che ovviamente cercheranno sempre più uno spazio personale, a patto però che intanto non si brucino con decisioni avventate e pericolose.

Comunque l’evoluzione sociale di Marostica con il cambiamento degli stili di vita sarebbe una interessante tesi di laurea ed un ottimo investimento di conoscenza e comunicazione per banche come la Volksbank o le Casse rurali.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LA DELIBERA DI DAL ZOTTO PER LA PUBBLICAZIONE DI CULTURA MAROSTICA È INCOMPRENSIBILE E NON GIUSTIFICATA PER EURO 6.700 + IVA

Siamo particolarmente interessati che Marostica valorizzi al massimo la rivista Cultura Marostica che dovrebbe rappresenta il fiore all’occhiello della comunicazione culturale della città. Ora ci troviamo una delibera a firma Gabriele Dal Zotto per noi veramente incomprensibile.
Non si tratta infatti di acquistare saponette più o meno profumate, ma di realizzare un prodotto culturale con una sua grafica ed una responsabilità editoriale. Il numero delle copie da stampare, costo effettivo della rivista, dipende poi dalla capacità e volontà del Comune di diffondere la rivista anche via internet.
Quindi dietro alla impaginazione e stampa ci deve un progetto editoriale per sua caratteristica difficilmente programmabile a scatola vuota, ma numero per numero in base all’evoluzione delle attività culturali stesse. Ci potrebbero essere anche per esempio degli allegati.

Quindi a nostro parere il Comune ovviamente può determinare il tetto della spesa annuale, ma poi la gestione effettiva deve essere vista al momento in cui la rivista stessa è impostata con i suoi contenuti, la sua grafica, per la quale ci dovrebbe essere un contratto specifico, e tiratura. Come ci sembra sia avvenuto con l’ultimo numero.
Ecco comunque quanto scrive il Dal Zotto:

“DETERMINA
1. di procedere all’affidamento del servizio di impaginazione e stampa del periodico comunale “Cultura Marostica” per gli anni 2022 – 2023 – 2024 con procedura su MEPA, mediante richiesta di offerta rivolta ad almeno 5 operatori;
2. di approvare i documenti di gara allegati al presente provvedimento:
– Bando e disciplinare di gara;
– allegato 1 – Timone notiziario;
– allegato 2 – Modulo offerta;
– allegato 3 – Dichiarazione possesso requisiti
– allegato 4 – Tempistica di lavoro e consegna materiale
3. di approvare l’elenco delle ditte da invitare alla gara dando atto che il suddetto elenco è depositato agli atti del Comune e relativamente allo stesso l’accesso è differito, in conformità all’art. 13 del D.Lgs 163/2006, fino alla scadenza del termine per presentare l’offerta;.
4. di precisare che il servizio sarà aggiudicato con il criterio del prezzo più basso e che l’importo a base d’asta è di € 20.100,00 (oltre IVA 4%) pari all’importo annuo di € 6.700,00 + IVA 4%;
5. di inviare il presente provvedimento corredato dai relativi allegati al Servizio gare e appalti del Comune di Marostica, competente all’espletamento della gara sulla piattaforma MEPA, precisando che dovrà essere assegnato alle ditte partecipanti un congruo termine (non inferiore a 10 giorni) per la presentazione delle offerte;”

Ai lettori capirci qualcosa.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LA GIUSTIZIA IN MESSICO PER LA QUOTIDIANITÀ FUNZIONA MEGLIO CHE IN ITALIA

In questi anni abbiamo maturato una esperienza non desiderata ne’ tantomeno voluta di come funziona la giustizia italiana. Abbiamo avuto una bel po’ di denunce per la nostra attività di informazione con il blog e la pagina fb. E le abbiamo vinte tutte con sentenze che onorano la giustizia italiana. L’unica incerta è stata la querela di Simone Bucco, presidente della locale pro loco, per la nostra vignetta per la richiesta dei pensionati canadesi che chiedevano i soldi di ritorno per i biglietti della partita a Scacchi annullata. In quel caso eravamo veramente incazzati e non abbiamo sufficientemente argomentato la nostra posizione. E cioè che non era moralmente accettabile respingere tale richiesta da parte della Pro Marostica. Fossimo stati al posto di Bucco per un discorso di marketing etico avremmo restituito anche di tasca nostra i soldi. Invece la Pro Marostica ha preferito spendere i soldi per l’avvocato. Poi per legge crediamo che li abbia dovuti restituire, essendo stata ulteriormente rinviata la Partita,

In Messico ci è capitato di affittare una bella casa locale per due anni con tanto di contratto. Ad un certo punto la proprietaria, tra l’altro canadese, tre mesi prima della scadenza del contratto ci manda una dura lettera chiedendoci di sloggiare entro un mese. Un atto totalmente arbitrario. Abbiamo preso un locale avvocato e ci siamo rivolti al tribunale. In poco tempo ci è stato riconosciuto il diritto a restare fino al termine del contratto ed inoltre ci sono state riconosciute tutte le spese del nostro legale.

In Italia invece le nostre “vittorie” c’è le siamo dovute pagare tutte. Infatti non è previsto il rimborso delle spese legali se non con una ulteriore causa. Il che ha permesso ai vari personaggi locali di farci cause intimidatorie con i soldi della Comunità. Pensiamo anche ai tentativi del Mozzo, Sindaco pro tempore di Marostica, di infangarci. Invece si è preso delle belle legnate sui denti, a proposito della libertà di opinione.

Ora siamo arrivati all’ultima causa che pensavamo archiviata. Invece dopo cinque anni ecco che ci arriva la convocazione per la querela di Marica Dalla Valle sulla vicenda dell’appalto “truccato” del cambio di gestore del gas con relativa nostra contro-querela. Ne vedremo di belle?

Osservatorio Economico Sociale di Marostica

LEZIONE DI STORIA: QUANDO MAROSTICA DIVENTO’ FASCISTA

di Mario Scuro

Segni premonitori di gradimento al Fascismo si ebbero a Marostica il 24 maggio 1924, quando, su proposta del Sindaco, il Consiglio Comunale conferì la “cittadinanza onoraria” a “Benito Mussolini, Presidente del Consiglio e Duce del Fascismo, animatore di ogni più radiosa speranza nell’avvenire della Nazione, a colui che con indomito volere, con ardire superbo, con sagacia sapiente ha saputo trarre l’Italia dall’abisso in cui stava per sprofondare”.
Il Fascismo mostra il suo volto in provincia con la promulgazione delle cosiddette “leggi fascistissime”, ovvero della Legge 4 febbraio 1926, n.237 “Istituzione del Podestà e della Consulta Municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti” e del Regio Decreto 3 settembre 1926, n.1910 “Estensione dell’ordinamento podestarile a tutti i Comuni del Regno”. Leggi, queste, che portano alla soppressione degli organi democratici e di tutte le funzioni svolte in precedenza dal Sindaco, dalla Giunta Comunale e dal Consiglio Comunale; funzioni che vengono accentrate nella figura individuale del Podestà.
Il 21 aprile 1927, in occasione della festività per il “Natale di Roma”, entra in funzione quale primo podestà di Marostica l’avv. Giovanni Pianezzola, che tiene studio in via XX Settembre.
Seguiranno il podestà cav. Lorenzo Padovan (1934-40) e il podestà Gio. Batta (Tita) Boschetti (1940-42).
Le deliberazioni comunali del sistema fascista sono collegate all’unica figura del podestà. Il comune, per la gestione dell’ordinaria amministrazione, è trasformato da organo di autogoverno ad organo ausiliario dello Stato.
Tale semplificazione porta a quelle che, oggi, nel sistema democratico, definiamo assurdità: v. l’iter dell’atto deliberativo.
Il podestà, una mattina qualsiasi, convoca nel suo ufficio il segretario comunale, al quale detta una serie di deliberazioni con atto semplificato al massimo e, talora, con un consistente numero di pronunciamenti assemblati. Valgano come esempio l’approvazione del bilancio di previsione comunale, redatto su poco più di un foglio del Registro dei verbali e la stesura contemporanea di ben 36 deliberazioni (dal 720 al 755) il 31 gennaio 1932.
Sulla carta intestata del Comune di Marostica rileviamo il progressivo connubio con il fascio littorio, fino ad arrivare alla fusione.
Sul calendario – a partire dal 29ottobre 1927 – accanto all’anno dell’era cristiana, appare la nuova era per l’Italia: l’era fascista, che viene introdotta con una circolare datata 26 dicembre 1926 e che fa contare gli anni – in numero romano accanto a quelli dell’era volgare – a partire dal 28 ottobre 1922, a ricordo della Marcia su Roma.
Il Partito Nazionale Fascista occupa anche gli spazi istituzionali. Chiede ed ottiene due locali a piano terra del Castello Inferiore di Marostica (“uno a favore della Sezione del Partito Nazionale Fascista, l’altro a favore del Patronato Nazionale” dapprima, “dell’Ufficio Mandamentale dei Sindacati fascisti”, che ha assorbito il precedente, poi); inizialmente con la corresponsione di canone di fitto (1926), successivamente “in uso gratuito” (1928).
Il Comune affitta dalla Provincia proprietaria “un terreno ad est della sede tranviaria di Marostica [localizzato, oggi, nel Parco XXV Aprile] per “il campo di assalto per uso premilitare M.V.S.N.” [Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale] (1936).
Il “sabato fascista”, istituito con Regio Decreto Legge 20 giugno 1935, dispone la soppressione della giornata lavorativa del sabato alle ore 13, in modo che il pomeriggio venga dedicato ad “attività di carattere addestrativo prevalentemente premilitare e postmilitare, come ad altre di carattere politico, professionale, culturale e sportivo”.
Luogo di ritrovo a Marostica è il Campo Sportivo del Littorio – inaugurato nel 1930 – in via Campo Sportivo, nel terreno occupato ora dalla palestra e dalla scuola secondaria di primo grado.
I ragazzi, in divisa e inquadrati nelle organizzazioni giovanili fasciste, dovevano seguire cosi di dottrina fascista e compiere esercizi, tipo: maneggiare il moschetto, lanciarsi attraverso un cerchio di fuoco, eseguire volteggi. Le ragazze, in camicetta bianca e gonna nera, facevano roteare cerchi, clavette, bandiere e si esibivano nella corsa e nel salto.
Frequenti erano le ricorrenze civili, celebrate visibilmente con cortei e discorsi e la vacanza scolastica.
Alle ricorrenze dell’Italia sabauda: l’entrata in guerra (24 maggio), la morte di Garibaldi (2 giugno), Colombo e la scoperta dell’America (12 ottobre), l’anniversario della Vittoria (4 novembre), il genetliaco del Re (11 novembre) sono aggiunte: la Conciliazione fra Stato e Chiesa (11 febbraio), la Fondazione dei Fasci (23 marzo), il Natale di Roma (21 aprile), la Marcia su Roma (22 ottobre), l’eroismo del Balilla (5 dicembre).
Anche da Marostica partono le “spedizioni punitive” degli antifascisti. Luogo di appuntamento è Porta Vicenza (vicino a casa mia), in una zona della città sede di gerarchi e di camicie nere. Bambino, ricordo il camion rosso che partiva carico di armati e con l’olio di ricino.
Come è già stato pubblicato, a costante monito per la popolazione, è eretta in piazza la “forca”.